Il mio Natale del 1998 fu allietato da un grandissimo concerto dei Fleshtones qui in Puglia: ho pensato di riproporvi la mia cronaca di dodici anni fa, sperando sia invecchiata con dignità, per rendere magari questo Natale un pò speciale come fu per me quello del 1998. (wally)
The Fleshtones, una band che é una leggenda vivente del rock&roll, nata nel periodo di massimo splendore del punk newyorkese, fine anni '70. Ma Zaremba e soci non hanno mai avuto a che fare con l'ortodossia nichilista di un Richard Hell né con la concezione visionaria di un Tom Verlaine: Peter Zaremba, Keith Streng e c. sin dagli esordi hanno imposto una fresca personale estetica sixties-beat party/revival tesa quasi ad un congelamento di quella naiveté ritmica e melodica, ricchezza infinita ed eredità preziosa di un decennio che ha dato al rock molto, molto di più di quelli successivi. Fleshtones hanno sempre amato l'Europa, nella quale sono letteralmente idolatrati, Francia ed Italia in particolare, e negli ultimi anni ci hanno regalato degli shows indimenticabili.
THE FLESHTONES Live (Hype Pub, Trani/Bari 5/12/1998)
Ricordo ancora vividamente le emozioni provate all'ascolto del primo album dei newyorkesi Fleshtones, "Roman Gods": era il 1981, e dall'America arrivavano i primi Dream Syndicate, Green On Red, Gun Club e naturalmente The Cramps, ma il beat-garage adrenalinico che Peter Zaremba, Keith Streng trasudavano da quei solchi era letteralmente inzuppato di riferimenti ai grandi british-groups con i quali ero cresciuto, Animals, Yardbirds, Pretty Things. Negli anni '80 Fleshtones sono state una delle mie bands preferite in assoluto con album come "Hexbreaker!", poi ne avevo perso un pò le tracce.
Nei '90 invece sono tornati alla ribalta alla grande: li ho cercati, ed ho scoperto dischi come "Beautiful Light ('93)", "Laboratory Of Sound ('96)", vitali e scoppiettanti come sempre e soprattutto "More Than Skin Deep" per la Epitaph che rivive con potenza i fasti anfetaminici degli esordi. Grandissima era quindi l'attesa per il loro show all'Hype Pub di Trani del 5/12/98.
Sono stati preceduti dai bravi Rockin' Bones di Putignano (Ba), orfani purtroppo (per noi maschietti..) quella sera della loro strip-teaseuse, che hanno sfoderato un guitar-sound di tutto rispetto a base di richiami palesi surf e fifties: tra i brani eseguiti Custom Caravan (Pyramids, dalle famose raccolte Pebbles), It's Only Make Believe ed un originalissimo schizoide italian-rockabilly di Clem Sacco interpretato dallo spiritato batterista.
CHRISTMAS WITH THE FLESHTONES ! recitava il loro manifesto e miglior natale non potevano regalarci davvero gli indiavolati garage-rockers con un act intensissimo, una scaletta serrata al fulmicotone, con fulminee intrusioni di harmonica e farfisa-organ in un sound chitarristico sino allo spasimo, come nella migliore tradizione sixties.
Peter Zaremba (lead vocal/Harmonica/Farfisa/percussions), Keith Streng (guitars/vocals), Ken Fox (bass), Bill Milhizer (drums), non sono più giovanissimi e si vede; ma sono di quei musicisti che hanno DAVVERO venduto l'anima al diavolo: la vitalità, la gioia, l'energia che ti trasmettono dal palco sono uniche, complici anche la perfetta coreografia sixties della chitarre che si muovono e suonano in simbiosi, le febbrili contorsioni attorno all'asta del microfono di Peter, gli improvvisi stop ieratici seguiti da riprese elettrizzanti, le ripetute incursioni tra il pubblico in fila indiana dei quattro ....sino anche sul bancone del bar! Una professionalità non certo improvvisata la loro, di rockers che calcano i palchi di mezzo mondo ormai da più di 20 anni, mettendo d'accordo vecchia e nuova generazione, grazie ad un approccio punk alla gloriosa e gioiosa materia garage beat! Come non esaltarsi di fronte alle loro ruvide covers di Inside Looking Out (Animals) cantata da Streng, I Wish You Would, ai vecchi ma sempre trascinanti hits Stop Fooling Around, The World Has Changed, American Beat.
Tra i brani di più recente produzione abbiamo sudato e pogato I'm Not A Sissy, Laugh It Off, God Damn It con i nostri al massimo di un'ispirazione ritrovata tra le pieghe di una tradizione immarcescibile!
Wally Boffoli
Inside Looking Out
I'm Not a Sissy
Stop Fooling Around
American Beat
The World Has Changed
Nessun commento:
Posta un commento