lunedì 25 luglio 2011

ROCK ARCHEOLOGY - '70 AMERICAN PROTO-PUNK: CLEVELAND, DETROIT, AKRON; Rocket From the Tombs, Destroy All Monsters, The Numbers Band, Bizzaros

Alcune delle vicende narrate in questo articolo forse vi saranno già note, ne avrete letto in passato su cartacei rock e punk specializzati italiani: si tratta di fatti così intriganti tuttavia che vale la pena dare una ripassatina, soprattutto se fondamentali vicende proto-punk più o meno contemporanee (tra la prima e la seconda metà anni '70) di città e provincie americane che non siano le solite New York e Los Angeles, disseminate in un'immensa cartina geografica, sono riunite - come fa il nostro Guido Sfondrini - in uno stesso articolo, risultato una visione d'insieme davvero efficace e propedeutica. Buona lettura (wally boffoli)


4 BAND SEMINALI, 4 ANTEFATTI DEL PUNK E DEL NUOVO ROCK AMERICANO POST 76/77

Antefatto 1: THE ROCKET FROM THE TOMBS from CLEVELAND

Correva l’anno 1974 e in quel di Cleveland (Ohio) un gruppo di giovani amanti della musica rock poco convinti, anzi disgustati dalle mode musicali in voga a quel tempo (disco music, glam rock, fm rock) si organizzarono per fornire al mondo una propria visione della musica, completamente scollegata e autonoma dalla realtà commerciale di allora, dalla visione imposta dalle majors e dai diktat dei vari dj impegnati con le radio commerciali, grondanti spot pubblicitari e musica “ingozzata” a forza nelle povere orecchie di un pubblico sempre più acritico (nel XXI° secolo non mi sembra che la situazione sia molto diversa!). Questo gruppo di personaggi anarcoidi era capeggiato da tale Peter Laughner, chitarrista, cantante e compositore, nativo di Bay Village e con alle spalle una già lunga militanza in numerose schools band che, tra le tante, si chiamavano Cinderella Backstreet, Mr.Charlie e Friction. Il nostro fu influenzato sia dal blues di Robert Johnson che dal folk di Woodie Guthrie, dalla pubblicistica di Lester Bangs e soprattutto da Lou Reed, per cui nutriva una vera e propria adorazione ma anche, come chitarrista, da uno decisamente fuori dalle righe come l’irlandese Richard Thompson. Nel 1974 con alcuni amici diede i natali ai Rocket From The Tombs, band molto importante per il futuro del rock americano e apripista per tutto il punk e la rivoluzione musicale (e non solo), che di lì ad un paio d’anni deflagrerà a livello planetario, sconvolgendo gli equilibri di una musica rock che in quella fase era decisamente imbolsita e imborghesita. Insieme a Laughner, un certo Crocus Behemoth alias David Thomas, cantante di sana e robusta costituzione, dotato di una voce potente e dai toni tribunizi, uno che declamava quello che cantava, accompagnando la voce con movimenti schizoidi e teatrali, una vera forza della natura; con loro il chitarrista Gene O’Connor aka Cheetah Chrome e il batterista Johnny Madanski aka Johnny Blitz, al basso Craig Bell. La band ebbe una vita molto breve, rimase assieme solo pochi mesi tra il 74 e il 75, un periodo fatto di sconvolgenti concerti dal vivo, senza mai registrare alcunché; il prodotto del loro sforzo creativo, un furioso rock acido di devastante violenza, mai fatto di semplici riff, ma sempre caratterizzato da ripetuti cambi di tempo e di ritmo, improvvise pause, melodie contorte e testi visionari. Nel loro repertorio brani originali e covers come Raw Power e Search & Destroy degli Stooges. Dopo lo split dei RFTT, i nostri si diedero a ben più gloriose avventure: Thomas e Laughner fondarono i Pere Ubu, protagonisti di un rock sperimentale di geniale fattura, una delle band più importanti dell’art rock post 1977; in seguito reinterpretrarono alcune songs dei RFTT: Life Stinks, 30 Seconds Over Tokio, Sonic Reducer e Final Solution saranno dei classici del repertorio Pere Ubu. O’Connor e Madanski, con il vocalist Stiv Bators, crearono prima i Frankenstein e poi i mitici Dead Boys, protagonisti storici del punk americano più estremo. Dei Rocket From The Tombs, si può ascoltare tutta la forza del loro rock nel cd "The Day The Earth Met The Rocket From The Tombs", uscito nel 2002 per la Smog Veil Records e recante varie registrazioni live del 1975 effettuate all’Agorà di Cleveland e al Piccadilly Inn, registrazioni decisamente low fi, ma che vale la pena di ascoltare comunque per la loro notevole consistenza creativa. Nel 2004 David Thomas, Cheetah Chrome e l’ex Television, Richard Loyd, riformarono i RFTT, con il cd "Rocket Redux", una specie di disco ufficiale d’esordio dopo 30 anni. Peter Laughner, tossicomane e alcolizzato, concluse drammaticamente la sua avventura con la musica rock già nel giugno 1977, a soli 25 anni, senza mai conoscere il successo e la fama internazionale, ma forse di questo in realtà non gliene fregava niente.

