domenica 16 gennaio 2011

L'ALTRA EUROPA: Elettronica, Chill Out, Alternative Pop, Progressive da un pianeta sconosciuto - POLONIA/2, monografia: MYSLOVITZ

La Polonia, pur facendo parte integrante dell' alleanza dei Paesi socialisti durante la lunga divisione in blocchi del continente europeo, non ha subito forme di coartazione così ferme e persino dure come invece capitato in altre realtà della sfera d’influenza sovietica. Questo ha nel complesso permesso uno sviluppo più armonico e costante delle espressioni musicali in questo Paese.
Ovviamente si tratta di considerazioni dal valore puramente relativo poichè anche in Polonia non poche forme di repressione e la diffusa censura hanno fortemente condizionato lo sviluppo realmente libero della musica giovanile che assai spesso ha dovuto fare i conti con limiti e regolamenti imposti dall’alto e che in primo luogo impedivano ai talenti locali di esprimersi secondo i propri desideri e infine limitavano fortemente l’accesso di costoro alla pubblicazione di dischi essendo questa interamente gestita dal Potere centrale.
Non deve meravigliare dunque che molte formazioni e band polacche, pur essendo state attive per molti anni, non hanno mai inciso alcun disco o ne hanno inciso pochissimi e limitati quasi sempre a singole canzoni.
Pur essendo arrivata con grande ritardo rispetto al mondo occidentale, la musica rock in Polonia ha tuttavia avuto modo di trovare un terreno fertile in cui germogliare, permettendo varie forme di espressione similare e comunque tali da incontrare una sostanziale tolleranza da parte delle autorità che qui come altrove nell’area d’influenza sovietica, mal digerivano forme di espressione musicale che potessero in qualche modo distogliere l’attenzione delle masse e dei giovani in particolare dall’ideale socialista.
Le giovani band polacche pertanto trovarono modo di proporre una forma di musica giovanile che non allarmasse oltremodo le autorità che peraltro, dal canto loro, concedevano a questi ultimi la minor visibilità possibile affinchè il 'fenomeno' rimanesse confinato entro limiti ben definiti. E così, per la stragrande maggioranza del grande pubblico in Polonia, la musica rock rimase in fondo per molto tempo qualcosa di ignoto o appena accennato.
Pur con tutti questi limiti va tuttavia sottolineato che in Polonia (un Paese in cui il comunismo di stampo sovietico è stato sempre 'mal sopportato' e dove le forme di consenso non sono mai state generalizzate) grazie anche ad un fortissimo patriottismo coagulato dalla Chiesa cattolica, la musica è stata in grado di proporre un gran numero di artisti di assoluto valore che proprio nella musica hanno trovato una delle corsie preferenziali per esprimere disagio e anelito di libertà pur se in forme mascherate.

La Polonia dunque, al pari di altri Paesi dell’area come l’Ungheria o la Cecoslovacchia, è stata protagonista di una grande stagione della musica beat prima e rock dopo anche se questa veniva spesso suonata per pochi fortunati o in condizioni ambientali assolutamente precarie.
Oggi, a distanza di vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino e del passaggio della società polacca (peraltro del tutto pacificamente) al nuovo ordine politico possiamo ben constatare come tutto questo ricchissimo patrimonio musicale accumulatosi negli anni, pubblicato talvolta a fatica in magnifiche opere discografiche (oggetto di ricerca dei collezionisti) abbia costituito l’humus ideale per la nascita di una industria discografica di tutto rispetto e di un palcoscenico affollatissimo di interpreti e gruppi che in buona parte trovano ancora le loro radici nel passato storico e politico del Paese nel quale lentamente, specie nella parte finale del lungo 'inverno sovietico, si poteva già assistere ad una fioritura artistica e musicale di grandissimo interesse.

