Nelle poche interviste concesse dai Godspeed you! Black Emperor, Efrim & C. si sono sempre rifiutati di rispondere a domande personali (si veda anche l'intervista in cui Efrim risponde eloquentemente: "We are a collective and we speak as a collective and therefore we will not answer these types of questions!").
Una prassi “politica” in buona parte condivisa anche dai Thee Silver Mt. Zion, collettivo affine ai Godspeed you! Black Emperor sicuramente nella vocazione orchestrale. E’ questa una doverosa premessa che accresce l’interesse e la curiosità per il primo lavoro solista di Efrim Menuck.
Plays “High Gospel” è certamente un lavoro apprezzabile, costituito in parte da brani che rimandano alle sonorità dei Thee Silver Mt. Zion ed in parte da composizioni molto più sperimentali ed elettroniche che ne costituiscono il lato più personale ed introspettivo. L’album inizia con Our Lady Of Parc Extension And Her Munificent Sorrows che richiama con minori spigolosità alcuni passaggi di “Kollaps Tradixionales” (2010), mentre in A 12-pt. program For Keep On Keepin’ On Efrim sperimenta l’ibridazione di sonorità naturali con la propria voce opportunamente campionata e replicata in un flusso di coscienza che progressivamente diviene flusso di rumore. Heaven’s Engine Is A Dusty Ol’ Bellows si presenta come una sperimentazione più cosmica mentre Kaddish per Chesnutt è un sentito omaggio all’amico indimenticato Vic Chesnutt.
Degli ultimi brani, Chickadees 'Roar Pt. 2’ piace per il suo minimalismo ambient, mentre in I am no longer a motherless child Efrim colma alcune tristezze della propria infanzia attraverso il sorriso gioioso del proprio figlio. Non deve essere facile per Efrim Menuck riuscire ad affrancarsi dal riflesso ingombrante di un collettivo che si chiama Godspeed you! Black Emperor e di cui fa ancora stabilmente parte. Questo Plays “High Gospel”, pur presentando molte affinità con le sonorità dei Thee Silver Mt. Zion, appare proprio come un interessante e valido progetto collaterale, con cui Efrim Menuck cerca di ritagliarsi, per desiderio o necessità, un nuovo spazio di espressività individuale.
Felice Marotta
Constellation Records
Nessun commento:
Posta un commento