30 Seconds Over Tokyo
Transfusion

Antefatto 2: DESTROY ALL MONSTERS from DETROIT
Una band seminale del proto punk americano nacque a Detroit nel 1973, espressione classica del rock della Motor City, da sempre il più cattivo e selvaggio d’America: Frost, MC5, Stooges, Third Power, Frijd Pink i loro padri putativi. Luogo di nascita, la Michigan University, protagonisti gli studenti d’arte: Carey Loren, Mike Kelley, Jim Shaw e Linn Rowner, più nota in seguito con il nickname di “Niagara”. Il luogo delle loro prime performance, il sobborgo di Ann Arbor, il loro sound ispirato dai Velvet Underground e dal visionario jazzista Sun Ra, fu all’inizio decisamente sperimentale, cupamente psichedelico e accompagnato da feedback e ronzii elettrici: violino, sax, drum box, primitivi aggeggi elettronici ma anche un aspirapolvere, gli strumenti protagonisti; frequente la loro partecipazione ai free party organizzati negli ambienti alternativi di Detroit, nel loro primissimo “repertorio” anche una versione demenziale di Iron Man dei Black Sabbath. Nel 1976 Kelley e Shaw, una volta laureati si trasferirono in California; l’anno seguente Niagara e Carey Loren reclutarono il chitarrista Laurence Miller e il sassofonista Ben Miller, poi il fratello di questi Roger Miller (poi con i Mission Of Burma), subito dopo si aggiunsero al gruppo due nomi di primo piano del Detroit rock: Ron Asheton ex lead guitar degli Stooges e Mike Davis bassista, per molti anni con gli MC5. Con questa line-up si diedero il nome Destroy All Monsters, preso da un b movie giapponese sul genere Godzilla e dirottarono il loro sound su un ruvido rock da strada con reminescenze Stooges & MC5 e originali aperture jazz: i loro concerti erano sold out e la presenza dei due “vecchi” Asheton e Davis e il mood fortemente erotico della cantante Niagara fecero da richiamo per un largo settore del pubblico locale. Come i precedenti RFTT anche i DAM registrarono solo una cassetta autoprodotta, intitolata ironicamente: "Greatest Hits" nel 1975 e nel 1978 il 45 gg. "Bored/You Gonna Die" e l’ep "Days Of Diamonds". Ma nello stesso anno vicende personali e l’abbandono dei fratelli Miller dopo il concerto di Halloween nell’ottobre 78, fecero sì che la band si sciogliesse, nonostante il loro singolo avesse attirato l’interesse della stampa specializzata, soprattutto quella inglese. Dopo la loro vicenda si fece estremamente complessa, con frequenti reunion e nuovi split; negli anni 80 continuarono con numerose live gigs, con Asheton e Niagara nucleo principale della band, con Mike Davis al basso e Bill Frank alla batteria, e comparsate live di Scott Morgan, l’ex chitarrista dei Rationals e del bassista Gary Rasmussen; nel 1985 lo split definitivo. Poi negli anni 90, precisamente nel 1994, Kelley e Loren con la supervisione di Thurston Moore dei Sonic Youth, diedero alle stampe "Destroy All Monsters: 1974/76", triplo cd che fu anche la prima vera realizzazione discografica organica per i Destroy All Monsters. Nel 96 suonarono in Giappone, a Osaka, senza Niagara in formazione, nel 2000 la loro performance al COCA di Seattle, nel 2006 suonarono al festival All Tomorrows Parties a Los Angeles e poi a Londra. Sempre più le loro divennero performance art rock, sempre più distanti dal selvaggio proto punk della fine anni 70, che resta il loro periodo d’oro. Per completezza riporto la loro discografia e filmografia, che è soprattutto postuma allo scioglimento del gruppo e piuttosto complicata, per capire meglio questa inconsueta rock band, per certi versi assimilabile ai Velvet Underground per la frequentazione di ambienti artistici radicali, come fu quello caratteristico della Factory di Andy Warhol nella New York degli anni 60.

