Si può addurre che, già all’iniettarsi il dondolio ipnotico Pan/Africano di
Mushi, un suono sperimentale rimanga sempre un po’ perversamente familiare e partecipativo, tanto da inscatolarlo nella definizione concreta di lisergìa da condividere al massimo del delirio? Un timbro urgente e impulsivo può avere visioni di sangue fresco e d’antiche manipolazioni ciniche pazzesche? Sì,
“Samurai Blues” è tutto questo, ed è anche un amuleto chiassoso per combattere le forze oscure della disfunzionalità del mondo rock, con i lineamenti sonori induriti e la dolcezza rumorosa di una piccola opera d’arte commista. Kawabata Makoto, il chitarrista “giallo” degli Acid Mothers Temple e l’Unno Mani Neumeier batterista della krautrock band degli anni sessanta Guru Guru Groove, da un
pò di tempo sodalizzano le rispettive esperienze musicali sotto il moniker Acid Guru Temple o Acid Guru Guru, oppure semplicemente con i loro nomi, e questo disco - una sorta di meraviglioso vagabondaggio free-jazz core tra derive, flussi e furore – ingoia libbre di trascendentale psichedelia e fondamentalismi noiseless che esaltano un ascolto indiavolato e mutante. Appunto cinque tracce per vessare magnificamente la propria psiche, ripulendola da quelle ballate sognanti, dalle riletture lenitive, da quella tradizionalità capace di riportarti il cuore verso lidi ed approdi sicuri; qui l’anfetamina è la sostanza più innocua che si possa trovare, una gioiosa macchina virtuosistica che si fa prima ad ascoltare che descrivere, forse un impatto/clangore
da club estasiato, ma senz’altro un hard-core jazzato ed evoluto in stile che tracima le insofferenze degli Hella e Minutemen e le sbatte sui lontani territori, ma molto lontani del blues del Mali. Makoto impasta rabbia, alienazione, diniego e ossessione in
Another romance e ne restituisce cacofonia al quadrato, Neumeyer spiatta soffusamente nel mugugno mantrico di
Spinning contrast, traccia purgatorio che sconta il peccato della bellezza ed insieme decidono di smontare tutto e darsi all’arte del “guazzabuglio”, destrutturando, storcendo quello che rimane di una batteria e cordame di chitarra elettrica. Libertà di comunicare noise, fuori dell’onanismo di tanti
heroes dell’avanguardia, qui c’è noise-rock e avant-gard jazz che si uniscono sfogandosi per spolpare le trombe d’Eustachio, e che in fondo del fondo un tantino d’estenuazione la provocano, ma anche il “piacere del dolore” è una forma strana d’amore e allora adelante, che “dolore amorevole” sia.
Max Sannella
MANITATSU - Mani Neumeier & Tatsuya Yoshida
Mani Neumeier playing Tongue Drum (Munich, November 2007)
Kawabata Makoto - Penguin House - Koenji, Tokyo - Dec 14 200
Makoto Kawabata - live at Taverna Del Maltese, Bari, Italy
DustedSamuraiBlues
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