Serata imperdibile presso il piccolo ed accogliente Circolo Caracol di Pisa, che ormai si distingue per una programmazione sempre più attenta e coraggiosa delle proposte indie italiane ed internazionali, e stavolta tocca ad uno dei nomi di punta della ex No Wave newyorkese, Lydia Lunch che, a distanza di 30 anni dal suo debutto con “Queen of Siam”, si ripropone in un nuovo progetto con tre quarti della band inglese Gallon Drunk. Già il nome indica la strada lungo la quale verremo condotti: Big Sexy Noise, musica frenetica, rumorosa che accoglie in sé il lato oscuro e marcio del rock.
Ma andiamo per ordine: aprono la serata i milanesi Three Blind Mice, formazione a quattro; basso, batteria e due chitarre, la musica conferma il look scelto dal gruppo, siamo in piena new wave anni 80, ballate rock metropolitane cantate con discreto pathos esistenzialista, il tutto ricorda spesso Nick Cave, il pubblico sembra apprezzare e risparmia ai nostri la solita distratta rumorosità che spesso avvilisce il gruppo spalla.
Intorno alle 11 e 30 arriva il momento dei Big Sexy Noise: James Johnston (chitarra), Ian White (batteria) e Terry Edwards (sax/organo) dei Gallon Drunk e lei, la più attesa, Lydia Lunch e certo non deluderà il suo pubblico, gli anni sono passati, il fisico porta i segni di una vita fatta di eccessi e sregolata, ma la presenza e la tenuta scenica non lasciano indifferenti, la voce è ancora in grado di scaldare i cuori e scatenare i corpi e si accompagna perfettamente al blues distorto e rumoroso punkeggiante e funkeggiante dei 3 Gallon Drunk, dialogando sia con la chitarra distorta di Johnston che con le tastiere o i riff jazzati e rabbiosi del sax di Edwards.
Certo non sempre il risultato dei richiami sessuali, siano essi espliciti o allusivi, è quello desiderato, ma la furia della musica e una certa dose di ironia salvano spesso dalle cadute di tono. Il pubblico è molto vario e accanto ai coetanei della Lunch che ebbero modo di apprezzarla sin dal suo esordio, non mancano i più giovani, i primi a scatenarsi dietro la musica del gruppo e qualche più compassato esponente del mondo dark.
Lo spettacolo è incentrato in gran parte sui brani dell’ultimo lavoro a nome "Big Sexy Noise" e la dimensione live ben si adatta a valorizzare una musica che non concede nulla al ben fatto, al carino, ma che, recuperando radici garage, scatena energie profonde e scava nelle viscere del rock più degenerato e il pubblico apprezza scatenandosi dietro ritmi che, nella miglior “tradizione” no wave, occhieggiano al funk, come nella fiammeggiante Slydell o rileggono in chiave ancor più violentemente decadente e dark Kill Your Sons di Lou Reed.
Lo show dura circa un’ora dopodichè Lydia abbandona il palco dichiarando di aver bisogno di bere: non ci saranno bis, ma la gente è soddisfatta e a ragione, cosa chiedere d’altronde ad un concerto rock? Una bella atmosfera, ruvida e genuina, musicisti che danno se stessi e mettono nella loro musica quanto hanno raccolto in decenni di concerti e studi di registrazione, una musica che ti prende e ti smuove viscere e cervello, un’artista che sa tenere il palco portando con sé il peso della sua storia musicale, e allora tanto vale chiudere gli occhi e fingere di trovarsi in qualche tempio della No New York di trent’anni fa.
Ignazio Gullotta
foto di Ignazio Gullotta
Lydia Lunch Big Sexy Noise live:
Caracol, Pisa, 16/12/2010
Your Love Don't Pays My Rent
Kill Your Sons
Slydell
The Gospel Singer
Globaltica 2009
Big Sexy Noise
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