giovedì 29 settembre 2011

WILCO: “The Whole Love” (27 Settembre 2011, dBpm Records)

# Consigliatissimo da DISTORSIONI

“The Whole Love” è il nono disco ufficiale di WILCO in sedici anni di onorata carriera: la media ‘pacata’ di un lavoro più o meno ogni due anni. Difficile poter essere smentiti se si afferma che la band, guidata sin dagli inizi con mano sicura dal prodigioso lead vocal/songwriter Jeff Tweedy, abbia sempre, costantemente, con generosità profuso nella sua carriera grande ispirazione compositiva unita ad una perizia strumentale strabiliante.
Questo innesto, riuscito oltre le più rosee aspettative, ha fatto sì che Tweedy e c. transitassero con saggezza e cosciente padronanza dei propri mezzi dalla brillantissima rivisitazione dell’Americana dei primi dischi ("A.M.", "Being There", "Summerteeth"), corretta con una sensibilità indie-pop ad altissimi livelli, all’ardita sperimentazione dei lavori successivi - il minimalismo rarefatto di "Yankee Hotel Foxtrot", le stupefacenti esplorazioni/progressioni psico-noise di "A Ghost Is Born", "Kicking Television: Live in Chicago" - senza che tutta questa carne al fuoco si traducesse in una produzione schizofrenica.
Al contrario: con gli anni Wilco sono diventati una sacrosanta istituzione del panorama rock internazionale dalla pluri-sfaccettata personalità in costante mutazione, almeno sino al 2005. I due lavori successivi di transizione ("Sky Blue Sky", "Wilco (The Album") erano tornati almeno in parte a direzionare il timone ispirativo di Tweedy – sempre ad alti livelli - verso il country, il folk ed un’accentuata vena melodica. L’evoluzione della storia negli ultimi due anni ha del portentoso: Wilco fondano finalmente una loro etichetta, la dBpm Records, distribuita dall’Anti Records. Per la dBpm, a partire da questo “The Whole Love”, usciranno tutti i prossimi dischi di Wilco e non solo: questi gli intendimenti di Jeff Tweedy che afferma:

“Questa è un’idea di cui abbiamo discusso per anni. Abbiamo sempre desiderato fare tutto da noi, quindi avere ora un’etichetta tutta nostra è naturale per Wilco. Lavorare poi con l’Anti, una label fondata da un musicista punk per cercare di vendere all'inizio le sue incisioni, è assolutamente perfetto per noi”.


