
Perché mettere da parte un disco o addirittura un gruppo solo perché ne ricordano un altro? Assurdo, eppure c’è chi lo fa, e pubblicamente. Orbene, i Devotion amano i Deftones. È evidente sin dagli esordi ed è ancor più noto ai musicofili dal 2009, anno in cui i quattro vicentini diedero alla luce l’ottimo
"Sweet Party". Ma sarà di certo con quest’ultimo
"Venus" che la passione e il talento di questa granitica band potrà proporre e, si spera, affermare, una raggiunta maturità stilistica e compositiva che li affranchi da paragoni per alcuni scomodi, ma a mio avviso del tutto fisiologici nella naturale evoluzione di una band.
Dalla possente e struggente
Red carpet alla conclusiva title track, il viaggio verso la creazione o la scoperta del proprio suono originale conquista e avvolge l’ascoltatore che sente affondare le radici in quel di Sacramento, ma vede protendersi i rami verso il sole di una poliedrica, prorompente personalità. Dolci e violenti, acidi e malinconici,

i dieci brani di Venus graffiano suadenti con gusto e maestria avvolgendo di folle lucidità trame sonore ora devastanti ora dolcissime. Su tutte
Drinkin’ Shibuya e il singolo
Timeless beauty. Un doveroso plauso all’ottima produzione di Maurizio Baggio, ma corone d’alloro e onori per il combo vicentino che, siamo certi, avrà modo in futuro di deliziarci ancora.
Maurizio Galasso
Timeless Beauty
Paper Boy
Teen Diary
Bagana Records
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