The Social Deviants, con un nome così nell’Inghilterra degli anni 60 si fecero notare facilmente, furono gli artefici di un rock polemico, incazzato e anarchico, marginale al business, che facilmente si può oggi definire proto punk. Furono più o meno contemporanei di MC5, The Stooges e Velvet Underground (tanto per citare i più famosi), che dall’altra parte dell’Oceano sputavano fuoco e fiamme contro l’establishment e, seppur in modi differenti, si facevano interpreti di comportamenti estremi e rivoluzionari e di una visione del mondo realistica e cruda, non filtrata dalle spesso ingenue interpretazioni della vita legate ad una sorta di “manierismo psichedelico”, che da invenzione spontanea si stava già trasformando in una moda commerciale, con l’intervento sempre più pressante del mercato discografico e dei media borghesi. L’epoca del Flower Power e della Swinging London stava volgendo al termine e le contraddizioni di una gioventù agitata e alla ricerca spasmodica di libertà e protagonismo, stavano esplodendo con tutta la loro virulenza, lanciando in tutte le direzioni schegge rivoluzionarie, ora geniali ora autodistruttive, alle volte estremamente violente e militanti oppure indirizzate verso il pacifismo e la ricerca mistica, insomma un grande casino, tutto l’opposto del piatto e mortifero conformismo giovanile targato XXI° secolo. In questo contesto nella Londra del 1966, nella zona di Ladbroke Grove, nel quartiere di Notting Hill, noto per il colorato carnevale caraibico che vi si tiene a fine agosto, nacque e crebbe una sorta di comunità, frequentata da artisti, bohemians, anarchici e situazionisti, vecchi beatniks, spacciatori e immigrati provenienti dalle Indie Occidentali. Il mood ispiratore fu quello ereditato dalla cultura della “beat generation” degli anni 50, quella di Ginsberg, Kerouack e di John Coltrane e lo stile di vita praticato fu quello alternativo e comunitario, totalmente in contrasto con le convenzioni borghesi ben radicate nella GB degli anni 60. Promotore e leader incontrastato del movimento musicale che venne alla luce in quella situazione fu Mick Farren, cantante, compositore e esponente della controcultura locale, nato a Gloucester nel 1943, con un recente passato nella garage band r n’ b The Mafia. Con altri componenti della comune di Ladbroke Grove: il bassista canadese Pete Munro, i chitarristi Clive Muldoon e Mike Robinson e il batterista Russel Hunter, diede vita ad una rock band che chiamò The Social Deviants e poi più brevemente The Deviants. La musica rock e di conseguenza la band furono il veicolo con cui Farren volle comunicare al mondo la sua incazzatura feroce e il suo convinto anarchismo:in pratica fu una specie di versione britannica di John Sinclair, l’agitprop leader delle White Panthers, poi messo in galera per molti anni negli USA, con la scusa del possesso di pochi grammi di marijuana, con l’evidente intenzione di impedirgli di fare politica, CIA e FBI con lui seppero essere molto “convincenti”. A Farren andò molto meglio; rimpiazzati Robinson e Muldoon con Sid Bishop e Cord Rees, i Deviants si fecero un nome con i loro concerti live gratuiti, furiosi e coinvolgenti, con un rock in bilico tra spirali psichedeliche ed un hard rock durissimo venato di blues, il tutto condito dagli effetti creati dai light shows di Alex Stowell, misterioso personaggio che sul palco mimava suonare la chitarra, un vero precursore della “air guitar”; nel loro giro anche altri personaggi particolari come Dave “Boss” Goodman roadie e acid dealer e Jamie Mandelkau, manager della band e pusher di anfetamine. Insieme a questa allegra brigata, Mick Farren conobbe e divenne amico di Nigel Samuel, giovane rampollo di una ricca famiglia londinese, fuggito dagli agi per abbracciare una vita da dropout: questi finanziò la realizzazione del primo lp dei Deviants con un contributo di 700 pounds. I nostri crearono una etichetta alternativa chiamata Underground Impressarios (sorta di progenitrice di tutte le moderne Indies). Il disco venne titolato "Ptoof!" e fu corredato da una geniale cover sleeve apribile come un poster, con grafiche pop art di notevole valore artistico e le note del dj John Peel, talent scout e produttore di molti nomi caldi del rock più alternativo dell’epoca. Ottomila copie del disco vennero vendute via mail order tramite la Underground Press legata ai magazine alternativi OZ e IT (International Times), in seguito il disco venne ristampato e distribuito dalla Decca.
