giovedì 14 luglio 2011

THE STEPPENWOLF: "Aggressivi, malati di blues, psichedelici, maledettamente americani”

Aggressivi, psichedelici e “maledettamente americani”, sono i primi aggettivi che mi vengono in mente pensando agli Steppenwolf e alla loro musica. Sono stati una parte importante della colonna sonora dei sixties, con songs come The Pusher, scritta dal folk singer Hoyt Axton, ma da loro resa immortale e Born To Be Wild, tramandata alla storia dai fotogrammi oggi un po’ sbiaditi del road movie per eccellenza, 'Easy Rider', manifesto generazionale e contributo fondamentale all’iconografia di un epoca irripetibile.


The Sparrow, John Kay and The Sparrow
Originariamente si chiamarono The Sparrow e nacquero nel 1964 in Canada, terra d’origine di buona parte dei componenti la band. Li capitanava un cantante chiamato Jack London (Dave Marden il vero nome, un inglese di origine) di cui presto si persero le tracce e di cui rimane il ricordo circondato da un certo alone misterioso. Il nucleo centrale della band, il cui mood era orientato verso un tipico garage sound, ruotava intorno ai fratelli Edmonton, Dennis chitarrista e Jerry , batterista e il bassista Bruce Palmer, poi membro fondatore dei Buffalo Springfield, presto sostituito da Nick St.Nicholas; sparito dalla scena Jack London, il ruolo di lead vocalist fu preso da John Kay, nato in Germania nel 1944 e canadese d’adozione,uno che si destreggiava benino anche con la chitarra e la bluesharp, che aveva il dono di sapere comporre buona musica e che soprattutto era dotato di una vetrosa voce bluesy che sarà il “marchio di fabbrica” del sound degli Steppenwolf, in seguito si aggiunse il tastierista Goldie Mc John, con lui si delineò la line-up definitiva degli Sparrow, autori di un garage rock crudo ed essenziale fortemente influenzato dal blues.
La loro prima live gig fu quella alla Waterloo Lutheran University in Ontario, ebbe un forte impatto sul pubblico per la grande energia comunicata dalla band e aprì loro la possibilità di suonare live con continuità. Già un mese dopo il concerto di Waterloo, aprirono per Gary Lewis & The Playboys, allora una top band in Canada, alla Massey Hall di Toronto. Nel 1966 furono messi sotto contratto per una serie di date in un club newyorkese, il Downtown, fu uno dei loro momenti topici, con il passaggio del confine (non solo geografico); suonare negli USA segnò per loro il raggiungimento di un primo obiettivo. Il secondo fu quello della registrazione di alcuni 45 gg.: Tomorrow Ship, Isn’t It Strange, Twisted e poi con la produzione di David Kapralik (che sarà poi il manager di Sly & The Family Stone) la registrazione del loro unico lp: "John Kay & The Sparrow" per la Columbia, un ottimo vinile zeppo di aggressive blues covers. Dopo l’uscita del disco i nostri si trasferirono in California, era la fine del 1966 e tra Los Angeles e San Francisco stava esplodendo il Flower Power e stava iniziando la Summer Of Love.
Cooptati il bassista americano Rushton Moreve e il chitarrista Michael Monarch, i nostri divennero subito protagonisti delle notti psichedeliche del Matrix e dell’Avalon Balroom, insieme ai vari Youngbloods, Moby Grape, Doors e Steve Miller Band: nacque un sound, si affermò uno stile di vita alternativo che influenzerà la storia del rock e non solo per molti anni a venire.












