Le coordinate sonore di "Brucio" quindi spaziano da shuffles tradizionali a folate rock grezze e dirette.Già dal secondo brano del cd, che fa anche da singolo, Brucio sono chiari gli intenti dei VfS: suoni grezzi e tradizionali di slide accompagnati da batteria incalzante e dalla bella voce di Carestìa che, cantando in Italiano, non può non far tornare alla mente in alcuni frangenti cantanti Beat degli anni Sessanta, in particolare alcuni vocalizzi alla Lucio Battisti. Il disco si snoda tra episodi tirati e grintosi come Vola con Me o la strumentale Jam ed altri più acustici ed intimisti come Anima Grigia, People Love Rock'n'roll e Non pensare, non Parlare.
Non manca una personale ma rispettosa versione acustica di Can't be satisfied di Muddy Waters, tradotto in Quando vedo nero. La canzone preferita da chi scrive è Respiro Male, con incedere lento e punteggiato da arpeggi di chitarra al phaser intervallato da un ritornello grintoso.Suonato con bravura e sudore, "Brucio" ha però un punto debole, tipico di molti gruppi italiani che cantano in lingua madre: i testi. Essi, nel sincero tentavivo di riproporre le pulsioni sessuali e libertarie tipiche del rock classico peccano di eccessiva ingenuità, ma forse proprio questa vena naif dei VfS può essere la loro arma vincente.
A tal proposito è divertente l'aneddoto del loro provino fatto ad X Factor4 (!), sostenuto con una faccia tosta ed un'ingenuità da applausi, altri gruppi per questo mi sarebbero stati invisi. In definitiva "Brucio" è un disco acerbo ed ingenuo, ma piacevole nell'ascolto e ben suonato. Aspettiamo ulteriori progressi.
Vincenzo Erriquenz
Black Nutria
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