“Fiumedinisi” è il titolo dell'album presentato dai siciliani Marlowe. Il sound è profondamente debitore nei confronti dei primi anni '80, ma non pensate a band dagli arrangiamenti corposi e sovrabbondanti come furono Simple Minds o Japan, o men che meno al boy-pop di Duran Duran e Spandau Ballet. I riferimenti dei Marlowe sono quelli, più scarni e cupi, di band come the Church, The Sound o, addirittura, di formazioni successive al boom del dark e della new-wave, emerse al termine degli anni '80. Si pensi (pur sempre ricordando che i paragoni valgono quel che valgono, ovviamente) a Lloyd Cole and the Commotions o anche ai Jesus and Mary Chain di “Darklands”.
I parametri di quella scuola ci sono tutti: chitarre taglienti, suoni asciutti, un mixaggio che offre ampio spazio a un drumming presente e a tratti tribale e a linee di basso scandite. A riportarci nei patrii confini la scelta del cantato in italiano, costruito su esili linee melodiche tra il recitato e il sussurrato. Da segnalare la presenza, in qualità di ospite, di Angela Baraldi, cantautrice e attrice per Gabriele Salvatores. Nel panorama indie italiano attuale potrebbero essere accomunati a band come the Gosh o Rafidia, ma con una vena più intimista rispetto ai loro colleghi.
Alberto Galandro
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