
Completano la line-up, in qualità di ospiti, il bassista Francesco Vittori e il flicornista Ramon Moro (soltanto nel brano L'arte della guerra). Così strutturati, i Treni all'Alba esplorano i diversi territori che volteggiano attorno alla musica acustica e strumentale, dal jazz, al prog-rock, al folk, fino a più spigolosi contesti di avanguardia. Non di rado il loro sound potrebbe costituire un'ottima colonna sonora, come in Il demone, che ricorda le atmosfere del film 'Chocolat', mentre le “sgangheratezze programmate” di un brano come Tempi moderni possono evocare da sole vent'anni di cinema italiano nei '60 e '70, tra neorealismo, spaghetti-western e Fellini, tra Morricone e Nino Rota. Atmosfere che ritroviamo anche nella conclusiva Streghe, italianissima nei suoi sapori ma persino un po' chapliniana ...

Non è mai facile rendere le sonorità degli strumenti acustici, e qui un plauso particolare va all'intero team di produzione, mixaggio e mastering dell'album, che coinvolge Paolo Carlotto, Tino Paratore, Mauro Tavella e Madaski, questi ultimi due nomi già molto noti al grande pubblico, rispettivamente come tecnico del suono dei Linea 77 e come tastierista degli Africa Unite. Tutto ciò va a ulteriore dimostrazione della poliedricità dell'ensemble e della varietà della sua proposta musicale.
Alberto Sgarlato
I treni all'alba finale Stati generali del rock - Italia wave 2009
Italia Wave 2
InriTorino
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