Il morbo del dubstep e delle nuove elettroniche si diffonde anche in Italia. Lo dimostrano i bresciani Aucan (Dario D'Assenno, Francesco D'abbraccio e Giovanni Ferliga), giunti al secondo CD con “Black Rainbow”, inciso negli studi Air di Londra. Il nuovo album si apre con Blurred, tempo lento, bassi profondissimi e la bella voce di Angela Kinczly, un brano che non sfigurerebbe su un disco di Burial o Kode 9. I ritmi si fanno più veloci e le atmosfere più maestose con le successive Heartless, più vicina alla IDM e Red Minoga, per poi rallentare ancora col proseguire dell'album. Sugli ultimi brani si avverte però un certo calo di tensione, peccato grave in un genere che ha nella trasposizione di stati d'animo inquieti il punto di forza. Tutto sommato però è un disco valido, che mostra come il sottobosco italiano produca gruppi molto interessanti, assolutamente al passo con le tendenze d'oltremanica. Certamente chi ama solo la musica con chitarre non troverà qui il suo piatto preferito, ma filoni come dubstep e breakbeat oggi offrono le deviazioni più interessanti. Gli Aucan presenteranno il nuovo album con una tournèe in tutta Europa.
Alfredo Sgarlato
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