mercoledì 9 marzo 2011

ITALIAN ROCK CONNECTION - Italian '70 Progressive: "IL BALLETTO DI BRONZO"

Il Balletto Di Bronzo

Il Balletto di Bronzo è una storica formazione del Progressive rock italiano che realizzò due ottimi album nei primissimi anni 70. Il gruppo si forma a Napoli verso la fine degli anni ‘60 con la denominazioni di Battitori Selvaggi e la prima formazione del gruppo comprende Raffele Cascone (chitarra), Michele Cupaiolo (basso), Marco Cecioni (voce) e Gianni Stinga (batteria). Il complesso non incise nulla a livello discografico e muta successivamente nome in Balletto di Bronzo ingaggiando il chitarrista Lino Ajello proveniente dai Volti di Pietra, altro complesso napoletano senza incisioni discografiche all’attivo. Con questa formazione riescono ad avere il primo contratto discografico per la ARC e danno alle stampe
il loro primo 45 giri, Neve Calda/Cominciò per gioco”, edito nel 1969.
La prima facciata è un trascinante brano rock che troverà poi posto nel successivo album e all’interno del brano si colgono già i primi vagiti progressivi che esploderanno poi in "Ys". Il pezzo godrà anche di una versione in lingua spagnola. La seconda traccia è meno esplosiva, più ragionata, con maggiori influenze Beat e richiami anche al Blues e alla Psichedelia. Un accenno particolare va alla chitarra di Cascone, che regala al brano partiture psichedeliche. Questo brano non sarà mai inciso su un 33 giri. L’anno seguente, nel 1970, il Balletto pubblica il loro secondo 45 giri, “Sì, mama mama/Meditazione”, opposto per la collocazione dei brani: la prima facciata non verrà mai pubblicata su album, mentre il retro finirà su "Sirio 2222". Le due canzoni sono qualitativamente inferiori rispetto al 7” d’esordio, in quanto il suono è parecchio ammorbidito e c’è una maggiore propensione alla forma canzone e alla melodia.

Sirio 2222

Sempre nello stesso anno viene dato alle stampe per la RCA il loro primo 33 giri, “Sirio 2222”. L’album è un efficace miscuglio di Hard Rock e suoni propriamente britannici; la traccia d’apertura, Un posto è un inizio estremamente chiaro per l’ascoltatore: solido riff chitarristico e ritmica coinvolgente. Anche la sesta traccia dell’album, Girotondo, ha sonorità molto ruvide, con un suono molto squadrato e un suono zeppeliniano. Missione Sirio 2222 è forse il motivo che meglio esprime e sintetizza il suono del gruppo: è una composizione di quasi 10 minuti e ha un inizio acustico con arpeggi delicati e tranquilli. Dal secondo minuto comincia il brano vero è proprio, dove emergono suoni più progressivi e passaggi più tirati. L’atmosfera cambia faccia e intorno al minuto numero quattro c’è una parte molto Rock, seguita da un assolo di batteria che fa da spartiacque: dapprima, infatti, vi è nuovamente una parte più tesa, seguita da una chiusura simmetrica a quella che era la parte iniziale del brano. Incantesimo è a mio parere l’altro apice dell’album: chitarra hendrixiana, batteria squadrata e un suono molto sporco. Altro punto a favore sono i lamenti distorti della chitarra, quasi a voler imitare Jimi Hendrix in If 6 was 9, con i dovuti paragoni s’intende. Le rimanenti tracce lasciano poco spazio al commerciale e sono tutte dei riusciti miscugli di Rock e momenti più tranquilli. L’album non ebbe il successo sperato e nel 1971 e Cecioni e Cupaiolo abbandonano il gruppo per il mancato rinnovo di contratto da parte della RCA. I musicisti che li sostituiscono sono Vito Manzari (basso), proveniente da Quelle strane cose che , e Gianni Leone (voce, tastiere) proveniente dai Città Frontale. Il gruppo per poco tempo suonò con una formazione a cinque, ma l’esperimento non si concretizzò.