Lungi dunque dal sottovalutare tutte le limitazioni imposte da un sistema politico che guardava con sospetto a quanto avveniva nel campo occidentale e tentava di reprimere con tutti i metodi possibili le influenze negative di un mondo che temeva, la Polonia va senza dubbio alcuno considerata fra i Paesi più evoluti in campo musicale anche se, il retaggio imposto dal suo recente passato storico, ha fino ad oggi impedito ai suoni provenienti da quel Paese di giungere fino a noi (salvo poche, anche se preziose, eccezioni).
Questo è un discorso che ci porterebbe lontano visto che tale 'ignoranza' non è onestamente imputabile solo ed esclusivamente a quanto patito dalla Polonia durante la sua permanenza nel blocco sovietico dato che ben altri sono i fattori contingenti atti a giustificare l’assenza dai nostri media di band e interpreti di lingua polacca entrando qui in gioco interessi e aree d’influenza dei potentati economici dell’industria discografica che decidono cosa e chi promuovere.
Non si spiegherebbe così perché non ascoltiamo usualmente band ed artisti ad esempio dal Belgio o dall’Olanda o dalla vicina Svizzera dove pure la musica conserva caratteristiche di assoluto valore.
Ma entriamo così in un territorio minato dal quale preferiamo uscire avendo questa rubrica l’unico compito di diffondere una maggiore conoscenza della realtà musicale dell’Est Europa con l’augurio che questo diventi uno stimolo per ulteriori ricerche e una valida alternativa allo strapotere della proposta musicale che proviene dal mondo anglosassone.

"Myslovitz"
Mysłowice (leggi Misuowize) è una piccola città di nemmeno 80.000 abitanti nell’estremo sud della Polonia, nella regione della Slesia. Per un curioso insieme di coincidenze questa città è diventata negli anni una vera fucina di band e artisti alcuni dei quali hanno lasciato una profonda impronta nello sviluppo della musica in Polonia nell’ultimo decennio.
E’ anche per questa ragione che Mysłowice si è guadagnata la denominazione di Manchester polacca oltre che per il fatto che la città ha un carattere prettamente industriale posta com’è in uno dei più ricchi bacini carboniferi d’Europa.
Ed è proprio a Mysłowice che nel 1992 vede la luce una delle band polacche più interessanti e rappresentative degli ultimi 20 anni: i Myslovitz (dal nome della città d’origine ma scritta e pronunciata in tedesco).
A questo proposito vale la pena sottolineare che la scelta del nome della band è venuta da due considerazioni: la prima è il fascino da sempre dichiarato dai componenti della band per i gruppi americani degli anni ’70 che spesso portavano il nome delle proprie città d’origine (i Chicago, i Boston)mentre la seconda considerazione è venuta dal caso. Girando per la propria città e in particolare per le periferie desolate come lo sono quelle di qualsiasi città industriale i nostri si imbatterono in un vecchio forno a piastrelle di prima della guerra (quando la città era ancora parte del Reich tedesco) sulle cui antine di ferro era ancora visibile la scritta in tedesco: Myslovitz.
Dopo un periodo durato un paio d’anni durante il quale il fondatore della band Artur Rojek e compagni si esibiscono dal vivo negli ambienti studenteschi e di supporto ad altre band locali, nel 1994 i Myslovitz registrano i loro primi nastri presso la Radio Nazionale e iniziano l’incisione del loro primo album prodotto dall’inglese Ian Harris (Joy Division, New Order…) originario di Manchester.
L’album viene pubblicato alla fine del 1995 con il semplice titolo di “Myslovitz”.
L’accoglienza all’album da parte della critica è entusiastica, il disco diventa il miglior album debutto di quell’anno, le critiche lusinghiere paragonano i Myslovitz a un a sorta di novelli Oasis con tutte le caratteristiche originali del caso. Il disco sancisce la nascita di una band in grado di produrre un rock alternativo di pregevolissima fattura che fa gridare ad una novità assoluta per il panorama musicale polacco dell’epoca.
L’album presenta interessanti particolarità nella sua quasi perfetta suddivisione di generi (un inizio dichiaratamente rock per poi scivolare verso la ballata psichedelica) così come nella curiosa, affascinante esecuzione di molti brani in duetto.
Il brano d’apertura era questo magnifico Kobieta (Donna) (1995 Etichetta MJM Music Poland).
Ed ecco un paio di estratti dalla parte più dolce dell’album in cui predominano suoni levigati dalla psichedelia per un genere che diventerà una sorta di marchio di fabbrica di Rojek e compagni.
In particolare Good day my angel, a partire dal terzo minuto acquista una straordinaria coloritura di suoni acidi e di richiami! Qualcuno avrà l’ìmpressione di percepire la presenza di qualche grande band del passato?