Bored
You're Gonna Die

Discography

Album
1975 - "Greatest Hits" (cassette only)
• 1995 - "74-76"
• 1996 - "Silver Wedding Anniversary"
• 1998 - "Pig or Backyard Monster Tube"
• 1999 - "Bored"
• 2001 - "Swamp Gas"
• 2002 - "Detroit Oratorio"
• 2003 - "Live in Tokyo"
• 2009 - "Sextet" (1975, Vinyl only)
• 2009 - "Destroy all Monster 1974-1976" (3xCD reissue)
Live
• 2002 - "The Detroit Oratorio (live)"
• 2003 - "Live in Tokyo & Osaka"
Video
• 1996 - "Shake a Lizard Tail or Rust Belt Rump" (VHS)
• 1996 - "Clear Day: DAM Live" (VHS)
• 1998 - "Strange Frut" (VHS)
• 2007 - "Grow Live Monsters" (DVD reissue from 1995 VHS)
• 2008 - "Live in Tokyo & Osaka (DVD)"
Singles
• 1978 - "Bored"/"You’re Gonna Die"
• 1978 - "Days of Diamonds" EP
• 1979 - "Nov. 22"/"Meet The Creeper"
• 1979 - "What Do I Get?"/"Nobody Knows"
• 1995 - "My Cowboy Hero/ I'm Bored/ Calling All Girls" (1974)
• 1996 - "Killing Me Softly/ Detroit Rock City"
• 1997 - "Attack of the Chiggers/ Typical Girl" (1974)
• 1998 - "Paranoid of Blonds / Take Me With You"






Antefatto 3: 15 60 75 (THE NUMBERS BAND) from CLEVELAND/AKRON
Conterranei e contemporanei dei RFTT, delle quattro band presentate in questo articolo senz’altro sono i meno noti, ma sono quelli che hanno avuto la possibilità di concretizzare la loro ispirazione e la loro abilità compositiva e strumentale con dei lavori discografici compiuti e professionali contemporanei al periodo della loro attività musicale. Nacquero a Kent in Ohio nel 1969 come rock blues combo, originari della zona industriale di Cleveland/Akron (la capitale del pneumatico), per mano di Robert Kidney (chitarra/vocalist) e del sassofonista Terry Hynde (fratello di Chryssie, la lead vocalist dei Pretenders), con loro il chitarrista/tastierista Hank Smith, il bassista Greg Colbert e il batterista Tim Hudson. Esordirono in un locale chiamato The Cove nel luglio del 1970. In origine si chiamarono 15 60 75, poi più semplicemente The Numbers Band. All’inizio furono devoti ad un classico Chicago blues in white sauce, poi evolsero il loro sound verso un jazz blues originale e suonato con ottima tecnica. Dopo quasi due anni di gigs e alcuni cambi nella line-up (si unì loro il bassista Gerald Casale, in seguito co-founder dei Devo e il chitarrista Michael Stacey), il loro primo lp: "Jimmy Bell Is Still In Town" (Water Brothers 76), registrato live alla Cleveland’s Agorà Ballroom nel 1975 e pubblicato l’anno seguente, interessante mix di rock blues e jazz/funky con una particolare attitudine punk, in un concerto dove The Numbers Band aprivano nientemeno che per Bob Marley & The Wailers. E’ un disco eccellente, con lunghi brani ipnotici in cui si rincorrono sax e chitarre imbizzarrite, con il tappeto delle tastiere ad amalgamare i suoni e la potente sezione ritmica a dare propulsione all’insieme: l’iniziale cupa Animal Speaks (poi ripresa dai Golden Palominos),Narrow Road e la lunga Jimmy Bell di oltre 10’ lasciano il segno nell’ascoltatore. Lp raro, recente cd-r rimasterizzata (pare che la qualità del suono del vinile originale fosse piuttosto scarsa). Nel 1982 registrarono per la Water Brothers il secondo disco, in studio intitolato: "15 60 75/The Numbers Band 2" più vicino ad un rock tradizionale, negli anni '80 "Among The Wandering" (Water Bros.), nel 1991 "15 60 75 20", poi "Hotwire" e "Mirror Man Act 1", i loro lavori discografici negli anni 90. Un gruppo, per un lungo periodo, lontano dal blues nelle sue forme più pure, ma interessante, contemporaneo di quella scena punk/new wave dell’Ohio, che espresse originali band come The Waitresses, Bizarros, Tin Huey e i grandi Pere Ubu di David Thomas. Nel 2002 un nuovo cd: "Numbers Blues" per Reedurban Rec., che segnò il ritorno ad un rock blues più tradizionale; sono ancora in attività. Una band che seppe fare da tramite tra una concezione tradizionale della musica rock e un'altra decisamente votata alla sperimentazione e all’originalità. Da riscoprire! (Una curiosità: nel luglio 1977 la Numbers Band suonò al Bowery Club Traxx di New York, e leggenda vuole che tra il pubblico ci fossero John Belushi e Dan Aykroyd, che da quel concerto trassero l’ispirazione per formare i Blues Brothers).

