lunedì 29 agosto 2011

INTERVISTE - MEAT PUPPETS (1992) + "La storia di due fottute 'bambole di carne' capricciose, i fratelli Curt e Cris Kirkwood"

Myriam Bardino tira fuori dal suo ‘magico’ cassetto, o se preferite dal suo vaso di Pandora, un’altra preziosa intervista, una delle sue tante ‘inedite’ e mai pubblicate, con cui Distorsioni vi terrà avvinti nei prossimi mesi. Si tratta di ‘documenti’ - una conosciuta rivista cartacea specializzata italiana li etichetterebbe ‘Accadde vent’anni fa’ – davvero importanti attraverso i quali si può tastare il polso, con il senno di poi, di importanti momenti dell’evoluzione del rock nel ventesimo secolo. Dopo quella straordinaria del 1990 a Mark Lanegan-Screaming Trees, alla vigilia del boom del grunge, quando i Nirvana – di cui Lanegan parla nell’intervista – dovevano ancora esplodere (“Nevermind” è del 1991), due anni dopo Myriam intervista in Italia un’altra seminale band americana, i Meat Puppets, guidata dai fratelli Kirkwood, Curt (guitar and vocals) e Cris (bass). (Wally Boffoli)


L’intervista ai Meat Puppets

Vent’anni fa nel 1991 usciva per la London Records “Forbidden Places” dei Meat Puppets, che coincise con il loro primo tour in Italia. Il 19 febbraio del 1992, alla fine di un energico concerto al Coccodrillo di Genova, scambiai intervistai i fratelli Kirkwood. Ero giovane, inesperta e imbarazzatissima.




Myriam - Per il vostro ultimo disco “Forbidden place” molti critici hanno detto che avete raggiunto un suono piu’ ruvido, forse piu’ maturo
Curt – (ride) Non sono d’accordo, penso che piu’ andiamo avanti e piu’ suoniamo come degli immaturi

Myriam - Avete registrato molti dischi, diversi l’uno dall’altro: uno è piu country, l’altro piu’ rock. Molti hanno criticato la mancanza di una continuita’ organica nei vostri lavori, che ne pensi?
Curt – mi stanco di suonare lo stesso stile di musica, penso a ciascuna canzone e cerco di mettere un feeling diverso. E’ veramente difficile per me dire cosa sto cercando di fare esattamente, faccio quello che sento e se lo dovessi spiegare non avrebbe molto senso. Sono cose molto personali.

Entra Chris nei camerini eccitato: “ wow, quei cazzuti mi hanno colpito cosi duramente sulla testa quando mi hanno tirato giù dal palco, mi hanno spaventato. Pero’ sembravano divertiti”

Myriam – Cosa ne pensate del successo di “Nevermind” dei Nirvana che ha aperto le porte alla musica underground?
Curt – Ogni band fa quello che vuole, non sa cosa portera’. Non penso abbiano portato un notevole impatto. I Nirvana sono ok ma non ne sono un grande fan.

Myriam – Cosa c’e’ dietro il titolo “Forbidden Places”, i posti proibiti?
Curt – Sono solo delle limitazioni personali

Myriam – Hai disegnato la cover del disco, c’è qualche pittore che preferisci?
Curt – Van Gogh e qualche altro, cerco di imitare Van Gogh per allargare gli spazi della mia mente. Mi piace dipingere quando guardo la TV, ma non e’ cosi eccitante come suonare.

Myriam – che musica ascolti in questo periodo?
Chris – (ride) MTV
Curt – Ascolto di tutto, sicuramente nella band sono quello che ascolta meno musica degli altri. Derrick (Bostrom, il batterista) e’ quello che ascolta di piu’ musica. Mi piace il disco di KLF “The White Room”, e’ il mio disco preferito in questi ultimi mesi e anche Black or White di Michael Jackson
Chris – Anche la band di supporto stasera non era male.
Curt – Verissimo

Myriam - Quali gruppi hanno influenzato la musica dei Meat Puppets?
Curt – Penso un pò di tutto, ma forse un po’ di piu’ Black Sabbath e George Jones, anche se non se sono certo. Penso di essere tra i migliori e senza influenze. Anche se siamo stati influenzati dal country, blues, jazz, musica dei nativi d’america, latino-americana, world music, gamelan, musica balinese, musica da soweto, jive.
Chris– Dalla musica indiana

Myriam – Questa e’ la prima volta che venite in Italia, come mai non siete venuti prima?
Chris – (ride) Abbiamo realizzato solo ora che c’erano gli aerei
Curt – In realtà, non pensavamo ci fosse un seguito qui in Italia

