Quando anni orsono lessi Ranxerox (su Frigidaire) il geniale fumetto creato dalla coppia Tamburini/Liberatore una delle prime cose che stuzzicò la mia immaginazione fu il risultato di un’ipotetica trasposizione cinematografica. Dico questo perché questo film me lo ha in parte riportato alla mente, non tanto per la storia quanto per il carattere cinico dei personaggi e le ambientazioni decisamente grottesche e iperreali. L’idea per questo film nemmeno troppo ricercata, era già stata annunciata da un fake trailer tra quelli in concorso per il film 'Grindhouse' che Jason Eisener aveva co-diretto insieme a due soci e da cui erano usciti vincitori. Così come era successo per 'Machete' di Rodriguez, questa è la volta 'Hobo with a Shotgun' che Eisener ha diretto di mano sua. Di fatto questo film ha moltissimi punti in comune con lo stile Tarantino/Rodriguez e questo funga da premessa per chi non apprezza il genere, perché anche in questo caso servono stomaco forte e un certo senso dell’umorismo. La figura del cittadino redentore che in veste di vendicatore pone fine alle ingiustizie della società, è già stata immortalata da attori come Charles Bronson nel Giustiziere della notte o da veterani di guerra come Travis Bickle interpretato da Robert De Niro in Taxi Driver. In questo caso il barbone protagonista della vicenda è impersonato da Rutger Hauer che nel suo vagabondare giunge a Hope Town, caricatura a tratti nemmeno troppo forzata di quello che sono i riferimenti della civiltà occidentale. In questo paese un magnate dell’economia monopolizza i canali mediatici e corrompe autorità e forze dell’ordine esercitando sulla comunità un controllo fondato sulla paura e la manipolazione dell’informazione. Per questo al fine di mantenere la sua rispettabilità incontrastabile,
esibisce violenza gratuita in maniera circense senza nessun codice morale e verso ogni forma di opposizione. E’ in questo posto allucinato, perverso, dai colori saturi che mendicando, il protagonista assiste passivamente allo spettacolo della sua indifferenza e quella dei suoi abitanti. Finchè una molla non fa scattare in lui il desiderio di rivalsa. Una classica lotta tra il bene e il male dove il male è ben evidenziato nella parte del potere, dei soldi, del controllo, e il bene sta dalla parte di colui che non avendo nulla, si rende conto di aver tutto da perdere a dispetto di una società che ha perso ogni contatto con la realtà, soggiogata dalla noia, dalla superficialità, dalla corruzione e che non prendendo posizione si schiera in balìa degli eventi senza una propria presa di coscienza. E' proprio questo il nemico principale che gli si parerà davanti, man mano che la sua ascesa ai vertici renderà la sua missione più difficile: rendendosi conto di non poter assolvere da solo il suo compito dovrà cercare la complicità di una città avversa in cui tutti si sono ormai dati alla caccia al barbone. Riuscirà in questo? E se sì, come? Sebbene la trama restringa un po’ il campo dell’imprevedibilità, il regista gioca bene sui ritmi, scelte particolari come il Technicolor, inquadrature “ambigue”. Grazie anche all’eccelente prestazione di un Rutger Hauer invecchiato, questo film sorprende positivamente ritagliandosi il suo status di piccolo cult del genere. Uscita prevista nelle sale italiane per Dicembre 2011; non sarà certo un film di Natale, ma oltre a questo aspetto positivo c’è il fatto che non dovrete fare la coda per entrare e vi assicuro, rispetto ai classici da cine-panettone diverte molto di più.
Federico Porta
Trailer
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