venerdì 28 gennaio 2011

BLACK MUSIC - B.B. KING: 'The Blues Boy'

'Una camminata di dodici chilometri lungo una strada sterrata di campagna, in un'appiccicosa notte d’agosto, o sotto un gelido diluvio in dicembre può sembrare un prezzo non piccolo da pagare per ascoltare un po’ di musica, ma – credetemi - ero più che disposto a pagarlo'. (B.B. King.)

Il lavoro nei campi ed il Blues

Laggiù a Indianola, il centro dell’azione era Church Street, la strada in cui c’era il Jones Night Spot, un night club di proprietà di Johnny Jones, il quale era l’unico uomo di colore del quale i giornali dei bianchi parlassero bene. Occhieggiando all’interno del locale si poteva scorgere Sonny Boy Williamson in azione e studiare le prosperose chiappe delle ragazze come uno scienziato alle prese con un vetrino al microscopio.In fondo dai tempi poco lontani della chiesa e del reverendo Fair, cos’era cambiato? Lì come in chiesa due cose mandavano in paradiso il nostro Riley B. King: La musica e le ragazze. Il giovane e balbuziente Riley ben presto si rese conto che nulla come una chitarra era in grado di rapire la sua attenzione, certo c’erano le ragazze, ma il fascino di una chitarra ed i settantotto giri polverosi ascoltati da zia Mima avevano qualcosa di magico. The Thrill Is Gone
Non ci volle molto per rendere Riley B. King un 'Blues Boy', un giovane impadronito dai blues, emozioni forti, contrastanti, profonde, che non ti abbandonano mai, nel bene e nel male.
La prima ad andarsene fu la madre, poi la nonna, quindi la prima ragazza Angel quando lui aveva appena quattordici anni. La strada al Blues era spianata, il suo cuore squarciato, lì nel Mississipi le sue braccia pronte a soddisfare infiniti turni di lavoro nei campi di cotone, smuovere ettari di terreno dietro il mulo, divorare le giornate, le stagioni, lavorando, lavorando ed ancora lavorando per non essere inghiottito dal buio, per sopravvivere ai fantasmi e lottare per un futuro dignitoso.
Parlare di B.B. King significa parlare di blues con ritmo, di strada e solitudine, di dedizione totale al lavoro e di numeri, grandi numeri, migliaia di chilometri macinati anno dopo anno in una vita on the road da oltre trecentoventi concerti a stagione in trecentoventi città diverse per più di venti anni, quindici figli per quindici differenti madri, oltre settanta album in un quarantennio di musica, quattordici Grammy, quintali di cotone, di chitarre, di copertoni consunti ed incidenti scampati, insomma un uomo di un certo peso! Woke Up This Morning
In principio fu il trattore. Le donne consideravano i trattoristi uomini speciali, il salario era più alto, ben ventidue dollari la settimana e si poteva osservare il mondo dall’alto. Inoltre il mulo ti scoreggiava in faccia, il trattore no. Certo, era un passo in avanti, ma non sufficiente a placare la sete di fama e di successo di B.B., la voglia di viaggiare e fare soldi ed il sogno di fare della musica un vero e proprio lavoro. A volte i St. John Gospel Singers, un discreto gruppo gospel messo su con i suoi colleghi mezzadri, venivano ingaggiati come openers per artisti di fama che si esibivano in zona, ma poi tutto restava come prima, e dopo il raccolto l’unico a voler andare un po’ in giro per promuovere la band era Riley.
Ed è così che fece. Dopo una giornata di lavoro prese la chitarra e con due dollari e cinquanta si diresse al tramonto sulla highway 49, via dai campi e della monotonia di quella vita, altrove, senza voltarsi: destinazione Memphis. Sweet Sixteen

Gli Inizi: gli anni '50

1948. La svolta arriva ed il suo nome è: Pepticon.
Pepticon era un ricostituente che B.B. prese a promuovere in una stazione radio di Memphis la WDIA, scrivendo un jingle: “ Pepticon sure is good.. and you can get it anywhere in your neighbourhood.” Un mondo strano quello della radio, nel bel mezzo del profondo Sud, in piena segregazione, la WDIA era un posto in cui bianchi e neri lavoravano fianco a fianco.
Dopo sette otto mesi, nacque B.B. King. Alla radio presero a chiamarlo dapprima Beale Street Blues Boy, quindi Blues Boy, ed infine Bee Bee o semplicemente B.
Nel bel mezzo del pavimento, un bidone delle immondizie riempito di kerosene, prende fuoco per riscaldare uno stanzone di una vecchia casa adibito a night-club: B.B. è in Arkansas, a Twist, attacca a suonare, l’atmosfera si scalda, ma ad un certo punto il kerosene è dappertutto, fiamme, urla, panico e gente che fugge verso l’uscita. Anche B.B. scappa, dimentica la chitarra dentro, non ci ripensa due volte , si rigetta nella casa in fiamme, rischia tutto, ne esce con le gambe scottate, ma la chitarra è salva. Era il 1949 ed era nata Lucille.
La leggenda vuole che un avventore disse a un altro “Accidenti, non avrei mai pensato che due tizi sarebbero arrivati al punto di cercare di ammazzarsi per una ragazza come Lucille!”.B.B. li ascoltò e da lì prese a chiamare la sua chitarra Lucille. Bad Luck Soul
La carriera da dj divenne un qualcosa di non più praticabile a tempo pieno dopo la prima hit Three O’ Clock Blues, era bello trasmettere alla radio artisti come Dinah Washington, Al Hibbler, Little Esther, gli Orioles e vedere tutti quei dischi, tutte quelle etichette - la King, l’Atlantic, la Imperial, la Jubilee, la Peacock, ma era tempo di andare in tour; il primo posto nella classifica rhythm‘n’blues di Billboard significa notorietà a livello nazionale. Era ora di darsi da fare e cominciare a fare sul serio.

