Sono trascorsi oltre trent’anni dalla pubblicazione di “Patriots”, ma Franco Battiato nel clima di sconvolgimenti politici in cui purtroppo versa il nostro paese in questo momento, riesce a rendere fin troppo attuale la tematica di rivolta sociale contenuta in esso.
Debuttato il quindici luglio all’Ippodromo delle Campanelle di Roma, in occasione del Festival Rock, il tour si propone di ritornare ad un suono più rock, coinvolgente, capace di scuotere le coscienze, in vista di una vera e propria rivoluzione, non a caso, proprio nel periodo in cui si celebra il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Una sorta di richiamo alle armi, per incitare una nazione allo sbando a risvegliarsi e a riprendere il comando di una nave oramai alla deriva. Il cantautore siciliano, nato a Jonia (Ct) nel 1945, poliedrico e versatile artista a tutto tondo sulle scene da più di quarant’anni, sempre in bilico tra sperimentalismo e canzone d’autore, ha voluto così tornare ad un sound certamente più popolare, capace di giungere in maniera più diretta al cuore dell’ascoltatore. E così dopo il progetto “Diwan” che lo ha visto protagonista a Barletta di un concerto davvero indimenticabile, eccolo ritornare nell’amata Puglia, dapprima a Bisceglie e poi ad Ostuni, in un Foro Boario gremito dai tanti fan ed estimatori, giunti numerosissimi per l’evento musicale. Sono circa le ventidue quando l’artista siciliano, sale sul palco salutando il suo pubblico con un ridente “benvenuti!”, preceduto da una brevissima introduzione musicale del giovane chitarrista Davide Ferrario. Accompagnato da una band d’eccezione, formata dai fedelissimi compagni musicali di sempre Angelo Privitera alle tastiere e computer, Carlo Guaitoli al pianoforte, Davide Ferrario alla chitarra, Giordano Colombo alla batteria, Lorenzo Poli al basso e il Nuovo Quartetto Italiano (Alessandro Simoncini e Luigi Mazza al violino, Demetrio Comuzzi alla viola, Luca Simoncini al violoncello) Franco Battiato inizia il suo show con le note introduttive della versione inglese di Up Patriots To arms (incisa per “Echoes Of Sufi Dances”), più che mai attuale nel passaggio in cui afferma “mandiamoli in pensione i direttori artistici e gli addetti alla cultura”.
Il pubblico appare subito entusiasta per l’impatto sonoro compatto e certamente coinvolgente, nel quale il tappeto armonico degli archi ben si innesca nella formazione rock e nei suoni siderali e cosmici dei sintetizzatori. Il concerto prosegue con Auto da fe (brano tratto dall’album “Gommalacca”), No Time No Space, Un’altra vita scritta oltre trent’anni fa ma sempre veritiera così come “un’equazione matematica”, asserisce amareggiato il maestro, Tra sesso e castità e Il cammino interminabile. Il pubblico si avvicina al palco, cantando a squarciagola, trascinato dalla potente macchina sonora del live. Con Il ballo del potere, Shock in my town e l’epica Inneres auge ha termine la prima parte del concerto. La seconda, decisamente più intimista ha dato ampio spazio ai virtuosismi del quartetto d’archi. E’ quindi la volta delle dolcissime versioni de Gli uccelli e Segnali di vita, per poi scivolare lentamente tra le note della ballata J’entends siffler le train di Richard Anthony, brano statunitense riadattato in francese, e La canzone dei vecchi amanti (La chanson des vieux amants) di Jacques Brel. Acclamate a gran voce l’attualissima Povera patria e Prospettiva Nievskj, poi la corsa musicale in un crescendo di emozioni con Le aquile (ispirata alla scrittrice Fleur Jaeggy) e i grandi successi di sempre La cura, I treni di Tozeur, La stagione dell’amore, L’era del cinghiale bianco, Voglio vederti danzare e per terminare Summer on a solitary beach e Cuccurucuccu.
L’artista, stanco ma soddisfatto, saluta il pubblico che a gran voce richiede bis. Eccolo quindi, tornare sul palco pronto ad intonare una toccante versione de L’animale, per poi chiudere il concerto con E ti vengo a cercare e il tormentone Centro di gravità permanente. Una serata davvero indimenticabile, a dimostrazione dell’incredibile versatilità di Franco Battiato, una delle personalità più eclettiche in campo internazionale, capace di spaziare dalla canzone all’opera lirica, dalla musica leggera allo sperimentalismo e persino al cinema, superando ogni confine di genere artistico.
Claudia Mastrorilli
Si ringrazia Puglia Live per il permesso accordato a pubblicare l'articolo
Live Ostuni, 9/8/2011
Nessun commento:
Posta un commento