Il disco è un capolavoro, prodotto da Jonathan Weber e con una fulminante sequenza di brani “corretti alla metedrina”, come l’m Coming Home, vera scossa elettrica, con le chitarre super acide e la declamazione volutamente monotona e disperata di Farren, l’anthem rivoluzionario Deviation Street, con in sottofondo le urla di una folla isterica, le pulsioni del basso di Cord Rees e l’aggressione vocale di Farren, la percussiva e claustrofobica Nothing Man, Charlie sorta di rock n’ roll laid back e alcoolico, Garbage con il suo hard riff rotolante, la slide guitar lancinante e la bluesharp, su un giro tipico alla Bo Diddley e l’improvviso stacco che la trasforma in una marcetta acida e corrosiva. Tutto il disco è un vero pugno nello stomaco, qualcosa di assolutamente originale e innovativo mai sentito prima. Alla registrazione del disco partecipò anche il tastierista Tony Ferguson, poi suicida per affogamento a Brighton nel 1997.
Nel 1968 Rees e Bishop lasciarono il gruppo e vennero sostituiti dal coinquilino di Farren, Duncan Sanderson e dal chitarrista canadese Paul Rudolph. Poi nel ruolo di chitarrista ritornò provvisoriamente Sid Bishop e con lui nella line up della band, registrarono il secondo lp: "Disposable", ancora per una Indie, la Stable Disposable (che pubblicò anche il leggendario "Escalator" dei Sam Gopal, la prima band del futuro Motorhead Lemmy Kilmister).
Per la registrazione utilizzarono il Morgan Studio di Londra e la produzione dello stesso Farren, era il settembre del 1968. Il disco proseguì sulla linea del precedente, con contenuti ancora più anarcoidi e ironici, una “presa per il culo” del sistema di inaudita ferocia, a cui a livello compositivo parteciparono tutti i membri della band e che fu nobilitato da guest importanti, come Dick Heckstall Smith al sax e ai brass arrangement e Pete Brown, il poeta/paroliere dei Cream poi leader di Piblokto e Battered Ornaments, in veste di trombettista. I brani del disco: Somewhere to Go, Jamie’s Song con la chitarra fuzz a contrappuntare la voce di Farren, lo sberleffo Poppa Oo Mao Mao, Let’s Loot The Supermarket Again, inno al saccheggio e all’esproprio proletario con 43 anni di anticipo sulla riot londinese dell’agosto 2011, la sperimentale Last Man, il r n’ r cosmico Sidney B. Goode. Tutto l’lp non è mai banale e un certo alone zappiano aleggia su tutto il lavoro, che rende benissimo l’atmosfera rivoluzionaria di quel 1968 che si volle con la “fantasia al potere”. I Deviants divennero un must della scena freak dell’epoca e tra i massimi protagonisti delle notti acide dell’UFO Club, locale di riferimento per la Londra alternativa e underground. Nel 1969 registrarono il terzo lp: "Deviants 3", questa volta per una major (si fa per dire), la Transatlantic Records. Ancora prodotto da Farren, il disco caratterizzato dalla famosa copertina con la foto della suora sexy, che lecca un gelato con sguardo ammiccante, riuscì meno bene dei precedenti, perse parte della furia iconoclasta che caratterizzò i primi due lavori, ma rimane un sano disco di hard rock/blues elettrico con brani ironici come Billy The Monster, Junior Narco Ranger e furibondi hard rock come Rambling Black Transit Blues, con la chitarra solista di Paul Rudolph grande protagonista. Fu di questo periodo un fantastico concerto durante il free festival in Hyde Park del 20 settembre 69, che aveva come headliner i Soft Machine, dove i Deviants, completamente vestiti di pelle nera, conquistarono il pubblico con una performance estrema e devastante: erano completamente strafatti di STP, un potente allucinogeno il cui nome derivava dal noto additivo per i carburanti delle macchine da corsa, i suoi effetti possono essere immaginabili. I più entusiasti della loro performance furono gli Hell’s Angels grandi fans dei Deviants, una di loro, una bionda in topless e con molti tattoo salì sul palco ballando e cercò poi di sfilare i pantaloni a Farren con evidenti “oral intentions”, ma venne allontanata dai roadies del gruppo, preoccupati per come poteva andare a finire questa aggressione “a fin di bene”.
In seguito i Deviants partirono per un tour in California e Canada, ma la tournèe andò malissimo, fu un vero disastro, sorsero problemi tra i componenti la band e Mick Farren mollò il gruppo, lasciando gli altri senza un dollaro e in condizioni precarie. Poi Farren tornò in GB dove si fece ricoverare in ospedale per un periodo di disintossicazione; ripresosi, produsse il 33 gg. "Think Pink", originale opera solista del batterista Twink Adler (ex Pretty Thing) con Steve Peregrin Took e alla fine del 69 registrò il suo album solista: "Mona Carnivorous Circus" (Transatlantic), con il bassista John Gustafson, Steve Took, Twink e Paul Buckmaster al violoncello; un ritorno all’iconoclastia e alla sperimentazione, con l’allucinante versione di Mona di Bo Diddley, la lunga suite sperimentale Carnivorous Circus part.1&2 e una selvaggia Summertime Blues omaggio a Eddie Cochran eroe giovanile di Farren. Il disco, lontano dalla possibilità di un vero successo commerciale, perché piuttosto ostico ad un ascolto superficiale, è stato un altro piccolo capolavoro della freakerie inglese degli anni 70 ed anticipò la rivoluzione punk e i suoi contenuti musicali e sociali, giunti al 1970 i Deviants evolsero da qui in poi nei Pink Fairies.
