Sta diventando una consuetudine della rassegna barese Time Zones, giunta quest'anno alla sua XXII edizione e considerata ormai da tempo come una tra le più significative vetrine delle tendenze più interessanti della musica contemporanea (sulla via delle musiche possibili!), raggruppare nella stessa serata artisti eterogenei ed apparentemente distanti nelle rispettive estetiche musicali.
Poi magari collegamenti apparentemente improbabili li si trova dopo averli ascoltati di seguito.
Un pò questo é successo il 15 novembre, al secondo appuntamento con la rassegna.
La Celletti, con la sua fluente e toccante poetica fatalmente si va ad affiancare, all'interno della scena pianistica italiana neo-classica, a figure come Ludovico Einaudi e Giovanni Allevi.
E' stata poi la volta di Jason Molina: cow-boy americano (Songs: Ohia. Magnolia Electric Co.) dalla delicata emozionalità vocale a volte contenuta, altre intensamente urlata.
Ha confermato, anche lui in perfetta solitudine, compagna solo una chitarra dalle mille suggestioni riverberate suonata con una tecnica particolare, toni parchi alternati ad evocativa intensità, la spiccata tendenza ad una struggente e desertica loneliness comune a buona parte del songwriting americano contemporaneo.
Tra country ed echi Neil Young/David Crosby/Van Morrison ci ha letteralmente rapiti attraverso un'esibizione che ha avuto nel saggio rapporto silenzi-pieni una delle sue maggiori attrattive.
Una vera sorpresa l'act di Damon Krukowski e Naomi Young, ex Galaxy 500 (Boston, MA), ovvero una delle bands americane più suggestive e sottilmente psichedeliche fine anni '80, in possesso di un sound etereo ed onirico dalle influenze Velvet U. Qualcuno nel pieghevole della rassegna ha tirato in ballo incautamente a loro proposito anche Nick Drake!
Damon e Naomi nella loro nuova veste hanno rimescolato un pò le carte in tavola: il primo é passato dalla batteria alla chitarra acustica ed alla voce, Naomi dal basso alle tastiere ed é la lead-vocal. Accompagnati da un esotico chitarrista elettrico dimostratosi davvero abile attraverso interventi discreti ed incisivi, e da un sassofonista estremamente creativo l'etereo Damon e la statuaria Naomi hanno sfoderato un appeal atmosferico ed armonico avvolgente non molto distante in fondo dai Galaxy 500, corroborato però da più accentuati e precisi risvolti melodici.
Più pop rispetto ai Galaxy 500 ed in qualche episodio addirittura folksy.
Magico il delicato equilibrio strumentale ed emozionante la fredda liricità della voce di Naomi.
PASQUALE 'Wally' BOFFOLI
1 commento:
GalaxiE 500! Per la precisione. :-)
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