venerdì 26 novembre 2010

BOOK REVIEWS - "Life" by Keith Richards (and James Fox) - (Feltrinelli, 2010, 525 pagine)

Diretto e viscerale come i suoi riff di chitarra, onesto e commovente come la lettera di un amico. Questo e molto altro è "Life", attesissima autobiografia di Keith Richards, 67 anni, per 49 mente e anima dei Rolling Stones, la più grande rock 'n' roll band che il mondo abbia mai conosciuto.
Ecco finalmente raccontata in prima persona la storia del gracile ragazzino proletario di Dartford diventato una leggenda vivente grazie al suo talento, all'amore per Jimmy Reed, Chuck Berry, Muddy Waters e alla maniacale/monacale dedizione allo studio di ogni singola nota prodotta da quei padri e riprodotta prima sulle scale di casa o nel soggiorno di nonno Gus, poi in compagnia di altri ragazzini che volevano essere soltanto la migliore blues band di Londra.
E Keith quella storia ce la racconta con la sua voce, quasi che le parole sulla pagina fossero note su uno spartito o lo sguardo di un bambino che osserva stupefatto il mondo fuori e dentro di sé. Parole preziose come l'amicizia (valore assoluto che permea l'intero volume) e la sincerità (ammettere cattiverie ed errori propri o riconoscere oscuri meriti altrui non è da tutti).
Si compone davvero, pagina dopo pagina, la figura del fratello maggiore o dell'amico leale che molti di noi hanno immaginato di avere per decenni solo ascoltando un disco, assistendo a un concerto, guardando una foto; la timidezza del bambino vittima dei soprusi dei compagni di scuola (fino al pugno risolutore che stese il bullo e rese il timido un ‘eroe’); e poi l' assoluta dedizione alla musica e agli Stones, l'evolversi del rapporto con Mick Jagger, il profondo rispetto per le persone ed il rapporto straordinario con i fans, l' amore per i libri. Né mancano le accurate e sorprendenti pagine dedicate alle donne (il grande e tormentato amore per Anita Pallenberg) e alle droghe (‘uno strumento di lavoro’).
E tutto questo attraversa, anzi crea, la storia incredibile e meravigliosa che è stata ed è la saga dei Rolling Stones, dal fatiscente appartamento di Edith Grove alle ville e alle suite da mille e una notte, dalle serate con i venti spettatori del Crawdaddy al milione di persone della spiaggia di Copacabana, da As tears go by composta in una cucina chiusa a chiave dall'esterno da Andrew Loog Oldham ai megapalchi di "A bigger bang".
La vita di un uomo che fu bambino. Che suonò al capezzale della madre morente il pezzo che gli aveva insegnato suo nonno Gus cinquant'anni prima, Malaguena.
Keith bambino la suonava sulle scale e la prima recensione che ricevette fu di mamma Doris ("Ah, sei tu? Credevo fosse la radio"). Malaguena. Keith uomo la suona in una stanza d' ospedale nel 2007... ‘beh, era un po' stonato’, fu l'ultimo commento della madre.
Ladies and Gentleman: Keith Richards.

Maurizio Galasso


Best guitar solo ever - Keith Richards (Mich Taylor) (The Rolling Stones) - Sympathy for the Devil
Connection Live
Cocaine Blues
Rock Me Baby
Brian Jones Keith Richards Hear it - rare song

1 commento:

mariagrazia ha detto...

mi è venuta voglia di leggere il libro...grazie!