martedì 11 gennaio 2011

TENEDLE, "Grancassa" (2011, UDU)

L’elettronica è una brutta bestia. E’ facile farsi prendere la mano nell’utilizzarla e cadere in un suo uso banale, nella ripetitività e nel già sentito. Una macchina è pur sempre una macchina, non conosce le sottili, infinitesimali variazioni nell’esecuzione che si percepiscono quando chi esegue la musica è l’uomo.
Ma c’è chi ne sa fare un uso intelligente e quanto mai creativo, e questo è certo il caso di Tenedle (Dimitri Niccolai), nome noto agli appassionati della musica d’autore elettronica e non, giunto con questo “Grancassa” al suo quarto album (lo precedono “Psifreakblusbus" del 2003, “Luminal” del 2005 e “Alter” del 2007).
Rispetto al precedente “Alter”, che ci aveva fatto scoprire quest’interessante autore, Tenedle ha fatto un ulteriore passo avanti, confezionando un disco ricco di spunti e inaspettate soluzioni, grazie anche all’apporto delle magnetiche voci di Marydim (Ideale, veramente notevole, e In feedback), Silvia Vavolo (Lo stato in cui mi cerco, La cura del suono e Maledizione) e Vanessa Tagliabue Yorke (Sta accadendo), nonché di Rocco Brunori alla tromba, che dona una intrigante obliquità ai brani impreziositi dal suo intervento.
In questa ricerca d’interscambio artistico si situa senz’altro la novità di quest’album, che vanta almeno due brani particolarmente illuminanti come l’iniziale Hikikomori ed Egocentrifugo, in cui Tenedle ironicamente si descrive come un dinosauro, ma è chiaro che la sua ricerca stilistica lo porta sempre verso il futuro.
E’ certo salutare l’ascolto di un lavoro come questo, fuori dai cliché sonori dominanti nella musica d’autore italiana dei nostri giorni. Se poi si è dotati di una voce dal timbro elegante, si sanno scrivere delle melodie che sono delle vere melodie (ovvero quando le note vanno su e giù per il pentagramma) e soprattutto si sa cantarle, si è già sopra una buona spanna al 70% delle produzioni discografiche italiane di questi ultimi, in verità non troppo esaltanti, anni. Ed è in queste alte sfere che felicemente collochiamo il nostro Tenedle.
Ruben

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