Esce il giorno del mio compleanno il nuovo disco di Paolo Negri. Per i miei 41 anni, festa assicurata. Perchè Cobol questo è. Negri è uno che sa dove mettere le dita, con buon diletto della sua donna e di noi che stiamo qui a lasciarci meravigliare da questo nuovo fantastico giro intorno al mondo. Che è il suo e che ormai anche un po’ il nostro.
"Cobol" è lo ieri (Mouth of the gun), l’oggi (Turn Right) e il domani (Into the sky) del jazz acido. E’ la convergenza tra Brian Auger (Love Gambler), Mother Earth (Talk to me) e gli Air (King and queen in a castle made of sand). Paolo Negri non è più un musicista. Paolo Negri è un’intera orchestra. Paolo Negri è uno che tocca, come me sugli autobus di linea. Ma quello che tocca lui, oltre a diventare carne rosa che gocciola, diventa oro. E siccome non è tutto oro quello che luccica, lui l'ha ricoperto d’avorio. E poi gli ha soffiato in gola il soffio vitale perché quella materia plasmata dalle sua dita possa arrivare fino a noi, gonfia di vita, pulsante, carica di nervi, muscoli e fibre, colma di sangue e di liquidi vaginali. Oggi si brinda a Cobol, oggi si brinda a me, oggi si brinda senza sprecare un solo goccio di Martini. Tanti auguri, Paolo.
Franco Lys Dimauro
Hammond Beat/Paolo Apollo Negri
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