15-60-75 The Numbers Band - Jimmy Bell -1976 LIVE!
15 60 75 (The Numbers Band): Hoo Doo Man

Antefatto 4: THE BIZARROS from AKRON
Dalle strade puzzolenti di gomma bruciata della capitale della produzione di pneumatici (era la sede della Firestone), Akron, un'altra band che nel periodo fine anni 70 diede un contributo creativo alla esplosione punk e all’affermazione del rock alternativo (oggi si definirebbe “indie rock”). Il cantante Nick Nicholis e il chitarrista Jerry Perkins già nel 1975 diedero forma al primo nucleo della band, che ebbe la sua configurazione definitiva con l’arrivo del bassista Don Perkins, del batterista Rick Garberson e del tastierista Terry Walker. La loro prima registrazione fu nel 1977, la compilation "From Akron", un 33 gg. diviso a metà con un'altra band, i Rubber City Rebels. Quattro brani per i Bizarros, quattro punk songs originali e cariche di energia, un esordio interessante.


Lady Doubonette e I Bizarro i titoli più intriganti. Nel 1979 il primo lp interamente a loro nome: "Bizarros" per la Mercury, registrato ai Suma Studios di Painsville, un disco interessante, con il suo punk/power pop chitarristico pieno di energia. Sempre nel 79 l' "Akron Compilation" dove i Bizarros condivisero la tracking list con band sconosciute come gli Sniper e gli Idiot Covention e nomi più noti come The Waitresses e i Chi-Pig. Dopo uno stop di parecchi anni e la scomparsa del batterista Rick Garberson, si riformarono nel 1998 e nel 2003 diedero alle stampe un nuovo lavoro, intitolato "Can’t Fight Your Way Up Town From Here". Una band minore, con un sound fresco ed energico e testi ironici e demenziali. Curiosamente i loro primi due dischi furono stampati all’epoca anche in Italia, per chi non se li ricordava più.
Guido Sfondrini

Discography
 2003 Can't Fight Your Way Up Town From Here Clone
1983 Trouser Press Presents The Best of American Underground ROIR
1981 Bowling Balls From Hell, Vol. 2 Clone
1980 The Cube / Underground 7" (French) Sordide
1979 Akron Complilation Stiff
1979 Bizarros LP Mercury
1978 Bizarros 7" Clone
1977 From Akron Clone
1976 Lady Dubonette / I Bizarro 7" Gorilla

Lady Doubonette
I Bizarro
Laser Boys
Seeing is Believing

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