I Belong, duo americano di New Orleans composto da Turk Dietrich e Michael Jones, presentano “Common Era” (2011, Kranky), a distanza di cinque anni dal precedente album di debutto “October Language” (2006). “Common Era” si presenta come un’affascinante sperimentazione pop che mescola assieme lo shoegaze più sognante con il post-punk più decadente, all’interno di un sottofondo radiante di elettronica drone e noise. A caratterizzare l’intero l’album è un canto lontano e irriconoscibile che cerca di emergere al di sopra di un rumore di fondo molto denso, ottenuto con una tessitura di synth e di chitarre, completamente nebulizzata e dilatata. Il risultato finale è un suono soffice come la neve, dilatato sino alla trasfigurazione, che diviene in molti casi invocazione, una sorta di litania dei tempi moderni, una forma di religiosità tipica delle epoche decadenti.
“Common Era” è un lavoro per certi versi estremo, che affascina, disturba, stranisce. L’album inizia con la bellissima Come See, molto vicina alle sonorità shoegaze dei My Bloody Valentine e alle forme noise dei Jesus and Mary Chain, che cattura per l’atmosfera vaporosa e sognante. La bellezza positiva e rasserenante di Come See è abbandonata dopo appena 5:26; il tempo di arrivare a Never Came Close (e successivamente a A walk) ed ascoltare un vero e proprio elogio della malinconia. Perfect Life è forse il brano più ispirato di tutto l’album che accentua le forme di una tristezza sfuggente, ma per molti versi
Felice Marotta
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