domenica 24 luglio 2011

THE WOMBATS: "This Modern Glitch" (2011, 14th Floor Records)

Eccoci al secondo album degli Wombats, la classica “prova del fuoco” di cui sono spesso vittime diverse bands, e diciamo subito che questo sembra il giudizio finale di questo loro nuovo lavoro. Infatti “This modern glitch” che segue a quattro anni di distanza il fortunato "A Guide To Love, Loss And Desperation” segna l’impegno a bissare quel successo senza mancarlo ma, onestamente, neppure brillando più di tanto.
L’iniziale Our perfect disease cattura subito l'attenzione con un basso pulsante e rapidi giri di tastiera intorno ad una voce delicata e cori che diffondono una certo senso di tensione: torna subito in mente il lavoro precedente e questo forse dovrebbe suonare come campanello d’allarme di ciò che sta per arrivare. Le voci messe in giro nei mesi scorsi, infatti, parlavano di un disco che avrebbe visto i nostri cimentarsi in sperimentazioni grunge ed electro di cui, nonostante la produzione di Eric Valetine (già al lavoro con Lost Prophets e Queens of the Stone Age) francamente non c’è traccia. Si intravede piuttosto una virata verso sonorità più elettroniche alla New Order o i più recenti MGMT un po’ come hanno fatto gruppi come i Klaxons o i Block Party, dando vita al filone Nu Rave a cui molti gruppi britannici oggi sembrano ispirarsi per accaparrarsi una certa attenzione del pubblico. Ecco, quindi, che i notevoli riffs di chitarra del primo lavoro lasciano spazio alle tastiere per riemergere di tanto in tanto come nella ottima Last night I dremt dal chiaro richiamo Smithsiano (almeno nel titolo) e che può rendere giustamente orgogliosi della parte armonica.
Il massiccio utilizzo di coretti uah uah quasi a dire “meglio cantarsela che suonare” abbassa un po’ il tono di un lavoro sorretto essenzialmente dai primi singoli apripista con particolare menzione per il primo estratto Tokyo (Vampires and Wolves) che ha la frenesia delle prime composizioni e per l’ultimo Anti-D in pieno stile Blur dove il cantante ed autore dei testi Matthew Murphy ricerca una vena poetica ("Please let me be your antidepressant/ I too am prescribed as freely as any decongestant") che fa capolino solo a sprazzi nel resto del disco. Il lavoro scivola via tra brani shoegaze a combustione lenta quali Jump into the fog, un po’ rovinata dai soliti coretti, o inni pop come Girls/Fast Cars che con le sue percussioni ossessive impiega poco a far salire i livelli di euforia dell’ascoltatore e si chiude con una non degna di nota Schumacher and the champagne che seppur uscendo dalla linea generale del disco nella sua coralità non aggiunge e non toglie nulla a questo lavoro. Il problema con un gruppo così talentuoso è che una semplice bella canzone risulta quasi un fallimento se non raggiunge livelli di assoluta grandezza per cui, questo "This modern glitch", che alla fine risulterebbe un buon lavoro, realizzato dagli Wombats finisce con il risultare un’opera interlocutoria in attesa di nuovi e più stupefacenti sviluppi.
Ubaldo Tarantino

14th Floor Records

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