"Myslovitz": Deszcz (1995, MJM Music Poland)
"Myslovitz": Good day my angel (1995, MJM Music Poland)


"Sun Machine"
Nel 1996 viene pubblicato il secondo album dei Myslovitz dal titolo “Sun machine”, titolo tratto dal brano Memory of a free festival di David Bowie che i Myslovitz propongono in chiusura dell’album nella loro versione. L’album conquista il disco d’oro in Polonia.
Ecco un estratto dell’album di cui il secondo Amfetaminowa siostra (Sorella anfetamina) presenta evidenti richiami lisergici.

“Sun machine”: Blue velvet (1996, Sony Music Polska)
“Sun machine”: Amfetaminowa siostra (1996, Sony Music Polska)


"Z rozmyślań przy śniadaniu"
Nel 1997 viene pubblicato il terzo album dei Myslovitz dal titolo “Z rozmyślań przy śniadaniu” (Meditazioni a colazione) improntato ad un alt-rock di squisita fattura con echi di un britpop assai vicino agli Oasis.
Caratteristica curiosa dell’album è il riferimento di molti dei 17 brani della tracklist al cinema, prevalentemente statunitense, a riprova di una fascinazione per questa forma d’arte da parte della band che resterà evidente in molta parte della produzione successiva dei Myslovitz.
La figura di Artur Rojek diventa carismatica e le sue interpretazioni, ricche di sfumature e testi improntati ad una profonda malinconia, diventano distintive della band. Disco d’oro in Polonia.

da “Z rozmyślań przy śniadaniu”
 Anioł (1997, Sony Music Polska)
Margaret (1997, Sony Music Polska)
Do utraty tchu (1997, Sony Music Polska)

Wielki błękit (1997, Sony Music Polska)

James, radiogłowi i żuk z rewolwerem jadą do nikąd (1997, Sony Music Polska)

Tutti i brani dei Myslovitz hanno molto spesso riferimenti più o meno celati e i seguaci della band a tutt’oggi fanno a gara nell’interpretazione delle liriche di Rojek che talvolta si prestano veramente ad una vera e propria 'cavalcata' di significati e rimandi.
E’ il caso dell’ultimo brano appena proposto: James, radiogłowi i żuk z rewolwerem jadą do nikąd' (James,i radiohead e uno scarabeo con un revolver non vanno da nessuna parte). E’ impressionante la lista dei riferimenti messa in campo dal geniale Rojek in questo brano di cui fornisco solo un elenco parziale:
1. James sono una rock-band inglese (di Manchester).
2. 'da nessuna parte' sembra far riferimento al brano Nowhere dal primo album omonimo dei Ride, shoegaze band inglese
3. 'radiogłowi' sta perfettamente per Radiohead in polacco
4. uno scarabeo con un revolver è un riferimento clamoroso ai Beatles e al loro album "Revolver”
e l’elenco potrebbe continuare.

"Miłość w czasach popkultury"
Nel 1998 i Myslovitz escono fuori dai confini polacchi e vanno in tour in Germania, in Scandinavia e persino negli States.
Nel 1999 viene pubblicato il quarto album della band che ne sancisce la definitiva consacrazione ad una delle migliori band polacche di sempre. "Miłość w czasach popkultury” vende in brevissimo tempo 150.000 copie e ottiene nei mesi successivi ben due dischi di platino.
Numerosi anche in questo caso i riferimenti al cinema messi in campo da Rojek che fanno di quest’album uno dei più belli pubblicati in Polonia negli ultimi 10 anni.
Un sondaggio lo metterà fra i 50 album fondamentali del rock in Polonia.
L’estratto dall’album inizia con uno splendido brano, fra i più ispirati di Rojek, con uno straordinario muro sonoro di chitarre.