The Steppenwolf

In questo clima rivoluzionario e iper creativo, Dennis Edmonton uno dei chitarristi del gruppo, cambiò il suo nome in Mars Bonfire e nello stesso periodo, John Kay ormai leader riconosciuto della band, influenzato dal produttore/manager Gabriel Mekler e dalla lettura dell’omonimo testo filosofico di Hermann Hesse (Der Steppenwolf il titolo originale in tedesco nda), decise di cambiare il nome della band da The Sparrows in Steppenwolf. Con questo nuovo nome i nostri registrarono il primo singolo: "A Girl I Know/ Sookie Sookie" e a seguire tutta una serie di brani di successo, su tutte le già citate The Pusher e Born To Be Wild composta da Bonfire, che sfondarono a livello mondiale, il legame della musica degli Steppenwolf con l’uso di droghe psichedeliche diventò inevitabile, 'Easy Rider' è tuttora un cult movie di grande popolarità planetaria e i fotogrammi dell’highway trip di Peter Fonda e Dennis Hopper in sella ai loro chopper Harley Davidson, con in sottofondo le note di Born To Be Wild, ancora oggi dopo 42 anni, sanno emozionare il pubblico. Nei loro testi compare per la prima volta il termine heavy metal, non tanto relazionato ad un genere musicale ma quanto alle motociclette, cavalli d’acciaio simbolo di libertà e di indipendenza. Il successo fu grande, Born to Be Wild al n° 2 di Billboard Hot 100, fu il loro primo disco d’oro. Poi registrarono una serie di 33 gg. mitici, tutti per la ABC Records: "Steppenwolf", con Born To Be Wild, una fantastica cover di Hoochie Coochie Men di Willie Dixon e la struggente ballad Desperation, "The Second Album" che conteneva hits come Magic Carpet Ride e la lisergica Don’t Step On The Grass Sam, nel 1969 "At Your Birthday Party" con l’imprinting compositivo del trio Monarch/Mekler/Bonfire, alla fine del 69: "Monster", uno dei loro migliori lavori, con testi impregnati di polemica antimilitarista e un potente rock blues psichedelico nei suoi solchi: Monster, dedicata con “amore” al presidente Richard Nixon, Draft Resister, Power Play, From Here To Eventually sono grandi songs e lasciarono il segno. Nel novembre del 70 uscì "Steppenwolf Seven" per la Dunhill Records, nel disco le splendide ballate Snowblind Friend di Hoyt Axton, Renegade ed il blues 40 Days And 40 Nights di Muddy Waters, c'erano in formazione: George Biondo al basso e Larry Byron alla chitarra; ben quattro di questi cinque 33 gg. diventarono disco d’oro negli USA. Nel 1970 fu pubblicato "Steppenwolf Live", doppio album, uno dei live classici degli anni 70: non poteva mancare nelle discografie di noi (allora) ragazzini, persino nell’ignorante Italia sanremese, con la sua cover sleeve con la foto del lupo che apriva le sue zannute fauci quasi in un urlo liberatorio, c’era un energia formidabile in quel disco, nella track list tutti gli hits degli Steppenwolf (Power Play) e le covers Corrina Corrina e Sookie Sookie di Don Coway e Steve Cropper; consumai la puntina del giradischi sui solchi di quei dischi e ancora oggi, lo confesso, ormai anziano e sovrappeso, qualche volta mi gaso con quel sound rotolante, bluesato, cattivo e saturo di elettricità.
Gli Steppenwolf registrarono un altro live nel 1967, al Matrix di S.Francisco, uscì nel 69 per la MCA e conteneva una versione ultra psichedelica di The Pusher, lunga più di 21’ che occupava un'intera facciata del vinile, un vero trip lisergico ai confini del rumorismo che quasi anticipò il sound di band come i Sonic Youth di parecchi anni.
L'altra facciata era una vera e propria saga di boogie-blues urbano iper-elettrico percorsa da anfetaminici/lisergici soli chitarristici e d'armonica, con tributi ai padri del blues: gli oltre sette minuti di I'm Going Ustairs (John Lee Hooker), Howlin' For My Darlin' (Burnett, Dixon, Howlin' Wolf), oltre agli originali di John Kay Power Play e Tighten Up Your Wig. (Wally Boffoli).
Il 5 luglio 1968 gli Steppenwolf aprirono per i Doors all’Hollywood Bowl, nel 1969 furono tra gli headliner del Miami Pop Festival con i Rolling Stones, Janis Joplin, Jefferson Airplane, Johnny Winter, Pacific Gas & Electric e molti altri big; nel 1970 furono tra i protagonisti del Bath Free Festival in Inghilterra con Led Zeppelin, Byrds e Joe Cocker. Con l’ennesimo disco d’oro per il Live Album e il susseguente 33 gg. "For Ladies Only" del 1971, la fase più creativa si esaurì, finì il periodo dei grandi successi.
Tuttavia "For Ladies Only", col suo bel carico di ironica misoginia - come dimenticarsi dell'incredibile auto a forma di pene inturgidito, ritratta nell'interno apribile del vinile - conteneva degli ottimi episodi come il lungo brano (quasi 10 minuti) omonimo, al cui interno fa bella mostra di sè un inedito (per gli Steppenwolf) e vibrante solo di pianoforte, I'm Asking, Tenderness, Shackles and chains (Wally Boffoli)
Nel 1972, gli Steppenwolf si sciolsero e John Kay partì per un tour europeo come John Kay Band. A conti fatti nella loro lunga vicenda professionale, gli Steppenwolf sono riusciti a vendere quasi 25 milioni di copie dei loro dischi (dato tratto dal sito John Kay & Steppenwolf nda).
La line up della band in quegli anni fu tormentata da un continuo andare e venire di molti musicisti, seguire tutti questi cambiamenti sarebbe noioso ed inutile, lo lascio fare ai family trees makers. Nel 1972 Kay registrò il suo primo solo album per la Dunhill: "Forgotten Song And Unsung Heroes", un ottimo lavoro country blues con covers di Hank Williams e Robert Johnson, con il chitarrista Kent Herry e il batterista Pennti Glen poi con la band di Lou Reed, seguito nel 1973 da un altro solo lp: "My Sportin Life", anche questo di buona qualità e con interessanti songs composte da Kay stesso. Ma nel 1974 con Kay, Edmonton, Mc John, Biondo e il nuovo chitarrista Bobby Cochran, nipote del celebre rocker Eddie Cochran, gli Steppenwolf si riformarono. Il periodo della Summer Of Love era finito da tempo e le mode musicali erano cambiate, il business discografico era diventato un aspetto prioritario e il sogno di un rock indipendente e libero era tramontato, ma i nostri sapevano suonare cattivo (Gang War Blues) e nel momento di grande popolarità per l’hard rock dei vari Led Zeppelin e Deep Purple, che proprio loro avevano contribuito ad “inventare”, Kay e soci si buttarono a capofitto con la registrazione di alcuni discreti lavori: "Slow Flux" (Columbia), "Hour The Wolf" (Epic) e "Skullduggery" (Epic), tutti tra il 1974 e il 1976; centrarono anche un hit minore, Straight Shootin Woman, che entrò in Billboard Top 40, ma dopo questo rinnovato breve successo, la band splittò definitivamente e per parecchi anni degli Steppenwolf non se ne seppe più nulla.

