martedì 5 ottobre 2010

Folk, Acid Folk, Prog Folk e dintorni: artisti e brani scelti e commentati da Walter Pasero

Continuiamo il nostro viaggio nell'impervio ed affascinante labirinto dell'acid e prog folk, generi per lo più sconosciuti ai più, con altri quattro brani magici, che vi procureranno brividi di arcana malinconia.
Questa volta a farci da maestro di cerimonie (aspettando le nuove proposte del guru acid-folk Marcello Rizza) un giovane amico, Walter Pasero, altrettanto motivato ricercatore di straordinari episodi sonori che riescono sempre ad aprirci le porte dell'inconscio. (W.B.)



Perry Leopold - The Windmill (Christian Lucifer: 1973/Gear Fab)

Americani. Stiamo parlando di una le perle più fulgide di acid-folk psichedelico di tutti i tempi! Un inizio inquietante e sinistro a evocare una folata di vento solitario e disorientante, con echi e rumori di fondo ad aumentare la sensazione di pathos e mistero; poi dentro questa cornice folk acida, che ricorda i Comus di "First Utterance" si inanella la voce magnifica e mesmericamente folk di Leopold, accompagnata per tutto il brano da un tappeto sonoro alienante e terreo.
Voce e chitarra di Leopold in alcuni momenti sono capaci di evocare tutte le facce del prisma emozionale umano: paura, angoscia, attesa e liberazione.
La fine del brano riprende quasi come un lamento folk acido tutto il suo umore da sottobosco: inquietudini che solo certi effetti sonori sono capaci di evocare.
Il brano si chiude come è iniziato, con quella misteriosa e sinistra folata di vento che turba l'ascoltatore e lo tiene desto.
Assolutamente da ascoltare, essenziale!

Time - Sad Benjamin (Before There Was...Time: 1968/Shadoks)

Canadesi. L'album fu clamorosamente mai licenziato ufficialmente: incredibile, trattandosi di un gioiello di straordinario impatto lisergico/psichedelico; folk ipnotico, mesmerico, un vero viaggio per la mente.
Emozioni che saranno una piacevole sopresa per chi non conosce questo album e una grande esperienza di riascolto per chi invece già lo conosce.




Circus Maximus: Hansel And Gretel (Neverland Revisited:1968/Vanguard)
Questo capolavoro country/folk psichedelico degli americani Circus Maximus si chiude con un omaggio onirico e personale al mondo delle favole, Hansel and Gretel: atmosfere pacate, sommesse che chiudono degnamente un album strepitoso, privo a mio parere di momenti di stasi e quindi altamente raccomandato a tutti gli amanti dei momenti più densamente e genuinamente acidi dei sixties.


Third Ear Band - Fleance(Music From Macbeth: 1972/Beat Goes On)
Inglesi. Impossibile definire questi mostri sacri, imprigionarli in una categoria: atipici, unici, innovatori. Nella loro musica si respira world music, free folk, psichedelia, acid rock, progressive, space rock.
La loro musica è letteralmente un laboratorio di idee e proposte.
Free folk d'avanguardia, privo di schemi.
Sacrale, solenne la loro colonna sonora per il Macbeth di Roman Polansky, divisa in 16 pezzi d'ispirazione elisabettiana: un esperimento che fatalmente soggioga la fluida ispirazione della T.E.B caratterizzante le altre loro opere.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Prometto...! Prometto di ascoltare con attenzione le tue proposte domani sera, Walter, ed ascoltando, leggere i tuoi commenti. In questo momento sono assolutamente perso dal'ascolto del CD che mi è arrivato oggi, "It's So Hard..." di Karen Dalton, e quando ho un CD nuovo di questa levatura...non riesco a concentrarmi su altro. Domani commento...commento! Promesso!
Marcello Rizza

Anonimo ha detto...

Eccomi, come promesso. Su Perry Leopold, concordo su tutto ciò che hai scritto. Ho solo qualche difficoltà ad accostare il brano al capolavoro dei Comus. Consiglio tutti, comunque, a non "fermarsi" all'ascolto dell'unico brano proposto, bensì di accattare ed ascoltare per intero tutto l'album.

Una vera sorpresa, invece, i Time. Il brano che proponi mette in chiaro, se ancora ce ne fosse bisogno, che il termine "folk" può essere applicato in molte occasioni. La strumentazione utilizzata è certamente più da prog, e se devo associare qualcosa di già ascoltato, per il cantato mi sovvengono i King Crimsom mentre per le arie e la costruzione direi sia Genesis che VDGG. Non trovo, almeno in questo brano, similitudini con artisti e gruppi folk. Mi piace anche citare, per la liricità delle tastiere, i Please. Ma a prescindere della "libertà" di ognuno nel classificare la musica...è indubbiamente un brano di notevole bellezza!
Più tardi, dico la mia sui due successivi brani. A dopo.
Marcello Rizza

Anonimo ha detto...

(segue)
Altra novità, per me, è Circus Maximus. Tutto sommato è un brano semplice, arricchito da un pianoforte elegante, forse un po nervoso che mi fa dubitare sulle abilità reali del musicista. Ma è indubbio che proprio quello strumento dia un tocco necessario a far uscire dall'anonimato un brano facilino e manieristico. Seppur gradevole, per la mia sensibilità musicale è comunque il brano un po meno intrigante dei quattro che hai proposto.
Marcello Rizza

Anonimo ha detto...

Third Ear Band...ecco...! Qui si che sento qualcosa dei Comus di "First Utterance" e anche qualcosa dei Spirogyra. La voce della cantante non mi fa impazzire, ma il trascinarsi ipnotico e il flauto, che duetta col violino, fintamente ti accarezza e realmente un poco ti deprime, quindi ti impressiona l'anima come la luce impressiona l'emulsione della pellicola vergine. Ti parlo, ovviamente, di un brano ed un gruppo che conosco e che amo. Gran bel finale della tua selezione. Ma ne proporrai altri, vero? Senno Wally non mi lascia in pace e devo sgobbare io, che invece ho anche voglia di ascoltare proposte nuove. :)
Grazie,l Walter, del tuo impegno e della tua proposta su queste pagine messeci a disposizione da Pasquale.

Anonimo ha detto...

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