
In breve potremmo così presentare questi tre disadattati provenienti dall’Ohio: Dana Hatch, che con il suo drumming scandisce il tempo in modo stanco e pesante, e se i brani più lenti sembrano trascinarsi, quando si fanno più veloci sono sempre sul punto di inciampare. I fratelli Tom e Dave Shannon che utilizzano le loro chitarre come fossero motoseghe nel contesto di un “Texas
Chainsaw Massacre”, mentre alla voce si alternano Dana e Tom che tra furia e disperazione non si fanno troppi problemi di intonazione nel raccontarci di una realtà allucinata, e aneddotica non sense.
Ma la loro non è un’ esternazione gratuita, provocatoriamente fine a se stessa, quanto più uno sfogo dell’anima che si traduce in un suono feroce e dilaniato, espressione di una poesia delirante da emarginati borderline. In questi tre losers sembrano convivere il genio di Antonio Ligabue, l’ispirazione di Bukowski e il talento degli Husker Du. Con questi presupposti hanno riservato il

Uno tra i titoli della loro discografia che meglio li rappresenta in ciò è sicuramente il loro doppio CD “Forgive Thee” del 1998 per la In The Red. Nella loro più che ventennale attività non hanno mai ceduto, nemmeno di poco, al compromesso o alla tentazione di farsi piacere, il loro spirito di sacrificio li ha portati, sicuramente ad esplorare vari territori musicali, ma la visione e le intenzioni sono rimaste quelle di sempre.


Tra gli altri remakes illustri spiccano Rollercoaster dei 13th Floor Elevators che qui trasforma la leggenda del caro ottovolante in una tragedia da deragliamento, la Please give me something di Bill Allen minacciosa come la resurrezione di Lux Interior. Negli oltre 8 minuti di divagazione della loro Flashbacks lasciavano già intendere come alla band stesse stretta qualsiasi forma di convenzione

Federico Porta
Almost Ready Records
Please give me something
Rollercoaster
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