mercoledì 2 febbraio 2011

WIRE: Il Terzo Millennio e il nuovo disco, “Red Barked Tree” (Jan 11, 2011, Pink Flag/Goodfellas)

Gli Wire nel Terzo Millennio

La nuova fase creativa degli Wire inizia con i primi fuochi del Terzo Millennio e coincide con la loro reunion: l’EP “The Third Day” (2000) ma soprattutto i tre EP “Read & Burn 01 e 02” (2002, Pink Flag) e "03" (2007), dopo il silenzio degli anni ’90 (solo alcune compilation) contengono ottimo e abrasivo materiale; Colin Newman (guitars, vocals), Bruce Gilbert (guitars), Graham Lewis (bass), Robert Gotobed (drums): inossidabili, ecco la profonda impressione che fecero all’epoca.
“The Ideal Copy” (1987, Mute), "A bell is a cup … until it is struck " (1988, Mute) e “It’s Beginning to and back again” (1989, Restless Rec.) erano stati i loro lavori negli ’80, sempre di grande levatura, legati all’elettronica/tecnologia e a un pronunciato lavoro di studio, anche se i vertici artistici gli Wire li avevano indubbiamente raggiunti proprio in pieno punk e subito a ridosso: “Pink Flag" (1977, Harvest), "Chairs Missing" (1978, EMI), "154" (1979, Toshiba EMI).
Proprio con queste tre opere Colin Newman & c. mostrano al mondo la loro ecletticità (saranno anche coverizzati negli ’80 da REM, Big Black, Elastica), diventando tra le più geniali menti pensanti del passaggio dall’anfetamina/essenzialità punk a una complessa sensibilità ‘post’, marchiata a fuoco da un’originalissima vena compositiva (coinvolge tre quarti della band, Colin Newman e Graham Lewis in primo luogo): ancora tanta scarnezza punk, incrociata e sublimata però in melodie ‘lunari’ e ballate stranianti d’ascendenza addirittura Barrett-iana.
Nel 2003 Wire pubblicano a sigillo di una ritrovata creatività ed ispirazione “Send”, che comprende anche brani degli EP "Read & Burn": è il loro primo vero capolavoro ‘oscuro’ del nuovo Millennio; prevale l’irrefrenabile Mr.Hyde che è da sempre negli Wire: brani glaciali, apocalittici, claustrofobici, ‘segnati’ dall’implacabile ritmo metronomico del drumming di Robert Gotobed e dalle chitarre cattive e lancinanti di Newman e Gilbert. Il disco è stato ripubblicato recentemente come "Send Ultimate" (2 Agosto 2010, Pink Flag) in edizione doppia (22 brani), comprendente materiale nuovo inedito ed alternate takes incisi tra il 2000 ed il 2003, compresi i due "Read & Burn" del 2002 divenuti nel frattempo introvabili.
Il nuovo disco di studio “Object 47” (2008, Pink Flag) rappresenta un clamoroso giro di boa: ricompare Dr.Jeckill e con lui quella sensibilità pop che aveva trionfato nei loro brani alla fine dei ’70; il mood è notevolmente più conciliante, anche se si avverte nei brani una sorta di sospensione ‘climatica’, indecisa se virare verso le tenebre o spalancare le finestre.


Il nuovo disco degli WIRE: "Red Barked Tree"
“Red Barked Tree” congela questa splendida incertezza dandole le fattezze di una seducente ‘malinconia cosmica’, prodiga di nuovi miracoli pop, proprio come in “Chairs Missing” e “154”: l’iniziale Please Take è il prodotto più raffinato in questo senso di "Red Barked Tree", una melodia che cattura e seduce già ai primissimi ascolti; ma attenzione, perché poi si fa mente locale (e sottile inquietudine!) su ciò che Graham Lewis canta da perfetto crooner: ‘Please take your knife out of my back (Per favore tira fuori il tuo coltello dalla mia schiena)".
Adapt, Down To This e Red Barked Tree, languide e avvolgenti, crepuscolari di morbidi pianoforte, tastiere e chitarre acustico-elettriche, si avventurano senza paura in territori ancor più fascinosi di lisergica malinconia, soprattutto la finale title-track, quasi 6 minuti di splendida emozionale introspezione vestiti di toccanti risvolti armonici. L’oscurità ‘definitiva’ di Send é lontana anche nella ‘mutante’magnifica Smash, persa tra tentazioni dark e luminose. Della stessa arte chiaroscurale vive Clay; Bad Worn Thing rimane invece l’episodio più atipico in assoluto (per gli Wire) di "Red Barked Tree", un sapido ‘verboso’ monologo! Qualche vecchio fan forse a questo punto dirà: ed i proverbiali, gelidi, metronomici Wire? Tranquilli, non sono scomparsi: si fanno ancora perfidamente respirare in Now Was, Two Minutes, nella marziale Moreover, o nella moderata punkitudine ‘naif’ di  A Flat Tent, memore degli splendori "Pink Flag; ad una cosa ad ogni modo devono arrendersi i più nostalgici in ascolto: gli Wire tutto sono meno che ‘replicanti’, esattamente il contrario, degli splendidi artisti ‘mutanti’ che con "Red Barked Trees" siglano un’ennesima importante tappa di una personale incessante evoluzione espressiva!
Wally Boffoli
Wire Official Website

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