Qui oltre all'Art Ensemble of Chicago, maestri dichiarati della Roberts, il pensiero corre ai Rip Rig and Panic e al loro ispiratore Don Cherry. I brani sono lunghi, con atmosfere che cambiano di continuo. Come succedeva col gruppo di Lester Bowie e Roscoe Mitchell dispiace però che i momenti swinganti o lirici lascino troppo presto spazio a improvvisazioni collettive che saranno ostiche per chi non ama il free jazz. Matana nei suoi soli mostra di avere appreso molte lezioni: oltre all'influenza di Ornette Coleman o di Jackie Mac Lean, inevitabili in un suonatore di alto, nei passaggi più melodici appare l'ombra di Coltrane, più rara in chi non suoni il tenore. Tutti i brani proseguono su questa falsariga, lunghi, articolati, con riferimenti al blues, al ragtime, in pratica una summa della storia del jazz, con brani anche recitati, perchè, nelle intenzioni della Roberts il progetto ha anche una componente teatrale: Libation for Mr Brown è un brano per sole voci, in cui solo nel finale entrano gli strumenti. Solo voci anche per Lullabye, meno convincente, una ninna nanna. Il brano conclusivo, How much would you cost? inizia con un valzer, poi diventa una filastrocca tribale. In conclusione, un disco che per chi ama il jazz in tutte le sue forme sarà senz'altro affascinante, anche se non convincono alcuni passaggi recitati, forse pensati per l'esecuzione dal vivo. Chi ama le contaminazioni tra generi e scene apprezzerà la presenza di Therry Amar dei Goodspeed You! Black Emperor al contrabbasso. Chi invece gradisce solo forme musicali molto semplici o melodiche troverà questo disco molto ostico.
Alfredo Sgarlato
Constellation RecordsAACM
Matana Roberts live in London
1 commento:
Ottima segnalazione questa di Alfredo Sgarlato.
Già avevo letto qualcosa su questo progetto.
Sembra essere un disco molto interessante ma anche molto difficile.
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