Il chitarrista Bob Cillo é non é certo l'ultimo arrivato nella scena rock-blues barese e pugliese: negli ultimi vent'anni e più ha siglato e marchiato con la sua chitarra incandescente numerosi progetti, Public Health, Trinity, Backdoor Friends sino ai Dirty Trainload, un duo che lo vedeva accompagnato nel primo buon lavoro, "Rising Rust" dall'armonicista/cantante Marco Del Noce. Un'intensa attività concertistica nazionale ed internazionale negli ultimi due anni ha evidenziato i Dirty Trainload quale una delle più belle realtà blues pugliesi, anche se questa etichetta tout-court sta loro un pò stretta. Già "Rising Rust", lavoro prodotto da Fabio Magistrali nel suo studio salentino cercava di abbandonare certa ortodossia blues avvicinandosi ad un'ottica lo-fi d'estrazione americana, che ad ogni modo salvaguardava le roots-blues dei grandi del delta, ben stampate nel dna chitarristico di Cillo.
"Trashtown" persevera in questa direction: anche questa volta Magistrali ha saputo infondere nei 13 brani del nuovo lavoro un'intrigante 'mood' fangoso e primitivo che riesce a farsi apprezzare, soprattutto nel trattamento delle performances vocali dell'italo-californiana Livia Monteleone (Noisance), che ha sostituito da tempo Del Noce (qui presente all'armonica), impegnata anche alle percussioni ed in qualche brano al banjo. E' proprio lei a cercare di iniettare nei nuovi brani composti dal duo una nuova 'urbana' linfa vocale viscerale, cosa che le riesce alla grande nell'iniziale martellante Trashtown - l'unico brano del cd forse a giustificare l'etichetta punk/garage loro appioppata - con accenti addirittura Patti Smith-iani, ed in episodi come Gotta go e Hard Working Time, ma che non regge alla lunga distanza dei 13 brani, soccombendo ad una incalzante monotonia espressiva. Anche i moduli compositivi a volte sembrano non essere bene a fuoco, come in The Mayor's Son e nello strumentale Wigdance. Probabilmente é in queste due direzioni che i Dirty Trainload dovrebbero lavorare per il futuro: il lavoro chitarristico di Bob Cillo invece non offre il fianco a critiche di sorta, risultando corposo e ben calibrato tra accenti più aggressivi ed hard ed altri più avvolgenti, sempre al servizio dell'economia generale dei brani; il suo fraseggio (soprattutto slide), significativamente progredito, si fa ammirare nella lenta Lullaby, nella finale morbosa This Jail, uno degli episodi più felici del lavoro, ed in Mad Ride. Immancabile l'omaggio ai padri del delta-blues: le belle rivisitazioni di Stranger's Blues (Elmore James) e 44 (Chester Burnett).
Wally Boffoli
GOTTA GO/HAD IT COMING/THIS JAIL/TRASHTOWNDirty TrainloadMySpace
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