"Miłość w czasach popkultury”: My (1999, Sony Music Polska)
"Miłość w czasach popkultury”: Nienawiść (1999, Sony Music Polska)

Un brano questo che segue, corredato di uno splendido video in cui Rojek 'gioca' magnificamente con la finzione cinematografica in un ruolo che immagino sarà riconoscibile a tutti.

da "Miłość w czasach popkultury” 

Dla ciebe (1999, Sony Music Polska)

Miłość w czasach popkultury (1999 Sony Music Polska)
Alexander (1999, Sony Music Polska)

Zamiana (1999, Sony Music Polska)



"Korova Milky Bar"
A partire dal 2000 Artur Rojek si dedica con la sua band sempre di più alla composizione di musiche da film. Diversi membri della band tra cui Rojek stesso suonano con altri gruppi (tutti della stessa città di Mysłowice).
Nel 2002 vede la luce il quinto album della band dal titolo “Korova Milky Bar” con il preciso riferimento al film “L’arancia meccanica” di Stanley Kubrick.
L’album diventa disco di platino ancor prima del precedente e diventa il vero trampolino di lancio per il mercato estero. I Myslovitz suonano ancora in Germania (dove sono molto amati), al Montreux Jazz Festival, supportano Iggy Pop e i Simple Minds nei loro tour europei.
La Emi ne rilascia una versione in lingua inglese dell’album che viene distribuito in ben 27 Paesi (ma non in Italia). La versione inglese comprende anche brani del precedente album dei Myslovitz. Il disco ottiene numerose recensioni positive su molta stampa specializzata europea (specie in Germania )ma una cattiva programmazione nei media europei ne limiterà purtroppo di molto una adeguata diffusione.
Ciò nonostante la band polacca trova molti fans in Europa, suona con i Travis e con Skin (degli Skunk Anansie) e ottiene l’ennesimo riconoscimento agli MTV Europe Music Award. Il disco stesso viene ben accolto oltre che in Germania anche in Belgio e Olanda. L’album è nel complesso immerso in un’atmosfera assai cupa e fortemente condizionata dalla situazione interna polacca che induce Rojek e compagni ad esprimere con la propria opera uno stato di profondo disagio e frustrazione provato da tutta la società polacca per i grandi cambiamenti vissuti in quel Paese e che hanno portato a mutamenti non sempre privi di conseguenze dolorose e disillusioni amare.
Quasi tutti i brani del disco sono pertanto venati da un pessimismo e da una malinconia talvolta struggenti che ne hanno fatto uno dei dischi più intimisti della band. Per la selezione che segue ho optato per la versione inglese dell’album per permettere una immediata comprensione dei testi.
Con una sola ed unica eccezione: il brano Chciałbym umrzeć z miłości (I'd Like to Die Of Love) per l’obiettiva bellezza della versione in polacco e lo splendido video che l’accompagna (più volte 'bloccato da You Tube). Fra i brani più belli dell’album e considerato un piccolo cult in Polonia.
Il brano Postcard from an Airport vede al canto Przemysław Myszor, chitarra e tastiere della band.

"Korova Milky Bar”: Chciałbym umrzeć z miłości (2002 Sony Music Polska)
"Korova Milky Bar”: Postcard from an Airport (2003, Capitol/EMI Pomaton)


Testo: Postcard from an Airport
"Rain in New York now
Laugh in London town
Fuck it all, fuck it all, fuck it all
When you are gone

Yeah, I brought no shots
Of those beauty spots
And whenever I roam
I feel I must go home
Fuck it all, fuck it all, fuck it all, fuck it all
When you are gone I feel like
I'm asleep, I'm lost a bit
Disolved in mist

Yeah, I have no more fun
When I'm in this strange state of mind
State of mind

See, I've recall that here am I
Sitting all alone, all alone
You're all gone"


da "Korova Milky Bar”
Dreamsellers (2003 Capitol/EMI Pomaton)
Korova Milky Bar (2003 Capitol/EMI Pomaton)
The Melancholy Tower (2003 Capitol/EMI Pomaton)
Behind Closed Eyes (2003 Capitol/EMI Pomaton)
 A Few Mistakes Made by Good Parents (2003 Capitol/EMI Pomaton)

