Il recentissimo concerto di Paul Weller al Traffic Festival di Torino (live-report MB di Claudio Decastelli) ha riportato per un'ennesima volta l'attenzione di fan (mods e no) e addetti ai lavori sull'enorme operato artistico del musicista anglosassone negli ultimi (quasi) trentacinque anni, a partire dagli splendidi Jam in odore punk, attraverso gli stilosi Style Council, il Paul Weller Movement sino alla carriera solista costellata di splendide opere. Weller non dimentica mai di rievocare i gloriosi Jam nei suoi spettacoli; anche a Torino il 19 luglio ha eseguito Pretty Green e Start dall'album "Sound Affects" del 1980.
Anche per questo mi piace riproporre un mio articolo scritto e pubblicato nel 2002 dal web-magazine Music Boom sul doppio cd (triplo con il bonus cd) "THE JAM AT THE BBC 1977-1981" (2002) eccellente compendio live, curato dal proverbiale marpione John Peel, dell'intera mirabolante parabola creativa ed artistica del trio inglese, leader amatissimi del movimento mod internazionale negli anni '70-'80.
Nel malaugurato caso qualcuno non avesse alcun documento sonoro dei Jam io lo indirizzerei senza esitare su questa opera pubblicata otto anni fa. (W.B.)
E' risaputa la voracità di John Peel, santone, talent-scout e personaggio chiave della scena rock britannica degli ultimi decenni nell'assicurarsi in anteprima chicche e prestazioni dei più importanti artisti e bands: le numerose sessions da lui organizzate per la BBC stanno vedendo la luce poco alla volta, quasi alla chetichella, ma rappresentano sempre una sorta di fedele e preziosa cartina al tornasole delle capacità nude e crude interpretative e compositive di tanti artisti.
Potete immaginare quindi come John sia riuscito a catturare più che efficacemente in studio l'energia live dei JAM di Paul Weller, una delle più influenti bands anglosassoni a cavallo tra i '70 e gli '80, in queste BBC Sessions uscite 2002 prima dell'estate.
Vi riporto alcuni stralci delle sleeve notes di Adrian Thrills contenute nel booklet interno: perché sono convinto sia fondamentale per penetrare la temperie di quelle registrazioni storiche.
'...La prima John Peel Session dei Jam fu registrata nello storico studio della BBC Maida Vale (che aveva ospitato in passato le sessions di Beatles,Kinks, David Bowie e T.Rex) nell'aprile del '77 e trasmessa nei primissimi giorni del maggio prima della pubblicazione del loro primo album In The City, sempre nel maggio '77. In pochissimo tempo disponibile le session immortalarono delle primitive, energetiche versioni di tre brani di In The City, Art School, I've Changed My Address e l'omonimo In The City più il nuovo brano The Modern World. Tutto era approssimativo ed istintivo, ma per una band che stava nascendo le sessions erano un'esperienza importante.'
Ed aggiunge lo stesso Weller: 'I brani erano suonati dal vivo. Potevi aggiungere giusto forse un pò di feedback e overdub-guitar prima di registrare le voci. Eravamo alla mercé degli engineers perché in quei giorni non ne sapevamo abbastanza di tecniche di registrazione, ma essi lavoravano bene. Eravamo ingenui ma ne beneficiava l'urgenza espressiva. Oggi molte bands sembrano conoscere molte cose dei metodi di incisione. Sanno come inserire una sezione di archi ed effetti speciali, ma non riescono a catturare la crudezza'.
Le successive due Peel Sessions alla BBC del '77 e del '79 contenute nei due dischetti accompagnano precedendole o seguendole di pochissimo le pubblicazioni dei loro album successivi, "This Is The Modern World", meno punk e già più influenzato dalla cultura mod (dice Thrills), ed il concettuoso maturo Setting Sons : ad alimentare impietosamente la nostra nostalgia songs impetuose ed indimenticabili come London Girl, Carnaby Street, All Around The World, Eton Rifles, Thick As Thieves, Saturday's Kids, emblemi lapidari di una passione/epopea mod letteralmente edificata da Paul Weller/Bruce Foxton/Rick Buckler e che alla fine del 1979 aveva fatto dei Jam un'istituzione nazionale.
Ben rappresentato invece nei dieci brani 'live' (giugno '78) al Paris Theatre in Regent Street per la serie 'In Concert' sempre della BBC, il terzo album dei Jam, All Mod Cons con Billy Hunt e 'A' Bomb In Wardour Street insieme a molti brani da Modern World.
L'ultima studio-session è dell'ottobre 1981, per Radio 1's B15 con i Jam in pieno trip funky-soul: ecco i fiati di Absolute Beginners ma anche i lirici riverberi di Tales From The RiverBank e Funeral Pyre; una chicca di questa session é la versione, come al solito cazzuta ed adrenalinica di un classico Atlantic di Arthur Conley, Sweet Soul Music (prima di allora i Jam avevano violentato altri standard r&b come gli Who prima di loro e come tradizione mod voleva ... In The Midnight Hour, HeatWave).
Ma questo momento particolare dell'evoluzione artistica dei Jam é fotografato al meglio dal secondo 'In concert' per la BBC, all'Hippodrome Theatre in Golden Green (Dicembre 1981): nel marzo '82 esce il sesto album in studio, The Gift. E' anche il periodo del massimo impegno 'politico' dei tre con concerti-beneficenza per la Campagna per il Disarmo Nucleare e per Rock Against Racism : all'Hippodrome Theatre eseguono molti brani dell'imminente The Gift, ed ecco il detroit-sound di A Town Called Malice, Precious, The Gift...ma anche Pretty Green (arricchita a meraviglia dai fiati) e la beatlesiana Start! dall'album Sound Affects.
Fermo restando l'enorme valore storico delle John Peel Sessions a mio parere, la vera chicca di questo "The Jam At The BBC" é il terzo bonus disc a tiratura limitata, registrato live sempre per la serie BBC 'In concert' al Rainbow Theatre il 4 dicembre 1979: perché riproduce fedelmente l'atmosfera incandescente e sudata tipica delle performances dei tre; l'album Setting Sons era uscito un paio di mesi prima e i Jam erano al massimo della loro energia creativa ed esecutiva, lo dimostrano questi 18 brani che pescano generosamente nel repertorio del precedente All Mod Cons, vero manifesto della mod-culture con il sorprendente e sospeso Mr. Clean, capolavoro chiaroscurale, To Be Someone,l'epica Down In Tube Station At Midnight,All Mod cons, It's Too Bad, la conclusiva Kinks-cover David Watts...e nell'imminente, epocale album "Setting Sons" con versioni intensissime e fulminanti di Eton Rifles, Private Hell, Burning Sky, Smithers-Jones...ma c'é anche la delicata The Butterfly Collector, When You're Young, Girl On The Phone, Away From The Numbers.
Un pezzo di storia rock, della nostra storia e preziosa memoria rock che ritorna....non fatevelo sfuggire!
wally boffoli
http://www.paulweller.com/thejam.phphttp://www.thejamfan.net/welcome.htm
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