Il prodotto finale di questa ritrovata serenità è superlativo, “The Whole Love” è album in cui convivono con assoluta armonia e straordinaria maturità tutte le anime del suono/universo Wilco: la tensione sperimentale-psichedelica tirata allo spasimo (gli sbalorditivi 7 minuti di Art of Almost, lo strumentale Speak Into The Rose – presente solo nella Deluxe Edition - in salsa squisitamente kraut-rock), il lirismo incantato, incantevole di autentiche favole elettro-acustiche (Sunloathe, Open Mind, Rising Red Lung, Black Moon), un vitalismo melodico terso e contagioso (Whole Love, Dawned On Me).
A questo proposito, a mò di interludio, è d’obbligo sottolineare due e più volte con penna rossa quel miracolo che lascia senza fiato che è la fluente ed inesauribile vena compositivo-ispirativa di Jeff Tweedy, corroborata solo dall’apporto occasionale del chitarrista Pat Sansone: tutti i San Tommaso in ascolto potranno toccarla con mano in tutti gli episodi suddetti e, se ne rimarranno folgorati, sarà la punizione più dolce che potessero sperare. Sarà forse da lapidare l’estensore della rece se non resiste alla tentazione di avvicinare – pur con tutte le dovute cautele - la smisurata fantasia melodica di Jeff Tweedy (la stessa che un paio di anni fa in "Wilco (The Album)" ha prodotto piccoli e fragili ninnoli di cristallo come You And I) a quella di Lennon-McCartney, di un Jerry Garcia, di un Brian Wilson, di un Roger McGuinn, di un Gram Parsons? E se afferma che il songwriter di Belleville, Illinois sta perpetuando con una nuova sensibilità la miglior tradizione west-coast ’60-’70? Ma non basta, ogni legittima se pur larvata intenzione critica del recensore non solo vacilla, crolla miseramente di fronte alla commovente ed estesa elegia - più di dodici minuti - che conclude il lavoro: One Sunday Morning (Song for Jane Smiley’s Boyfriend) sin dal titolo, e per tutta la sua lunga eterea conduzione, pare emergere da lontane, perdute cronache folkedeliche ’60 anglo-americane; una sorta di If I Were A Carpenter ritemprata da una stupefatta sensibilità moderna, tesa in un esile equilibrio tra la tenue espressività di Tweedy ed un intreccio timbrico delicatissimo acoustic guitar-pianoforte -fisarmonica-armonica-glockenspiel.
Gente, solo dagli Heartbreakers di Tom Petty ho ascoltato negli ultimi anni qualcosa di così fascinoso e gentile: il livello dell’interplay chitarristico di Tweedy, Nels Cline e Pat Sansone con i keyboards di Mikael Jorgensen è altissimo in tutto l’album, grondante piccole-grandi squisite rifiniture ed idee.
L’anima pop Wilco in “The Whole Love” non è poi per nulla tralasciata:
I Might, il singolo-ep che ha preceduto l’uscita dell’album, Standing O non lasciano dubbi, la band è capace quando vuole di confezionare hit da classifica di squisita fattura, con tutti i limiti che ha una canzone cantabile mentre fai la doccia o ti prepari un panino. Non è un caso la convincente ripresa di un ineffabile pop-song - presente solo nella Deluxe Edition e nell’ep di cui sopra - del Nick Lowe pubbish d’inizio carriera, la sarcastica (dedicata agli addetti ai lavori) I Love My Label, lo stesso Lowe con cui Wilco hanno diviso il palco nel tour americano in Marzo 2011, e così il cerchio si chiude ed i conti tornano. Quando un brano ha un’evoluzione ed un finale assolutamente imprevedibili rispetto il suo inizio, vuol dire che la band che lo esegue ha ancora tanto da dire: è quello che succede in Born Alone, uno dei due brani live presenti, con un epilogo chitarristico rocambolesco, inaspettato e Wilco è band che ha ancora tantissimo da dire nell’immarcescibile saga dell’Americana: nel frattempo non si risparmia dal renderle dei sapidi omaggi, come nell''old time music' di Capitol City, una godibilissima Daydream (do you remember Lovin' Spoonful?) del terzo millennio.
E’ proprio ‘amore tutto, per intero’ per la musica, per la vita, ad aver partorito il nuovo capolavoro targato Wilco, splendidamente 'perso' nelle liriche di Jeff Tweedy tra malinconici momenti di riflessione ed ottimistici slanci esistenziali.
Wally Boffoli

Wilco Official Site

Tracklist:

– Art Of Almost (7:16)
- I Might (4:01)
– Sunloathe (3:20)
– Dawned On Me (3:43)
– Black Moon (3:56)
– Born Alone (3:55)
– Open Mind (3:40)
– Capitol City (4:04)
– Standing (3:29)
– Rising Red Lung (3:10)
– Whole Love (3:50)
– One Sunday Morning (12:04)

De Luxe Edition:

– I Love My Label (Bonus Track) (3:29)
– Message From Mid-Bar (Bonus Track) (4:47)
– Speak Into The Rose (Bonus Track) (6:38)
– Black Moon (Alt Bonus Track) (3:54)







1 commento:

vincyfed ha detto...

Bella recensione e gran disco! Oltre alla melodia molte canzoni lasciano però una certa tristezza molto diffusa negli ultimi dischi, da Sky Blue Sky in avanti