Negli anni 80 John Kay propose vari nuovi marks della band, riuscì a registrare alcuni lp, invero mediocri e di scarso impatto, la sua attività live però continuò senza soste; nei primi anni 90 anch’io seguii un loro concerto a Milano, nell’allora tempio del rock milanese, l’Odissea 2001/Prego, oggi abbattuto, con l’inossidabile John Kay accompagnato da una band piuttosto anonima. Pur sostenitore accanito dei vecchi rockers dai capelli bianchi (Rolling Stones ovviamente, ma anche gli splendidi Colosseum che girano dalle nostre parti in questa estate 2011 o gli eterni Canned Heat) devo dire che la sensazione che mi diedero quegli Steppenwolf fu tipicamente da “cimitero degli elefanti”, molto triste. Ma il testardo John Kay continuò la sua attività fino agli anni 2000, con alcuni cd dal vivo come il discreto "Live In London", collaborazioni con ex Iron Butterfly e con il chitarrista Les Dudek, nel 2002 vennero invitati all’International Hermann Hesse Festival, tenutosi a Calw nella Foresta Nera in Germania, con uno strano mix di rock, letteratura e filosofia. Nell’agosto 2007 suonano al Chesapeake Bay Blues Festival, condividendo lo stage con Aretha Franklin, Buddy Guy, Robert Randolph & Family Band e i Three Dog Night e alla fine del 2007 al Ripken Stadium di Aberdeen nel Maryland danno il loro farewell concert, finisce (almeno così sembra) l’avventura degli Steppenwolf, uno tra i gruppi 'monstre' degli anni 60 e tra quelli che hanno creato i suoni dell’hard rock e in conseguenza l’heavy metal, icona di un epoca e testimoni del periodo più romantico del rock americano. Ma, mai domo, ancora in questi ultimi anni l’irriducibile John Kay riunisce la band per nuovi sporadici tours. E io non mi meraviglierei troppo se magari l’anno prossimo lo vedessimo spuntare in qualche nostrano rock/blues festival estivo con i suoi immancabili occhiali scuri, il giubbotto di pelle e la sua nera Rickenbacker sei corde.

