
Intervista

Heinali Grazie! Tarkovskij probabilmente non si sarebbe mai interessato a Bukowski. Non credo che avessero nulla in comune, né nei loro interessi, né nel loro linguaggio artistico. I nostri campi invece si incrociano drammaticamente ed abbiamo tanti interessi in comune. Soprattutto con Bukowski, principalmente.
Io credo che la forza della vostra musica derivi da una tensione riconciliata. Da un lato vi è una carica di nichilismo che è basato su un dolore reale mentre dall’altro vi è quasi il tentativo di rendere spirituale questo dolore, sublimandolo. E’ una interpretazione corretta?
Heinali Spirituale è una parola strana. Voglio dire che per me, l’unico modo per convivere con questo dolore è renderlo estetico. Non ho praticamente altra scelta se voglio mantenermi vivo, nel vero senso della parola.
Ascoltando attentamente i testi di "Ain’t no night", colpisce profondamente l’assenza di qualsiasi speranza o prospettiva. Il male è quasi un peccato originale la cui responsabilità ricade sui padri (si veda Tinderbox). Rievocare il massacro di Sand Creek significa non dimenticare che l’America si è fondata sulla violenza e sulla sopraffazione. Non esiste alcuna speranza o possibilità di redenzione. Ma non pensate che possa esistere un riscatto, almeno per i figli?


Matt E’ così perché sono Matt Finney, perché sono incazzato e non sono in grado di gestire il mondo attorno a me. Il che non significa che non credo in nulla. Ho alcune persone a cui mi aggrappo come se fossero le uniche cose che mi impediscono di annegare.
Guardando la copertina di "Ain’t no night" mi è venuto in mente un bellissimo romanzo di un grande scrittore americano: “L’ultimo vero bacio” di James Crumley, per quel miscuglio di whisky, miserie umane e squallide storie, sebbene piene di umorismo. Come avete costruito “Ain’t no night”?
Heinali “Ain't No Night” è stato realizzato grezzo. Non volevamo rendere piacevoli le cose brutte. Parliamo di argomenti sgradevoli e forse l’album suona sgradevole, ma non volevamo ricoprirlo con delle sovrapposizioni che lo avrebbero reso una esperienza piacevole all’ascolto, un disco che avrebbe portato bellezza nella tua vita

Riprendo la considerazione che ho fatto all’inizio riguardo l’idea di una tensione riconciliata. Mi riferivo a Tarkovskij e alla sua ricerca di spiritualità. Sto pensando anche ad Arvo Part. Quanta della vostra musica è legata alla spiritualità nel senso più ampio?

La vostra musica è certamente una musica emozionale. Ed è anche una musica cinematica. Credo che esista una relazione forte tra le forme cinematiche e quelle emozionali nella vostra musica. Avete percezione di questo? Che ne pensate?
Heinali Grazie! Credo che la musica sia sempre stata visiva per me. Ho sempre avuto interesse più per le immagini e le atmosfere che la musica crea, rispetto alla forma musicale in sé. Qualche volta tu “senti” l’immagine, “senti” un dettaglio,

Ho letto i vostri blog riguardo alcuni progetti paralleli che approcciano l’arte in un modo più esteso. Per esempio "Art Soloma group" di Heinali o la vostra collaborazione alla mostra d’arte visuale di Olia Pishchanska. Cosa occorre affinché un esperienza emozionale e cinematica diventi anche una esperienza estetica?
Heinali La musica è una esperienza estetica per definizione, no? Se ti riferisci ad installazioni d’arte, video proiezioni, etc., quando un altro mezzo è presente, la musica deve poter dialogare con esso e talvolta questo determina delle limitazioni, diciamo, sul lato emotivo della musica; e sì, questo accade, ed è una situazione ancora abbastanza nuova per me, che non so ancora esattamente come gestire.
Matt Influenze: persone malvagie, donne sexy nude, fantasmi, enigmi, sfocature, l'innocente, il colpevole. Ed ancora donne sexy nude.
Prossimi progetti futuri?
Matt Speriamo che il bere ci porti ad una morte prematura.
Grazie ragazzi! Speriamo di incontrarci presto a Roma
Felice Marotta
Paradigms Recordings
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