Mick Farren all’inizio del 1970 mise in piedi un nuovo, effimero progetto, ovvero gli Shagrat The Vagrants insieme a Dave Bidwell, ex batterista dei Chicken Shack, Steve Took, chitarrista, percussionista e co-fondatore dei T.Rex con Marc Bolan, Twink Adler, Larry Wallis, Phil Lenoir (The Entire Sioux Nation) e il batterista Tim Taylor, una vera gang di “terroristi sonori”, un ensemble di agitatori sociali, personaggi borderline e impenitenti drunkards; suonarono al Phun City Free Festival e registrarono un demo in parte acustico negli Strawberry Studios tra il 70 e il 71, senza la presenza di Farren, poi si sciolsero definitivamente. Nel 1978, in piena era punk, Mick Farren registrò il suo secondo album solista: "Vampire Stole My Lunch Money" (il titolo è un invettiva contro gli spacciatori di eroina), con Larry Wallis alla lead guitar, Andy Calqhuon al basso e il batterista Alan Powell, un disco molto ben riuscito, dove compaiono le cantanti Sonja Kristina (Curved Air), Chrissie Hiynde (Pretenders) e il chitarrista dei Dr.Feelgood, Wilco Johnson. Il marchio Deviants Mick Farren lo resuscitò nel 1984, con il live album "Human Garbage" con Larry Wallis e Wayne Kramer, l’ex chitarrista degli MC5; il risultato fu ancora una volta micidiale, rock blues con un' attitudine punk, suonato incazzato e distorto con brani selvaggi come Broken Statue, Taking LSD, Otrageous Contagious e in chiusura dell’lp una lunga, travolgente e ipnotica Trouble Comin Everyday di Frank Zappa, un gran bel disco. Registrato al Dingwall’s Pub nel febbraio 84, fu pubblicato dall’etichetta scozzese Psyco Records, che aveva già ristampato i primi duelavori dei Deviants. La vicenda dei Deviants per tutti gli anni 70 e 80 si intrecciò con quella dei Pink Fairies e con tutta la scena alternativa inglese che con il punk ricevette un ulteriore impulso a continuare: i free festival furono organizzati sino agli anni 90. Nel 2002 il cd "Dr.Crow", ancora come The Deviants, con in formazione il sassofonista Jack Lancaster, ex Bloodwin Pig, un nuovo lavoro per testimoniare la loro presenza anche nel nuovo millennio. Mick Farren è oggi una delle migliori penne rock inglesi, il suo ruolo di giornalista e critico musicale non gli impedisce di cantare ancora la sua rabbia e il suo amore per l’anarchia, la libertà e la birra, accompagnato da un selvaggio rock n’ roll. Lo trovate su Facebook, chiedetegli l’amicizia e se conoscete bene la lingua inglese potete farvi raccontare direttamente da lui il clima di gioiosa rivolta di quegli anni.
Mick Farren's Blog
Mick Farren And The Deviants/Alive Records
Guido Sfondrini
DISCOGRAFIA (da Wikipedia)
• 1967 – Ptooff!
• 1968 – Disposable
• 1969 – The Deviants 3
• 1984 – Human Garbage (live)
• 1996 – Fragments of Broken Probes (demos, outtakes and live)
• 1996 – Eating Jello With a Heated Fork
• 1999 – The Deviants Have Left The Planet (demos, outtakes and live)
• 1999 – Barbarian Princes (Live In Japan)
• 2000 – This CD Is Condemned (compilation)
• 2001 – On Your Knees, Earthlings (compilation)
• 2002 – Dr. Crow
Also appeared on
• 1995 - 'Silence Of The Hams' cassette release through UHCK magazine
featuring members of the Deviants and Pink Fairies
• 1998 - 'Son Of Ham' cassette release through UHCK magazine later
re-issued on CD with bonus cuts - various Deviants/Pink Fairies unreleased material
• 2001 - 'Hogwatch' CD released through UHCK magazine - various
Deviants/Pink Fairies unreleased material
• 2002 – He’s A Rebel: The Gene Pitney Story Retold (performing "The Man Who Shot Liberty Valance")
Garbage
Let's Loot The Supermarket
1 commento:
Grazie Guido per un'altro bell'articolo pieno di dettagli interessanti...come curiositá/precisazione: Lemmy era giá stato in altri gruppi prima di Sam Gopal (grandi!)peró il primo con cui registró una manciata di singoli tra il 1964-1966 furono The Rockin' Vickers...niente di speciale la veritá...fu anche parte brevemente degli Opal Butterfly, gruppo molto piú interessante peró non appare in nessun disco loro.
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