‘Nel novembre 1977, dopo aver completato un tour mondiale di sei mesi, Rory Gallagher e la sua band volò dal suo ultimo show in Giappone a San Francisco per iniziare a lavorare ad un nuovo album, con il famoso produttore americano Elliot Mazer (“Harvest” Neil Young, “Cheap Thrills” Janis Joplin,
“The Last Waltz” The Band). Mazer ricorda che le sessions andavano avanti nervosamente, Gallagher non era contento del missaggio, ritenendolo troppo complicato ed all’inizio del 1978 annullò l’intero lavoro, sciogliendo quella che era stata la sua band negli ultimi cinque anni. Molto più tardi, nel 2010, Donal, fratello e manager di Rory, si unì al figlio ed al nipote di Rory, Daniel, per tirar fuori l’album dall’archivio di Gallagher, iniziando nuovamente il processo di missaggio con il suo ingegnere del suono. Rory aveva detto nel 1992 che sperava l’album fosse riportato alla luce, ma per essere prima di tutto rimixato: ecco allora che finalmente possiamo ascoltare questo studio album mai pubblicato, di un periodo chiave della carriera di Gallagher, un lavoro che avrebbe visto la luce tra “Calling Card” e “Photo Finish”. Si tratta di un vero ‘santo Graal’ per tutti i fans di Gallagher’.
In sintesi questa è la storia – riportata e tradotta dall’official site di Rory Gallagher - dell’album perduto del grandissimo chitarrista irlandese deceduto il 14 Giugno 1995 a Londra a soli 47 anni, a causa di complicazioni succedute ad un trapianto di fegato. Come su riportato una vera inaspettata manna per i fans di Gallagher “Notes from San Francisco”: nel primo cd 12 appassionate debordanti songs hard-blues, non messe completamente a punto ma ugualmente notevoli, da aggiungere al già lunghissimo catalogo dell’artista. Cinque di esse sarebbero comunque apparse in veste ufficiale in “Photo Finish” (1978): Fuel to the fire, Brute force & ignorance, Mississippi sheiks, Overnight bag, Cruise on out. Le performances vocal-chitarristiche di Rory appaiono corroborate da tastiere ed in qualche caso da fiati, forse troppo intasate in qualche caso: probabilmente fu questo il motivo della débacle-insodddisfazione di Gallagher e della decisione finale di non farne più nulla. In ogni caso il quadro delle sessioni di registrazioni che ne esce è nel bene e nel male vitalissimo. Il secondo cd di “Notes from San Francisco” è un’altra incredibile sorpresa: un live esplosivo completamente inedito tratto da quattro notti al The Old Waldorf di San Francisco del dicembre 1979: pare che tra il pubblico ci fosse anche Van Morrison. E’ stato proprio Daniel Gallagher a voler aggiungere questa live-side perché testimonia di come Rory, in seguito alla cattiva sorte dello studio-album del 1978, e dopo essere stato colpito dall'energia sporca e dalla potenza di un concerto dei Sex Pistols al Winterland Ballroom cui aveva assistito, volle fortemente tornare all’essenzialità del trio che aveva caratterizzato la storia dei Taste ed i suoi primi lavori solo in studio. Insieme a lui i fedelissimi Gerry McAvoy al basso e Ted McKenna alla batteria. Signori, non c’è che l’imbarazzo della scelta: versioni violentissime ed abrasive, arricchite da improvvisazioni al cardiopalma, di Country mile, Off the handle, Tatto’d lady,Bullfrog blues, con le rasoiate della velenosa slide in primissimo piano; rock and roll come I’m leavin’, Do you read me, Sea Cruise eseguiti con furia primordiale; Il blues violentato come solo lui sapeva fare in una versione di Calling Card clamorosamente vibrante. Rory Gallagher e’ stato davvero il primissimo chitarrista ad elevare il rock-blues ad una dimensione noise oltre che hard, e non stupisce che sia idolatrato dalle nuove generazioni di strumentisti blues e rock (Johnny Marr, The Edge, Slash ...): l’immane energia che straborda da questi solchi (!?!?), nelle devastanti, dinamitarde versioni di Shadow Play e Bullfrog Blues, è quella di un artista che voleva tornare indietro al ‘meat and potatoes rock and roll’. “Notes from San Francisco”: due ore che riportano nell’alveo dell’arte vera e vissuta.
Wally Boffoli
Rory Gallagher official site
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