giovedì 27 gennaio 2011

SIXTIES ITALIAN PSYCHO-BEAT: Story and Selection

Questa seconda selection inerente il Beat Italiano riguarda in particolare l'evoluzione Psichedelica del fenomeno: infatti, come in altre nazioni, lo sviluppo della cosmologia "hippy" e dei profumi lisergici prese quota anche in Italia,più o meno verso la fine del 1966.In quegli anni molte formazioni animate da grande coraggio (poichè il livello medio culturale della nostra penisola era molto più oscurantista di altri paesi) iniziarono ad esplorare quei sentieri; la cosa sorprendente furono i risultati, alcuni abbastanza limitati all'imitazione di modelli anglo-americani ma altri decisamente personali.

Astrali, Bisce, Chetro e Co., Chewing Gum, Fantom's

Molto personali furono gli Astrali (Un altro viaggio allucinogeno-intro, 1967, nati nella provincia di Torino a seguito del movimento underground e controculturale rappresentato da riviste come 'Pianeta fresco' (a cui presero parte Fernanda Pivano e altri poeti beat) e da una filosofia anarchica estrema: il brano strumentale è tratto da un nastro autoprodotto nell'inverno 1967 e mai venuto alla luce (se non grazie a chi scrive, ma in epoca successiva) che mette a fuoco le loro peculiarità: il gruppo andava in scena senza vestiti, con i corpi imbrattati di terra e foglie secche, oppure con abiti di cartone pressato e catrame (per simboleggiare la distruzione della natura da parte dell'uomo moderno).
Da Milano arrivavano invece Le Bisce, che per inaugurare l'apertura di un locale 'horror nel centro del capoluogo lombardo, incisero nel 1966 un brano davvero originale, da poter annoverare come un antesignano delle atmosfere gotiche e dar: non a caso il titolo era La danza della morte, 1966, dal sapore macabro e dissacrante.
Chetro & Co. erano un duo romano fondato da Ettore De Carolis, vicini al mondo del cinema e della cultura tanto che per incidere il loro particolare 45 giri (nel 1968) furono appoggiati da Pier Paolo Pasolini, che compose per loro il testo della straordinaria canzone Danze della sera, la quale come sottotitolo recava ‘suite in modo psichedelico’ e nello stesso anno ebbero una piccola parte nel film 'Diabolik diretto da Mario Bava (appaiono scena in cui la polizia irrompe nel locale dove si svolge l'happening allucinogeno.
I Chewing Gum erano di stanza a Firenze, ma il loro vero nome era Black Angels: i discografici vollero imporgli l'etichetta di Chewing Gum per accodarli al nascente fenomeno della 'bubblegum music', non rendendosi conto che il loro sound era qualcosa di molto più acido e deragliante: basti sentire la straordinaria Senti questa chitarra per rendersene conto (era chiara l'influenza di Hendrix fin dalle prime note). Torniamo ai Fantom's ed a Torino un altra volta, presentando un brano del loro repertorio fine 60: Katya è una canzone eterea e sognante che venne registrata verso il 1969 ed incisa dalla Polydor quasi un anno dopo. L'atmosfera onirica e freakedelica viaggia su binari addirittura mistici ed orientaleggianti.


Funamboli, New Trolls, Orme, Stelle di Mario Schifano, Stormy Six

Ma il clima si surriscalda subito con un brano dei Funamboli (originari di Vigevano) che fece scalpore nel 1966: La protesta ha un ritmo serrato e duro, sui testi che denunciano l'aperta opposizione del movimento beat a tutta la società dominante, parole talmente pesanti da mettere in croce qualsiasi benpensante ipocrita ancora oggi, figuriamoci in quei tempi.
I New Trolls non hanno bisogno di presentazioni: Sensazioni è la prima incisione dello storico gruppo ligure, avvenuta nel 1967; ascoltare quei suoni chitarristici ‘spaziali’ resta tuttora qualcosa di incredibile, che non conosce tempo.
Stesso dicasi per Le Orme, veneziani d.o.c., con il brano I miei sogni dapprima inciso a 45 giri e subito dopo incluso nel primo storico album "Ad gloriam" del 1968.
Altro gruppo seminale Le Stelle di Mario Schifano, ensemble formato da musicisti veneti e romani: fin dal nome collegati all'opera pittorica del grande artista Pop: malgrado vengano spesso collegati all'esperienza di Andy Warhol con i Velvet Underground, si può dire che musicalmente quanto esce dal loro unico LP "Dedicato a..." (registrato a Torino verso la fine del 1967) è abbastanza distante dal versante americano.
Tutta l'opera è costruita sul concetto di ‘viaggio’ oltre le barriere del tempo e dell'arte; la natura Pop della formazione veniva sottolineata dal loro show multimediale, con luci accecanti e televisori sempre accesi ai lati del palco (da un lato le stelle colorate dal maestro e dall'altro il mondo consumistico e massificante del video).
Chiudono la carrellata i milanesi Stormy Six, con un pezzo chiamato Sotto i portici di marmo e tratto dal loro primo album "Le idee di oggi per la musica di domani" (1969) in cui emerge la voce mistica e soave di Claudio Rocchi ed il suo stile singolare: poi continuerà da solista una volta uscito dal gruppo (del resto Claudio aveva idee diverse da Franco Fabbri, che li avrebbe poi indirizzati sul versante della canzone politica ed impegnata).
La Psichedelia fu un movimento vasto anche in Italia, ma a differenza di altri paesi, non costituì un perno discograficamente rilevante: infatti molti gruppi durarono lo spazio di pochi anni e non furono pochi quelli che neppure riuscirono ad avere un contratto decente.
I produttori non nutrivano grandi speranze su certe sonorità, preferendo a queste i ritmi più danzerecci del soul, della bubblegum music ed altri generi meno cerebrali (pur se validissimi). Ci fu comunque una ulteriore evoluzione di questi suoni nella stagione successiva, nei primi anni '70, quando comparvero le prime case indipendenti e si fece strada il grande movimento definito Pop e Progressive, ma questo lo vedremo in seguito.

Salvatore D’Urso

3 commenti:

aldo ha detto...

W La Violaccia!

Anonimo ha detto...

Giusto,Aldo...spieghiamo però che la VIOLACCIA era uno strumento creato dalle mani di Ettore De Carolis (Chetro),che lo suona infatti nel singolo del 1968,dando alla musica un gusto vagamente medievale e rinascimentale.
URSUS

Anonimo ha detto...

Un excursus molto più vasto sulla Psichedelia Italiana è stato scritto su Beati Voi vol.6, edito dalla Beat Boutique 67. Lo speciale sarà suddiviso in due puntate: la prima è già presente nella rivista che uscirà a giorni.
http://xoomer.virgilio.it/bvfvma/index_file/Page293.htm