Mayra Correa Aygadoux, brasiliana di Sao Paulo, 25 anni a dicembre, è uno dei maggiori fenomeni musicali di questo decennio zero: già in precoce età compone canzoni, viaggia giovanissima in Europa ma è solo il suo trasferimento dalla città natale alla più caotica, ma ricca di attrazioni ed attenzioni, Rio de Janeiro a porla sotto i riflettori nazionali. La sua particolare versione del classico
di Jacques Brel Ne me quitte pas eseguito dal vivo in uno dei suoi frequenti show viene notata dal regista Jayme Monjardim e da questo verrà inserita in una delle tante mini serie televisive, da sempre molto seguite dal pubblico carioca. La relativa celebrità prosegue con varie apparizioni nel piccolo schermo che destano l'attenzione di diverse etichette discografiche, incantate dalla naturalezza e bellezza vocale di Maria. La fortuna arride alla Rio Slap che si assicura le prestazioni della nostra, rapidamente ribattezzatasi Maria Gadù, con l'incisione del disco omonimo(2009), che dopo un inizio in sordina finisce per diventate addirittura disco d'oro trainato da canzoni molto accattivanti e riuscite quali Bela Flor, Incontro e Shimbalaie, quest'ultima un mezzo tormentone anche da noi. Il maggior riconoscimento per lei arriva a questo punto non solo dal clamoroso successo in patria ed altrove ma dalla stima che si guadagna dalle personalità più rilevanti del mondo musicale brasiliano, Milton Nascimiento e soprattutto il leggendario Caetano Veloso, sicuramente l'artista latinoamericano più importante di sempre. Con loro la Gadù si imbarca in trionfali tour per sola voce e chitarra registrando clamorosi apprezzamenti di pubblico e critica. Questo "Multishow ao vivo", in duplice versione, doppio cd e dvd testimonia una di queste incantevoli serate, nello scorso dicembre alla Citibank Hall di Rio de Janeiro, serate passate a giro per le principali città brasiliane e con i nostri due eroi armati di sola voce e chitarra a deliziare un pubblico di età compresa tra i venti ed i settanta anni, proprio la stessa di questa magica unione.
Più che il disco sono le splendide immagini del dvd a testimoniare che Maria si sente contenta e rispettosa di suonare accanto ad un simile monumento vivente, mentre Caetano è orgoglioso di dividere la scena con una delle migliori promesse musicali della sua terra, quasi a proteggerla ed a metterla a riparo da eventuali ingerenze esterne. Il repertorio della coppia è davvero di grande qualità, nelle 26 tracce sfilano classici senza tempo, una dopo l'altra, O quereres, Sampa, Vaca profana, Rapte-me Camaleoa, O Leaozinho, davvero splendide in queste nuove versioni a due voci, ed a giudicare dai gridolini euforici del numeroso pubblico questo sembra tifare per Maria, un vero e sincero incoraggiamento al giovane astro nascente. I due cantanti dimostrano un affiatamento non indifferente, a volte sembrano fatti musicalmente l'uno per l'altro come se suonassero insieme da una vita, quando invece questi concerti sono stati un fulmine a ciel sereno ed organizzati rapidamente, cavalcando l'onda del successo, meritato, piovuto addosso alla più giovane interprete. La Gadù ha solo 24 anni ma a giudicare dalla sicurezza e sfrontatezza con cui tiene il palco di fronte a simili platee dimostra che ha gli attributi giusti oltre che idee ed inventiva da vendere. Se riuscirà a rimanere umile, oltre che a confermare le ottime impressioni della sua prima avventura solista, potrà ambire a raccogliere la pesante eredità di Gal Costa, Marisa Monte e Maria Bethania, sorella di Caetano, la santa trinità della canzone popolare brasiliana. Molto bella la parte solista che si ritaglia nel concerto, con le obbligatorie Bela Flor, Encontro e Shimbalaie, quest'ultima lasciata all'ugola magica di Caetano, che la riveste di classe pura, quasi fosse lui stesso il compositore di questo canto purissimo. Veloso ci propone poi altri grandi classici immortali, Odeio, Desde que samba es samba, Dozinho e la leggendaria Alegria Alegria ripescata addirittura dal suo secondo omonimo album del 1968, in pieno periodo psych, anzi Tropicalia, per usare la corretta definizione della corrente letteraria e musicale avanguardista dei tardi sixties, che chiude idealmente un' epoca e ne apre una nuova nella quale Maria Gadù speriamo sia tra le interpreti principali. Il mio consiglio è di recuperare sia il doppio cd che il concerto documentato dal magnifico dvd, immagini semplici ma di straordinaria intensità, in ogni caso e comunque si voglia considerarlo, come puro livello emozionale e qualitativo "Multishow Ao Vivo" è per il sottoscritto il miglior disco uscito in questo anno 2011.
Ricardo Martillos
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