Myriam – Cosa ne pensi del pubblico italiano?
Chris – E’ divertente, molto diverso da quello americano, che odiamo. Lo odiamo perche’ lo conosciamo. Qui ancora e’ tutto nuovo, la gente conosce i nostri testi a memoria, sorprendente. Dappertutto puoi trovare la pizza e gli spaghetti. E’ un po’ come essere a Disneyland per noi, e’ tutto straniero. Completamente diverso da Phoenix che ha solo un centinaio d’anni ed è enorme, 70 miglia di larghezza. Da noi hanno tutti una grande casa con un gran cortile e una piscina. Anch’io ho una casa con piscina ma non costa tanto, sicuramente quanto quello che voi pagate mensilmente d’affitto.
E poi ci sono le palme e c’e il sole tutto il tempo. Qui e’ diverso ma adoro il pubblico. Le ultime tre serate sono state fantastiche e la gente e’ incredibilmente ospitale. Ti ricordi Curt, quel ragazzo a cui abbiamo chiesto delle indicazioni. Non sembrava molto sicuro e dopo un po’ guardiamo nel retrovisore e proprio lui ci sta correndo dietro in macchina perche’ si e’ ricordato e stavamo prendendo la cattiva strada. La gente e’ molto diversa dagli americani. Qui sono molto piu’ simpatici. Pero’ allo stesso tempo tutto e’ molto confuso. Beh! Questa città è follia pura. Le strade sono piccole e tutti suonano il clacson.

Myriam – Adesso vorrei chiedervi un’opinione da musicisti amercani su chi vincera’ le prossime elezioni in USA? Ha per caso Jello Biafra delle buone opportunità?
Curt – (con disgusto). Le elezioni le vincera’ Bush.
Chris – Si Bush. Hey , hai sentito che Buchanan ha il 48% dei voti e Bush 52%.
Curt – Non penso Jello Biafra arrivera’ da nessuna parte. Gli americani sono molto conservatori. Quello che possiamo solo dire e’ che speriamo che chi vinca aiutera’ gli americani, ma sono dei fottuti maiali
Chris – Fottuti maiali che governano il mondo e il mondo e’ un buco di culo. Tutti i politici sono merda.

Myriam – Volete aggiungere qualcosa per i nostri lettori?
Curt – Bon Appetit e Buongiorno

Intervista a cura di Myriam Bardino

La foto n. 3 dall'alto in basso é stata scattata da Myriam Bardino al Coccodrillo di Genova il 19 febbraio 1992


La storia di due fottute 'bambole di carne' capricciose, i fratelli Kirkwood
Originari di Phoenix, Arizona i Meat Puppets avevano debuttato nel 1981 con un EP, “In a Car” contenente 5 brani, per World Imitation Records/Tongues Music all’insegna di un brutale e stravolto hardcore punk, almeno in Dolphin Field, In a Car, Foreign Lawns. Big House e Out in the Gardener invece già recano in seno i primi segni di un Kirkwood mood bislacco ed instabile, dadaista e sardonico. Con “Meat Puppets” nel 1982 la band passa sotto l’ala protettrice di Greg Ginn (Black Flag) e della sua SST, etichetta chiave del punk californiano primi ’80, e sigla il suo capolavoro hardcore punk definitivo: 14 brani esasperati, un punk decostruttivista, che si autodistrugge nel momento stesso in cui si compie, noise assolutamente privo di punti di riferimento armonici, al limite dell’ascoltabile!
Le liriche sono un manifesto di nichilismo davvero estremo in cui Curt e Cris Kirkwood traducono la mancanza di orizzonti di una vita priva di speranze, tematiche comuni ad una buona parte del punk californiano di quegli anni. Si trovano tracce di questo anarchismo, di questa filosofia di ‘losers’ senza via d’uscita anche nell’intervista di Myriam Bardino che abbiamo pubblicato, in modo direi abbastanza eloquente, soprattutto quando il discorso cade sulla politica e sui politici: in questa occasione Curt e Cris dimostrano di non avere certi peli sulla lingua! Altro curioso passo dell'intervista é dove Curt Kirkwood si dimostra piuttosto critico nei confronti dei Nirvana, se si pensa che due anni dopo quest'intervista i due fratelli Kirkwood sarebbero apparsi nel cd/DVD "Unplugged In New York", ospiti graditissimi di uno show MTV del 1993 di un ispiratissimo Kurt Cobain (grande fan dei Meat Puppets) & Nirvana. Questa dicotomia risulta almeno strana, se non contraddittoria! In quel concerto semi-acustico ormai passato alla storia avrebbero eseguito Plateau, Oh Me, Lake Of Fire, tre brani tratti da "Meat Puppets II" (1983). Questo secondo lavoro, uscito all'indomani del primo violentissimo omonimo, già iniettava nel sound dei Kirkwood una robusta dose di country dal piglio ambiguamente canonico-estatico, giustificando da parte della critica l'appellativo di CowPunk, più efficace del macchinoso CountryPunk. Tornando al primo strabordante album ecco, quale cartina al tornasole, alcuni stralci di testi tratti da tre brani:


‘Sono morto, non ho niente da perdere, ciò che più vuoi è già stato preso, non c’è ragione per rimpiangere niente, sei solo morto' (Playing Dead)