Ys

Nel 1972 la formazione cambia etichetta, la Polydor, e pubblica quello che è il loro capolavoro, "Ys".
L’album è composto da cinque brani, ai quali verrà aggiunto La tua casa comoda nell'ultima stampa in cd. Ys è un concept album tra i più riusciti dischi del Progressive Rock: narra la storia dell’ultimo uomo sopravvissuto sulla terra, che compie tre incontri durante il suo disperato viaggio alla ricerca di altri essere umani a cui deve raccontare la verità, prima di inabissarsi nel buio più profondo come fece l’antica isola di Ys, inghiottita dalle acque marine. Il suono dell’album risente fortemente delle atmosfere delle tastiere di Leone e il risultato è un sorprendente agglomerato di dark, atmosfere oscure, suoni tetri e complessi, che si combinano ottimamente con le robuste chitarre di Ajello.
Il lavoro inizia con Introduzione (part 1) (part 2), ampio brano di 15 minuti che spazia verso molteplici atmosfere. L’inizio è quasi spettrale, con un coro di voci dissonanti ad aprire la composizione; immediatamente si aggiunge l’organo e una voce che declama liriche inquietanti. Il motivo è una sorprendente fusione di giochi tastieristici, suoni sintetizzati, liriche apocalittiche e una batteria ottimamente presente. Effetti sonori, cambi di tempo, colpi di scena e un’ottima qualità sonora generano un forte coinvolgimento emotivo nell’ascoltatore che non può fare altro che ascoltare ammaliato l’album. Una traccia molto complessa e variegata quindi, che si può collocare tra i brani di maggior pregio del Prog Italiano. Primo incontro è il naturale seguito di Introduzione e ha un portentoso gioco di rullate, organo e partiture di chitarra nella parte centrale.
La seconda facciata ha inizio con Secondo incontro, altro brano pregevole con atmosfere epiche, liriche intense e una trascinante sezione musicale. Come per le altre canzoni è la predominanza di chitarre e tastiere a imperare e a rendere caratteristico il suono dell’album. Terzo incontro inizia con un ipnotico giro di basso, a cui seguono tastiere che si fanno via via più jazzate, seguite da giochi di Moog e liriche seducenti. La traccia finale, Epilogo ha inizio con un avvincente gioco progressivo di organo, basso e batteria. Sono molteplici le atmosfere che si respirano e all’interno regna una certa inquietudine: suoni foschi, pathos e suggestione portano l’ascoltatore alla conclusione dell’album, che termina simmetricamente al suo inizio.

Ys porta molta notorietà al gruppo, che diventa uno dei più richiesti nel periodo delle manifestazioni concertistiche dei festival Pop e partecipa prima al secondo trofeo Davoli Pop di Reggio Emilia, suonando nel palasport e giungendo secondo, e successivamente all’importante Be In di Napoli, presentato dall’onnipresente Eddie Ponti. Il Balletto in seguito inizia a lavorare per il terzo album, ma alcune incomprensioni fra i vari membri del gruppo portano alla rottura del progetto e il fatidico terzo disco non vedrà mai la luce. Il gruppo, ormai ridotto ai soli Leone e Stinga, realizza però un ultimo 45 giri, “La tua casa comoda/Donna Vittoria”, pubblicato per doveri contrattuali nel 1973 e successivamente si scioglie. Gianni Leone iniziò quindi una carriera solista con lo pseudonimo di Leonero, pubblicando due ellepi con le influenze musicali che verso la fine del decennio arrivavano dalla Gran Bretagna, "Vero" nel 1977 e "Monitor" nel 1980. Successivamente, nel 1990, uscì un’interessante raccolta con inediti e rarità intitolata “Il re del castello”. Al suo interno c’erano sette brani composti nel periodo 1969-1970, fra i quali canzoni scartate e mai pubblicate e due versioni in spagnolo. Sempre in tema di curiosità segnalo anche l’esistenza di una versione in lingua inglese di Ys, che venne solo abbozzata all’epoca e mai completata; tuttavia è stata comunque pubblicata nel 1992 dalla Mellow Record su cd.
Sempre Leone, sul finire degli anni ’90, riforma il gruppo per una serie ci concerti dal vivo e nel 1999 decide di pubblicare un live album contenente anche nuove registrazioni pubblicate per l’occasione. Da diversi anni il Balletto di Bronzo, come tutto il Rock Progressivo Italiano, gode di una seconda giovinezza e Ys è stato ristampato nel 2010 per la raccolta Progressive Italia distribuita dalla Universal.

Massimiliano Bruno

Il Balletto Di Bronzo- Meditazione
balletto di bronzo spanish

Discografia Il Balletto di Bronzo

Albums:
Sirio 2222 (1970, RCA)
YS (1972, Polydor)
Il Re Del Castello (1990)
Ys - English Version - (1992, Mellow Record)
Ys ristampa (2010, Progressive Italia/Universal)

2 commenti:

URSUS ha detto...

Personalmente ADORO il primo album,nonchè i suoni della primissima formazione...ma il resto lo trovo tuttora noioso e inutilmente prolisso.
Questioni di gusto,mi rendo conto,ma non ho ancora cambiato opinione sebbene l'articolo sia fatto benissimo,BRAVI comunque !

Unknown ha detto...

Ys è secondo me uno dei lavori più riusciti per quanto riguarda il prog made in Italy.