Certo, tra i riferimenti immediati sembrano esserci Velvet Underground, Hawkwind e per certi versi anche The Doors passati attraverso il filtro di The Young Gods e di certo kraut-rock. Ma lasciando da parte ulteriori riferimenti, Wooden Shjips si sta velocemente affermando come una realtà dotata di una forte personalità ormai consolidata nel panorama del garage-rock psichedelico. I brani posseggono una struttura semplice, possente ed ossessiva, una sorta di tessuto connettivale up e mid-tempo innervato da temi ipnotici (portati di volta in volta dalla chitarra, dall'organo o dal basso) in cui la reiterazione strumentale fornisce alla poetica della voce il tempo e lo spazio di cui le immagini necessitano perchè possano dilatarsi nella nostra realtà di ascoltatori, ormai inequivocabilmente dirottata su di un piano onirico. Scuri e seducenti grooves dal drumming minimale ed incisivo dipingono il cielo basso sotto al quale ci ritroviamo a muoverci, un cielo che diviene cangiante quando squarciato dai sonici interventi solisti della chitarra. Reminescenze di un soul decadente e maledetto emergono insinuose ed insistenti durante tutto questo viaggio che ci conduce ad ovest, in direzione e oltre le macerie di Haight Ashbury. Ed ancora: al di là del ponte sembra che l'approdo stia svanendo in maniera del tutto naturale così che, senza ansie né timori da bad trip, ci si possa proiettare nello spazio, oltre il tempo. "West" suona come se fosse un catalizzatore di fumi lisergici in grado di condensare il proprio background in una miscela unica e convincente; la testimonianza di brani come Black Smoke Rising in apertura, la successiva Crossing e gli oltre sette minuti di Flight potrebbe già bastare. In poco meno di 38 minuti, l'album si afferma come uno dei migliori di questo 2011 (almeno per chi scrive) ed è forse tra le uscite discografiche di settore destinate a lasciare il segno per i prossimi anni. Per chi volesse approfondire la conoscenza di Wooden Shjips (ne vale la pena), segnalo che prossimamente, sulle pagine digitali di Distorsioni, potrete leggere un approfondimento a cura del provvidenziale Ricardo Martillos. Buon viaggio.
Aldo De Sanctis
Ripley Johnson, chitarra e voce
Dusty Jermier, basso
Nash Whalen, organo
Omar Ahsanuddin, batteria
Wooden Shjips official website
Wooden Shjips su Thrill Jockey
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