“Soltanto due anni prima ero una superstar del trattore che faceva ventidue dollari a settimana, ora potevo guadagnarne perfino mille a settimana”.

“ Non sa che è contro la legge correre per strada in mutande?”

Quando non c’era la musica nella mente di B.B. King c’erano le donne, ma non sempre tutto andava come previsto, come quella volta a casa di miss Fine, quando si ritrovò di fronte un poliziotto militare appena tornato dall’Europa desideroso di fare una sorpresa alla moglie.
Dopo il primo Ep su Bullet Records, e i dieci anni tra Modern, RPM e Kent, è l’ora della ABC Records, in compagnia di Brother Ray, Ruth Brown, Lloyd Price, gli Impressions, Fats Domino, gli anni cinquanta stanno per giungere al termine, il rock‘n’roll ha sconvolto il mondo, ma non è ancora finita: gli afroamericani hanno ancora tanti assi nella manica ed uno di questi è quello di cuori: Soul Music. Beautician Blues


Gli anni '60 e la Soul Music

Gli anni sessanta furono pieni di splendido soul, la politica filtrò all’interno della musica, attuando un cambiamento in direzione di un’affermazione di uno nuovo modo di essere neri.
In tutto questo però B.B. s’inserì come outsider, come il bluesman, così come era stato negli anni cinquanta.
Sebbene a sua detta nel corso dei decenni B.B si sia trovato letteralmente a passare attraverso il rock‘n’roll, il soul, il funk e poi la disco senza riuscire ad ammiccare di volta in volta alla moda del momento, resta il fatto che non è mai stato facile per il nostro trovarsi a suo agio con le categorie.

” Sin dal giorno in cui avevo avviato la mia carriera, ero stato definito un artista rhythm’n’blues, una descrizione che a mio parere mi calzava a pennello, poi nel corso degli anni sessanta, rhythm sparì, e rimase solo il blues, un etichetta che ho ancora addosso. Non posso fare a mano di chiedermi che fine ha fatto il rhythm; l’ho perso per strada? “ Heartbreaker

Di certo per via della strada e di quella vita on the road, B.B. si è lasciato alle spalle due matrimoni, un tourbus misteriosamente scomparso, odiosi episodi di razzismo, pistolettate, belle donne e gioco d’azzardo, ed in ultimo se non bastasse il fisco. Ad ogni buon conto, una vita ricca di anedotti ed episodi singolari. In certi festival hippie, intorno al 1968, c’era l’uso di assegnare una guida personale a ciascuno degli artisti in cartellone, e a volte queste guide erano rappresentate da ragazze completamente nude. Non sappiamo quanto fu imbarazzante per B.B. stare lì di fronte ad un ragazza bianca nello stato della Georgia, tentando di mostrarsi gentile ed affabile senza passar per un cretino, ma certamente andò meglio ai suoi musicisti che risero come matti.
Dopo la California e Manhattan, negli anni '70 fu la volta di Las Vegas, è lì che si volle trasferire, scatenando la rabbia del suo manager Sid Seidenberg, che temeva per la sua febbre da gioco.

Gli anni '70 ...

Ma gli anni '70 sono anche stati per B.B. gli anni della consacrazione mondiale, sbarcando in Giappone, in Africa,in Russia, in Inghilterra, e poi le apparizioni televisive all Ed Sullivan Show, il doppio album con Bobby Bland e le esibizioni al Nero’s Nook il salotto dell’Hotel Hilton su intercessione di Frank Sinatra da sempre ritenuto da B.B. il cantante definitivo. Think It Over
A sessantatrè anni suonati, la sua carriera prese una svolta ancora più importante, con la composizione della colonna sonora per il film 'Tutto in una notte' di John Landis ed il tour insieme agli U2, B.B. King conobbe un successo planetario arrivando poi ad aprire a Memphis, Los Angeles, Orlando dei B.B. King Blues Night-Club, creando un proprio marchio di abbigliamento casual, e persino prodotti alimentari B.B.King, le salse grigliate, il condimento per insalate, la crema di fagioli o il pesce congelato. Eppure B.B. continua a lavorare, la sua vita on the road non si è mai fermata e con accanimento e passione prosegue a suonare portando la sua musica in giro per il mondo.

“Vedi, B, anch’io sono un bluesman; siamo tutti bluesman, solo che sentiamo il blues in modi diversi. Il giorno in cui ci allontaneremo dal blues sarà il giorno in cui smetteremo di avere un senso”. (Charlie Parker)

Slim (IMANGIADISCHI)

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