Dopo quattro lunghi anni di silenzio ritorna Joseph Budenholzer, alias Backworld, cresciuto nelle religiose tradizioni rurali del Nebraska, ma qui il boss c'entra come il cavolo a merenda. Con una profonda passione per il folk inglese, la psichedelia ed il misticismo cristiano fonda la sua creatura nel 1993, regalandoci 4 album
di livello più che buono, in particolare “Anthems from the Pleasure Park” (1999) che è unanimemente considerato il suo capolavoro. Questo “Come the bells” conferma le buone impressioni del precedente “Good Infection” (2007) nel quale figuravano ospiti illustri quali Isobel Campbell di Belle & Sebastian ed il grande David Tibet dei Current 93, il massimo esponente del cosiddetto Apocalyptic Folk: odio le etichette ma questa mi fa impazzire. La splendida copertina fa pensare immediatamente ad un disco di progressive di quelli storici degli anni 70', ma qui le morbide melodie tessute da Joseph sono piuttosto riconducibili a certi dischi sotterranei del sottobosco folk inglese: profumi di Comus, Forest e C.O.B. oltre ai fondamentali Incredible String Band inebriano questi solchi. Non ci sono grosse cadute di tono nelle 11 tracce di questo "Come the Bells", gli ospiti presenti si dimostrano all'altezza del leader, splendidi gli inserti di cello e violino, Noah Hoffeld e Christina Key, e suadenti i delicati ricami pianistici del bravo Micki Pellerano. Il cantato del leader è molto spesso un vero e proprio reading, troviamo echi di Leonard Cohen in That i had wings e Language of dreams e del Syd Barrett più sgangherato in One returns to one. Molto frequenti le tracce completamente strumentali, veri e propri acquerelli in musica, nenie dolcissime e tristissime, mini-colonne sonore autunnali quando cadono le foglie e la malinconia ti invade l'anima. Un disco che i più si dimenticheranno, anzi si sono proprio dimenticati: ben poche recensioni in rete, sono orgoglioso di segnalarvelo; per un’altra rara volta le campane hanno suonato per Joseph.
Ricardo Martillos
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