degli anni 80 che ancora adesso infestano le discoteche nelle serate revival. E a questo punto Voi, cari lettori, inizierete seriamente a domandarvi perchè vi sto raccontando tutta la mia vita. Ed io ve lo spiego: perchè mi è capitato un album da recensire che di colpo mi ha risvegliato una valanga di ricordi buffi, allegri, lieti, fantastici, bizzarri della mia pre-adolescenza e adolescenza. Loro si chiamano CSS (nome che significa "Cansai de ser sexy", cioè stufa di essere sexy) e l'album si intitola, in spagnolo, “La Liberaciòn”. E qui veniamo al dunque: siamo di fronte a un vero monumento commemorativo eletto alla Disco-80!
Le geometrie ritmiche sono volontariamente fintissime, le tastiere abbondano, i synth sono così gommosi nei loro timbri da puzzare dei Big Babol che masticavate ascoltando Den Harrow e che reclamizzava Daniela Goggi (la sorella più sfigata – ma forse anche più sexy – di Loretta), le voci femminili sono sguaiate, sfacciate, un po' arroganti e capricciose, proprio come si usava all'epoca. E, sempre come si usava all'epoca, in City Grrrl trovate ammiccamenti spagnoleggianti, con chitarrine flamencate e trombe melense, in Echo of Love i ritmi si spostano sul calypso (molto in voga nei 'repechages' stilistici degli '80) e in You could have it all fa capolino persino un pianoforte un po' house-music, minimo ponte verso i '90. Concludendo: se pensate che Cecchetto sia stato il più grande produttore di tutti i tempi, che Giorgio Moroder sia un genio assoluto al pari di Stravinskij e che Samantha Fox e Sabrina Salerno abbiano saputo dare alla musica almeno tanto quanto Aretha Franklin e/o Maria Callas ... allora questo è proprio il CD per voi!
Alberto Sgarlato
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