‘Stiamo tutti nei bassifondi, guardo i topi, e non mi spavento di spargere intorno i miei avanzi. Qui c’è una carcassa di topo nel tuo giardino ben rasato’ (Litter Box)

‘Povero piccolo negro che siede su di un albero e beve il suo cacao preferito, lascia venire degli individui che lo portano via, che portano via la sua cultura mettendolo su di un aereo. Povero piccolo negro che vomita nel lavabo, sta recuperando la sua cultura, alla fine ha trovato una catena’ (The Goldmine)

Walking Boss

“Meat Puppets” sarà ristampato nel 1999 dalla Rykodisc con l’aggiunta dell’EP “In a Car” e di 13 outtakes/demos, tra i quali covers di Neil Young
(I Am A Child), Stooges (I Got A Right) e Grateful Dead (Franklin’s Tower), ancora segni di un estremo eclettismo artistico che esploderà negli album successivi degli anni ’80 e ’90. Ad un certo punto nell’intervista Curt Kirkwood fa un’affermazione che la dice lunga sulla loro pan-estetica rock: ‘siamo stati influenzati dal country, blues, jazz, musica dei nativi d’america, latino-americana, world music, gamelan, musica balinese, musica da soweto, jive’.
Tutto vero, provate ad ascoltare i lavori degli anni ‘80 “Up on the sun”, “Huevos”, “Mirage”, “Monsters” sino a quel “Forbidden Places” del 1991 cui risale l’intervista: si rimane costantemente spiazzati da continui, bizzarri, radicali cambiamenti di prospettiva musicale, ma soprattutto a colpire è la rara capacità alchemica delle ‘bambole di carne’ di miscelare e trasfigurare le molteplici fascinazioni in un prodotto finale sempre estremamente personale, che trasuda lucida pazzia anche se le soluzioni di primo acchito possono apparire scombiccherate.
Il progetto dei suddetti album è simile ad un’enorme tela di Jackson Pollock sottomessa alla sua logica-non logica cinematica dell’action painting: pennellate e sgocciolamenti cromatici casuali o voluti creano situazioni sonore inedite, border line, emanazioni indisponenti di quella macchina desiderante – per dirla con Deleuze e Guattari – che sono i fratelli Kikwood.
Negli anni ’90 nella discografia dei Meat Puppets subentra una lenta stabilizzazione creativa attraverso tre opere in studio tra le quali la superba “Too High To Die”, che culmina nel nuovo millennio in altre tre album che testimoniano come i fratelli Kirkwood, superata la fase della sperimentazione, siano diventati nel frattempo dei certosini e geniali amanuensi del rock americano, abilissimi nel dosare le influenze della tradizione musicale americana, molto parchi nel somministrare sprazzi di quella stramba psichedelia che straripava nelle opere degli anni '80. Certo siamo lontani dalla visionarietà di quel materiale, ma non sia mai detto un album dei Meat Puppets possa annoiare l’ascoltatore. Anche il loro recentissimo “Lollipop” del 2011 ci consegna una band dall’approccio pop-country sottilmente psyche, piacevole ed a largo raggio. Concludevo la sua recensione augurandomi i Kirkwood ritrovassero la voglia di osare di più: aspettiamo gli sviluppi fiduciosi, mai rassegnati!
Pasquale ‘Wally’ Boffoli






Meat Puppets Myspace

Meat Puppets Connection

Meat Puppets Official Site







Discografia -  # Consigliato da DISTORSIONI

# In A Car Ep (SST, 1981)
# Meat Puppets (SST 1982, Rykodisc 1999)
# Meat Puppets II (SST, 1983)
# Up On The Sun (SST, 1985)
# Mirage (Rykodisc, 1987)
# Huevos (Rykodisc, 1987)
# Monsters (Rykodisc, 1989)

* No Strings Attached (SST,Compilation 1990)
# Forbidden Places (London, 1991)
# Too High To Die (London, 1994)

* No Joke (London, 1995)
* Meat Puppets 8 (Rykodisc, Box Set 8 CD, 1999)
* Live in Montana (Rykodisc, 1999)
* Golden Lies (Atlantic, 2000)
* Live at Maxwell's 2.08.01 (DCN, 2002)
* Classic Puppets (Rykodisc, Compilation, 2004)
* Rare Meat (Unofficial Release, 2005)
* Rise To Your Knees (Anodyne, 2007)
* Sewn Together (Megaforce, 2009)
* Lollipop (Megaforce, 2011)

Videography:
 # DVD: "Alive in the Nineties" (Cornerstone RAS, 2003)


Meat Puppets: Backwater from "Too High To Die"
Meat Puppets: Orange from "Lollipop"

2 commenti:

Unknown ha detto...

http://www.flickr.com/photos/myriamba/3029752728/ - Foto del concerto al Coccodrillo di Genova 19/02/1992

vincyfed ha detto...

L'intervista è molto interessante! Oltretutto in poche parole sono riusciti a descrivere Genova molto bene!