sabato 28 maggio 2011

GIL SCOTT-HERON (1949 - 27 maggio 2011) Dalla suburbia ... in paradiso

Sull'onda
dell' emozione intensa per la scomparsa del grande maestro Gil Scott-Heron, piegandola alla voglia di testimoniarne la grandezza artistica, il nostro Michele Passavanti ha scritto per Distorsioni il giorno dopo la sua dipartita un articolo commemorativo, il primo che pubblichiamo. Ne seguirà domani un secondo, scritto da Slim. Grazie davvero Michele! (wally)


Ci sono artisti che con la loro personalità scrivono a lettere di fuoco il proprio nome nella storia della musica. Gil Scott Heron è stato senza alcun dubbio tra questi. Scomparso il 27 maggio 2011 all'età di 62 anni Gil Scott Heron ha rappresentato non solo un' epoca musicale ma un intero movimento.
Un artista difficile da incasellare: poeta, romanziere, cantante, musicista.
Quel che è sicuro è che Gil Scott Heron era un vero e proprio vulcano di emozioni. Da molti considerato come il padre del Rap, nasce a Chicago il primo aprile del 1949. Trascorre la sua infanzia nel Bronx di New York, quartiere difficile, il perfetto scenario urbano dove incubare le sue prime riflessioni. Inizia la sua carriera artistica negli anni '60 come scrittore con il romanzo 'The Volture'. In italiano si può trovare recentemente tradotto il suo romanzo più importante, 'La fabbrica dei negri' (Shake underground).


E' nel 1970 che inizia ad incidere musica pubblicando l'album "Small Talk at 125th & Lenox Ave" a cui seguiranno capolavori come "Pieces of a Man" (1971 - Save The Children) che segna la prima di numerose collaborazioni di Scott-Heron con il musicista Brian Jackson, "Free Will" (1972 - Speed Kills), "Winter in America" (1974 - Rivers of My Fathers), "The First Minute of a New Day" (1975 - Liberation Song, The Red, Black and Green) "From South Africa to South Carolina" (1976 - South Carolina, Barnwell) il doppio live "It's Your World" (1976), e altri lavori come "Bridges"(1977 - We Almost Lost Detroit) "Secrets" (1978 - Madison Avenue) e "The Mind of Gil Scott-Heron" (1979). Album eccezionali capaci di influenzare le generazioni future della black music. Per tutti gli anni '70 la sua musica ha saputo raccontare la vita del ghetto e della popolazione nera. Gli anni '80 vedono l'autore americano realizzare solo quattro album per poi essere scaricato dall' Arista Records e rimanere senza contratto fino al 1994. Gil Scott Heron inizia ad essere un personaggio scomodo, che spesso non risparmia attacchi diretti al presidente Regan e alla sua amministrazione. In 'Black Wax' per esempio, documentario molto interessante del 1982 di Robert Mugge, si vede un Gil Scott Heron a spasso per Washington commentare senza peli sulla lingua la politica americana, recitare poesie sulla storia dei neri d'America e in concerto con i suoi divertenti monologhi.
Per tutta la metà degli anni '80 l'autore americano rimasto ormai senza contratto non cessa la sua attività musicale e si dedica prevalentemente ai concerti. Dobbiamo attendere fino al 1994, con la pubblicazione di "Spirits" per assistere al trionfale ritorno discografico di Gil Scott Heron.
Il disco si apriva con la memorabile Message To The Messengers, una sorta di poesia che prendeva posizione nei confronti degli artisti rap di quei giorni. Gli anni Novanta vedono tra l'altro la riedizione su cd di tutti i suoi lavori. Il nuovo millennio, ironia della sorte, ci racconta purtroppo di un artista, arrestato più volte per detenzione ed abuso di stupefacenti, vivere come un barbone e ormai tossicodipendente. Una sorta di scherzo del destino visto che proprio lui anni prima denunciava i pericoli del ghetto. Ma la storia di uno dei più grandi autori della musica nera non può terminare in questo modo.
Scott-Heron cerca di rialzarsi e dimostrare al mondo che ha ancora qualcosa da dire. Con "I'm New Here" dello scorso anno, remixato successivamente anche da Jamie Smith degli XX, Heron serve al grande pubblico il suo riscatto. Si tratta di un disco scuro, breve, appena 30 minuti raccontati da una voce ormai provata e sofferente. Il testamento di un autore straordinario che non solo ha raccontato al meglio le problematiche della popolazione nera ma che nel periodo peggiore della sua vita ha saputo scrollarsi di dosso i suoi demoni, testimoniando un'ultima volta le sue convinzioni, marchiando a fuoco i nostri cuori. 'God bless you!' Mr. Gil Scott Heron!
Michele Passavanti


Gil Scott-Heron discography:
* Small Talk at 125th & Lenox Ave. 1970 Flying Dutchman Records
* Pieces of a Man. 1971 Flying Dutchman Records
* Free Will. 1972 Flying Dutchman Records
* Winter in America. 1974 Strata-East Records
* The Revolution Will Not Be Televised (Best of). 1974 Flying Dutchman Records
* The first minute of a new day - The Midnight Band. 1975 Arista Records
* From South Africa to South Carolina. 1975 Arista Records
* It's your world - Live. 1976 Arista Records
* Bridges. 1977 Arista Records
* Secrets. 1978 Arista Records
* The Mind of Gil Scott-Heron 1979 Arista Records
* 1980. 1980 Arista Records
* Real eyes. 1980 Arista Records
* Reflections. 1981 Arista Records
* Moving target. 1982 Arista Records
* The best of Gil Scott-Heron. 1984 Arista Records
* Tales of Gil Scott-Heron and his Amnesia Express. 1990 Arista Records
* Glory - the Gil Scott-Heron collection. 1990 Arista Records
* Minister of Information. 1994 Peak Top Records
* Spirits. 1994 TVT Records
* The Gil Scott-Heron collection sampler: 1974-1975. 1998 TVT Records
* Ghetto Style. 1998 Camden Records
* Evolution and Flashback: The Very Best of Gil Scott-Heron. 1999 RCA
* I'm new here. 2010 XL Recording

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