La musica di questo climax a otto tracce – riascoltandolo bene – non è restringibile in una, due o più categorie, ma gongola, si rattrista e sogna in tante altitudini di pentagramma, ci si può innamorare dello slow vellutato sotto un cielo di fiati, trombe ruffiane Courses, lasciarsi trasportare via dalle ance e dai movimenti sculettanti di una virtuale Abbey Road Sunday morning, farsi agitare nello shake di basso e cori beat (Purple) o prelevare Lou Reed dalla sua Factory e andare a fare shopping tra e viuzze di Wires. Chitarre, fiati, organetti, cori, quell’andatura sciolta, parventemente disimpegnata e frivola a go-go, una mirabolante formattazione beat senza ombra di equivoco che è poi l’atmosfera, la piacevole costante di questo super-progetto che non ha bisogno d’ascolti ripetuti per essere “preso”, è lui stesso che ti adesca e ti fa suo in un tot di minuti. I SIAR riprendono ed elaborano temi ed umori dei loro rispettivi luoghi sonici di provenienza, li mescolano per osare nuovi percorsi, e sembra una ricerca mai appagata nei fatti, un desiderio incompiuto che si chiude a cerchio inaspettatamente come una pianta carnivora arsa dal desiderio di buone sonorità e che finalmente può masticarne a iosa tutte le fragranze e le polpose, stuzzicanti prosopopee fulminanti. Un avviso a tante band del circondario e più in là: ci sono “nuovi santi in fila” per farvi rizzare il pelo sulla schiena, potrebbero nuocervi okkio, anzi già lo hanno fatto, sono santi fuori dal coro in un testardo tentativo di shakerare l’evoluzione. E ci riescono!
Max Sannella
Promo "Saint in a Row"SAINT IN A ROW - Purple - live @ TUP
Foolica Records
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