giovedì 26 maggio 2011

ATOME PRIMITIF: "Three Years, Three Days" (2011, Urban 49)

Confesso che prima di ascoltare questo lavoro, degli “atomi primitivi” non conoscevo nemmeno l'esistenza, e che mi sono fatto attrarre all'ascolto dal nome, che mi ricordava un vecchio romanzo di fantascienza letto nella mia lontana adolescenza. Come mi succede spesso, ho cominciato con qualche assaggio dei vari pezzi e la cosa mi ha convinto di aver fatto una buona scelta, seppur scarsamente motivata. Ebbene, i quattro ragazzi romani, precisamente Azzurra Giorgi alla voce, Clelia Patrono alle chitarre e alla programmazione elettronica, Giacomo Ferrera al basso e Claudio Cicchetti alla batteria, sono sulla piazza dal 2007 e, dopo la dovuta gavetta fatta di concorsi e comparsate varie, ma anche di prestigiosi “opening act”, arrivano al primo album, il cui titolo allude al fatto che, nei soli tre giorni di registrazioni, sono condensati tre anni di attività. Il suono del gruppo si muove in territori elettroacustici, la voce eterea di Azzurra Giorgi (peccato per la pronuncia inglese un po' “de noantri”, ma ci sta) viene sostenuta dalla strumentazione tradizionale, ma anche da un tappeto di suoni computerizzati. Il tutto forma un unicum che dà origine ad atmosfere notturne, occasionalmente rischiarate da rasoiate di luce rock, come accade ad esempio in Indù, il secondo pezzo dell'album, nel quale anche la voce, solitamente “educata”, prende tonalità più aggressive, oppure nel lungo, oscuro e pesante pezzo conclusivo, Amor & Psiche, una cavalcata elettrica con tanto di assolo di chitarrona wah-wah e nella marziale Machine, in cui l'elettronica la fa da padrona, filtrando anche la voce della dolce Azzurra. Dal disco è stato estratto un primo singolo, Tuna Drama, pezzo piuttosto articolato, che parte lento e sognante, per avviarsi verso un finale infuocato, mentre si compie il gramo destino del povero tonno che, colto in flagrante nel suo natio oceano, finisce ingloriosamente (per lui) in un piatto di spaghetti. Il brano, tra l'altro, è accompagnato da un video piuttosto curato. Personalmente trovo che ai nostri Atomi si addicano di più le atmosfere dilatate e oscure, in cui emerge il loro stile peculiare e nelle quali le potenzialità sonore del connubio tra chitarra e aggeggi elettronici, egregiamente padroneggiate da Clelia Patrono, vengono maggiormente evidenziate. Infatti, tra le tracce del disco, le mie preferite sono Air, che paga il giusto tributo al dub con il possente contributo fornito da basso e batteria e la confidenziale Concert In My Head. In definitiva, una piacevole sorpresa.
Luca Sanna
Tuna Drama
Urban 49 Records

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