Il fatto che questo disco uscisse per la blasonata etichetta di Jello Biafra mi aveva dato più di qualche indizio su dove si andasse a parare. L'ascolto confermava quanto mi aspettavo: infatti si tratta del primo album dato alle stampe dopo il 2002 dalla band “spin-off” dei grandiosi Subhumans, misconosciuto quanto imperdibile gruppo punk originario di Bath, UK, e ci fornisce un esempio di come si possano coniugare lo ska, il reggae e, appunto, il punk, ottenendo una miscela esplosiva ad alto contenuto danzereccio. Ovviamente, il ballo consigliato è il pogo! Il gruppo, composto da musicisti forgiati da migliaia di incendiari concerti in giro per il mondo, mette in evidenza l'immancabile (per il genere) sezione di fiati composta di tromba e trombone, possenti linee di basso e chitarrone in levare, ma non perde l'occasione di pigiare sull'acceleratore. In ogni caso, i pezzi non sono mai banali, anzi, spesso le strutture sono piuttosto complesse, come ad esempio nella paradigmatica Free Speech, pur rimanendo sempre estremamente godibili. Il cantante Dick Lucas declama con voce stentorea liriche antisistema, coadiuvato dai suoi complici con possenti cori all'unisono. In conclusione, un disco splendido, ancora di più per la sincerità e l'onestà che contraddistingue l'impegno della band.
Luca Sanna
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