domenica 23 ottobre 2011

LIVE REPORT - "PETER MURPHY" (8 ottobre 2011, Siddharta, Prato)

C'era molta attesa per questa mini-tourneè italiana del frontman dei Bauhaus Peter Murphy, soprattutto dopo l'uscita dell'ultimo "Ninth" che lo ha riproposto ad alti livelli dopo le deludenti parentesi elettroniche dei dischi precedenti. Purtroppo tale attesa non è stata ricambiata in quanto nella prima data, il 6 ottobre a Roncade a metà della sua esibizione Murphy ha allontanato per misteriosi motivi il bassista Jeff Schartoff terminando il concerto senza di lui. Stesso copione il giorno dopo a Roma,
al Traffic Club, dove gli ignari spettatori vengono tardivamente informati della mancanza di metà della base ritmica, a soli dieci minuti dall'inizio, lasciando nello sconcerto i circa 500 fan in trepidante attesa. Il concerto finale del tour a Prato è invece iniziato tranquillamente con la formazione a tre, come se il pubblico fosse in dovere di essere a conoscenza della novità dell'ultima ora e si accontentasse di assistere ad un concerto differente da quello previsto; il Siddharta è un piccolo club ricavato sotto la sede di un noto istituto di credito toscano e presenta soffitto basso, luci scadenti ed un acustica non certa degna di un concerto rock. Peter inizia in maniera disastrosa con Velocity Bird, tra sibili, fischi e distorsioni varie, col pubblico allibito, il sottoscritto teme il peggio ed il naufragio sembra vicino, con il cantante che lancia occhiate fulminanti al mixerista, colpevole di tenere la sua voce troppo bassa. Dopo due brani Murphy prende il coraggio a due mani e scusandosi ci fa gentilmente sapere che il bassista è rimasto a Londra e che per stasera ce lo possiamo scordare, lasciando la formazione zoppa e con i due unici strumentisti presenti, il chitarrista ex Mission Mark Gemini ed il batterista Nick Lucero, tra l'altro tutt'altro che due maestri di tecnica, orfani del loro compagno di avventure.

Solo la grande padronanza scenica, l'esperienza e la professionalità di Peter, la sua voce magnetica oltre al solito sguardo luciferino a dispetto dei 54 anni, ha fatto sì che il resto dello show proseguisse su binari accettabili, con i pezzi di "Ninth" in evidenza, con il singolo I spit roses e tutte le altre songs dell'ultimo lavoro, molto gradite dalla platea. Per accattivarsela Murphy ha cambiato spesso la scaletta in corsa, o almeno questa è stata l'impressione, eseguendo due songs dei Bauhaus, ovviamente molto graditi e richiesti, Silent Hedges, molto intensa e All we wanted entrambe tratte dallo splendido "The Sky's gone out", oltre alla cover, un pò zoppicante stavolta, della storica Ziggy Stardust: forse stavolta il Duca Bianco non l'avrebbe gradita molto. Sorprendentemente in chiusura di show, tra l'altro molto lungo, un'ora e mezza con due bis, pure l'omaggio a Iggy Pop con Raw Power, davvero potente e trascinante, specie considerando le condizioni tecniche con cui veniva eseguita. Lo scarso pubblico presente, circa 300 anime, agghindate delle solite camicie nere e T-shirts con logo dei Bauhaus o gruppi similari, con creste e pettinature di 30 anni addietro, è stato fin troppo paziente e generoso, applaudendo ed incitando continuamente, finendo per rimanere soddisfatto dell'esibizione, il vostro cronista invece un tantino meno. Speriamo in conclusione che questa improvvisa disavventura faccia sì che Peter Murphy si ripresenti la prossima volta da noi, magari in un ennesima reunion dei Bauhaus, il suo storico gruppo, in condizioni più consone ad un musicista della sua classe e portata, visto e considerato che ha ancora tanto da dare e offrire al suo affezionatissimo pubblico.
Ricardo Martillos

Video di Ricardo Martillos






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