"Skalary, mieczyki, neonki"
L’estate del 2004 trascorre per i Myslovitz in giro per l’Europa a suonare in diversi Paesi. A loro toccherà aprire i concerti di Iggy Pop e degli Stooges e dei Corrs in Gran Bretagna. Nel dicembre di quello stesso anno viene pubblicato il nuovo album della band "Skalary, mieczyki, neonki" che in realtà contiene brani registrati durante l’incisione del precedente album, due anni prima e rimasti chiusi in un cassetto. L’album si differenzia parecchio dalla precedente produzione della band, i brani sono quasi tutti strumentali (ad eccezione di quattro) e sono fortemente orientati verso un eccellente rock psichedelico con poche eccezioni come il malinconico brano Życie to surfing che avrebbe benissimo potuto trovare posto nell’album precedente per le profonde implicazioni esistenziali del testo e la struggente malinconia. Ed è un peccato che il video originale sia stato ancora una volta 'bloccato' da You Tube.

“Skalary, mieczyki, neonki”: W sieci (2004 Capitol/EMI Pomaton)
(“Skalary, mieczyki, neonki”:  Życie to surfing (2004 Capitol/EMI Pomaton)


"Happiness Is Easy"
Nel 2006 viene pubblicato l’ultimo album dei Myslovitz “Happiness Is Easy”. Anche in questo caso sono forti i riferimenti al cinema da parte di Rojek e compagni con testi (come sempre d’altronde) intrisi di significati profondi e che non di rado hanno acceso vivaci dibattiti sulla stampa specializzata polacca.
E fin dal primo brano in scaletta appare inevitabile avvertire la fascinazione di Artur Rojek per il brit pop degli Oasis. Il disco ha ottenuto l’ennesimo disco d’oro e nel 2007 quello di platino.
Il brano Książę życia umiera è dedicato alla memoria del calciatore britannico George Best che ha militato a lungo nel Manchester United. Il brano Czytanka dla niegrzecznych (Lettura per i cattivi), come assai spesso accade nelle liriche di Rojek, riprende un fatto di cronaca che ha sconvolto l’opinione pubblica polacca (medici di un ospedale che 'facilitavano' la dipartita di molti pazienti).
Il brano acquista una straordinaria efficacia emotiva con un magnifico finale che apre uno squarcio su atmosfere che sembrano riportare ai monumenti sonori pinkfloydiani.

da “Happiness Is Easy” 
Fikcja jest modna  (2006 Capitol/EMI Pomaton)

Mieć czy być  (2006 Capitol/EMI Pomaton)
 Spacer w bokserskich rękawicach (2006 Capitol/EMI Pomaton)
Nocnym pociągiem aż do końca świata (2006 Capitol/EMI Pomaton)
 Książę życia umiera (2006 Capitol/EMI Pomaton)
Złe mi się śni (2006 Capitol/EMI Pomaton)

Znów wszystko poszło nie tak (2006 Capitol/EMI Pomaton)

 Czytanka dla niegrzecznych (2006 Capitol/EMI Pomaton)



Dopo una lunghissima pausa (i componenti della band hanno deciso di interrompere qualsiasi attività artistica per dedicarsi alle famiglie), i Myslovitz sono entrati in sala di registrazione nell’aprile del 2010 e il nuovo, attesissimo disco della band è atteso per la primavera di quest’anno.
I Myslovitz sono diventati un vero e proprio fenomeno culturale in Polonia. Una piccola città di provincia, immersa nell’anonimato più assoluto è diventata un centro straordinario in cui nuovi gruppi, nuovi suoni, produzioni indipendenti, concerti sono all’ordine del giorno. Non si riesce più a tenere conto di quante band di grande talento siano nate all’ombra dei giacimenti di carbone di Mysłowice, probabilmente forma di tentativo estremo di fuga da una realtà grigia e priva di qualsivoglia speranza in un futuro migliore (come spesso ebbe ad affermare Artur Rojek).
Una sorta di fotocopia polacca di città come Manchester o la Seattle degli anni ’80 … Di certo questa rubrica avrà modo di tornare sull’argomento.
In quasi tutti i dischi dei Myslovitz è presente Andrzej Smolik (geniale artista polacco da me già proposto in questa rubrica) che suona vari strumenti.
Roberto Melfi

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