Guido Sfondrini

Steppenwolf - Monster - Suicide - America.flv (From "Monster")
Forty days and nights, Hippo Stomp (From "Seven")
Tighten up Your Wig (From "Steppenwolf Live")


BORN TO BE WILD
From the 1968 release "Steppenwolf"
Words and music by Mars Bonfire

Get your motor runnin'
Head out on the highway
Lookin' for adventure
And whatever comes our way
Yeah Darlin' go make it happen
Take the world in a love embrace
Fire all of your guns at once
And explode into space
I like smoke and lightning
Heavy metal thunder
Racin' with the wind
And the feelin' that I'm under
Yeah Darlin' go make it happen
Take the world in a love embrace
Fire all of your guns at once
And explode into space
Like a true nature's child
We were born, born to be wild
We can climb so high
I never wanna die
Born to be wild
Born to be wild






Sparrow, Steppenwolf, John Kay Discography:

* John Kay & The Sparrow 1967 Columbia RecordsCS
* Steppenwolf 1968 ABC Dunhill Steppenwolf
* The Second 1968 ABC Dunhill Steppenwolf
* At Your Birthday Party 1969 ABC Dunhill Steppenwolf
* Early Steppenwolf 1969 ABC Dunhill Steppenwolf
* Monster 1969 ABC Dunhill Steppenwolf
* Steppenwolf Live 1970 ABC Dunhill Steppenwolf
* Steppenwolf 7 1970 ABC Dunhill Steppenwolf
* For Ladies Only 1971 ABC Dunhill Steppenwolf
* Steppenwolf Gold Their Greatest Hits 1971 ABC Dunhill Steppenwolf
* Rest In Peace 1972 ABC Dunhill Steppenwolf
* Forgotten Songs and Unsung Heroes 1972 ABC Dunhill John Kay
* My Sportin' Life 1973 Universal Music (UK) LTD John Kay
* 16 Greatest Hits 1973 ABC Dunhill Steppenwolf
* Slow Flux 1974 Mums/Epic Steppenwolf
* Hour Of The Wolf 1975 Epic Steppenwolf
* Skullduggery 1976 Epic Steppenwolf
* The ABC Collection 1976 ABC Records Steppenwolf
* Reborn To Be Wild 1976 Epic Steppenwolf
* All In Good Time 1978 Mercury Records John Kay
* Live In London 1981 Mercury/Polygram Australia John Kay & Steppenwolf
* Wolftracks 1982 Nautilus RecordingWolf Records John Kay & Steppenwolf
* Wolftracks 1982 Attic RecordsWolf Records John Kay & Steppenwolf
* Wolftracks 1983 Allegiance John Kay & Steppenwolf
* Paradox 1984 Attic RecordsWolf Records John Kay & Steppenwolf
* Rock 'N' Roll Rebels 1987 Qwil Records John Kay & Steppenwolf
* Lone Steppenwolf 1988 MCA Records John Kay
* Rise & Shine 1990 IRS Records John Kay & Steppenwolf
* The Best of John Kay & Sparrow: Tighten Up Your Wig 1993 Columbia/Legacy
* Live At 25 1995 ERA Records John Kay & Steppenwolf
* Feed The Fire 1996 Winter HarvestWH 3310-2 John Kay & Steppenwolf
* The Lost Heritage Tapes 1997 Macola Records John Kay
* 20th Century Masters: The Best Of Steppenwolf (Millennium Collection) 1999
* All Time Greatest Hits 1999 MCA Records Steppenwolf
* Heretics And Privateers 2001 Cannonball Records John Kay
* Live At 25 - Silver Anniversary 2003 Rainman Records John Kay & Steppenwolf
* LIVE in Louisville DVD 2004 Rainman Records John Kay & Steppenwolf
* Live In Louisville CD 2004 Rainman Records John Kay & Steppenwolf
* Heretics & Privateers 2004 Rainman Records John Kay
* Live at the Renaissance Center DVD 2004 Rainman Records John Kay & Friends
* The Lost Heritage Tapes 2005 Rainman Records John Kay & Company
* Steppenwolf Gold 2005 MCA Records Steppenwolf
* Live In London CD 2006 Rainman Records John Kay & Steppenwolf
* A Rock & Roll Odyssey DVD 2008 Rainman Records John Kay & Steppenwolf

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