Vi bastano cinquanta secondi.
Cinquanta secondi per capire che, se non amate le chitarre, siete finiti nel posto sbagliato, ovvero dentro il secondo album degli Endless Boogie.
Un boogie senza fine, come quello di John Lee Hooker.
Chitarre che avanzano a testa china come un gregge di montoni su un ciottolato di distorsioni blues figlie dei Canned Heat e lunghissimi viottoli di scale pentatoniche sfiancanti.
Nessuna concessione alla sorpresa.
Tutto "Full House Head" ruota attorno a questa formula, all’ infinito, fino allo stordimento.
Anche il ritornello, il gancio melodico è bandito cosicchè nonostante qui dentro ci sia tanto Hendrix (Pack your bags discende direttamente da Voodoo Child), tanto Black Oak Arkansas, tanto Blue Cheer, tanto Mountain alla fine di questa ora di chitarre fumanti non vi resterà nessuna Foxy Lady, nessuna Summertime Blues e nessuna Mississippi Queen da cantare.
Impossibile, se non siete degli ultras della sei corde, arrivare in fondo ai ventidue minuti di A life worth leaving.
Difficile pensare di cavarsela con pochi fastidi per i dieci minuti di Empty Eye o Slow Creep.
In mezzo a questo effluvio di chitarre sparate e di voci sguaiate soffre vedere una Tarmac City costretta nei suoi slippini di appena cinque minuti proprio durante quella che potrebbe essere la miglior erezione del disco con le sue chitarre slide che vanno a cozzare sul muso di Mick Jagger costringendolo una volta per tutte a tirar dentro la linguaccia.
Endless Boogie.
Quando si dice scegliere il nome giusto
Franco “Lys” Dimauro
Mighty Fine Pie
Tarmac city
Coming Down The Stairs
ENDLESS BOOGIE live Smoking figs in the backyard
Endless Boogie live @ Tunnel, Paris
EndlessBoggieMySpace
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