1967

Il raffinato pop descrittivo dei Kinks inizia però a palesare, pur in tutto il suo magnifico splendore, una mancanza di sintonia con i tempi e l'evoluzione musicale: la Summer of Love del 1967 catapulta tutto in un mondo fatto di LSD, visioni, funghi magici e suoni da essi ispirati e votati all'ampliamento delle coscienze. Il suono delle chitarre dopo la rivoluzione Hendrixiana e di Clapton, Beck, Page, Townshend, si fa iperdistorto e spaziale, gli assoli chilometrici, i festivals-happenings si moltiplicano ovunque e i testi cantano di rivolta o di esperienze mistiche e legate alle droghe o di amore come

In una scena musicale in cui il 33 giri ha ormai soppiantato il 45 giri come mezzo di espressione per i nuovi gruppi Rock psichedelici, i Kinks tentano di restare a galla con singoli e splendide canzoni.
1968

tributatigli negli ultimi anni e le varie riedizioni in multipli box-set, ma "The Kinks Are the Village Green Preservation Society", album del 1968, fu accolto con freddezza, quasi ignorato dal pubblico e vide la luce in forma assai rimaneggiata dal deluso Ray, stanco delle continue lotte con la cecità dei discografici che si rifiutarono di pubblicare il disco in forma di doppio album.

Village Green è pieno di stupende canzoni e originali arrangiamenti ed è incentrato sul tema della nostalgia per le radici britanniche, atmosfere e tradizioni ormai intaccate dal modernismo dell'americanizzazione imperante. Ma i tempi non potevano essere più inadatti per una simile proposta: nel 1968 il motto era Revolution, non Preservation; Free Love, non Virginity; Action, non Observation. E' tuttavia un peccato che episodi musicali così perfetti non abbiano avuto all'epoca il giusto riconoscimento:

Questo album segna anche l'ultima incisione dei Kinks nella formazione originaria: il bassista Peter Quaife abbandona, stanco della formula che lo costringeva ad un ruolo marginale e al suo posto arriva John Dalton, ottimo sostituto, già nel 1966 collaboratore della band.
1969
Ray Davies si rimise subito al lavoro e dopo qualche mese la sua predisposizione narrativa sfocerà in un progetto piuttosto ambizioso: un film per la televisione e un album che ne racconta in musica la trama. Ben prima che gli Who pubblicassero la

Partendo dal personale la storia punta il dito sui malesseri della società britannica, attraverso la vicenda di un uomo qualunque colto a riflettere sul passato, sulle scelte fatte sul lasciarsi vivere e sulla mancanza di prospettive future. I tipici valori come patria, famiglia, benessere, vita tranquilla, onore

Musicalmente il disco è forse il migliore realizzato fino ad ora dalla band.
La qualità eccelsa del songwriting, la ricchezza e la geniale trama degli arrangiamenti sono pari e a volte superiori a certe opere beatlesiane. Con molta discrezione e incisività fanno la loro comparsa i fiati, ma il sound rimane fondamentalmente chitarristico con frequenti interventi delle tastiere.
La produzione suona finalmente più moderna e potente, è un vero album rock più che di pop music.

L'uscita del disco nell'autunno del 1969 coincise con il rientro in tournee sulle scene americane terminato il bando quinquennale per i Kinks. Dopo un rilancio del gruppo ad opera dei discografici americani i Kinks fecero da supporto agli Who in

Le tematiche troppo sottili e l'approccio così maturo alle problematiche presenti nel disco risultarono, ancora una volta, non in sintonia con un'epoca storica in cui le vecchie generazioni dovevano essere spazzate via in nome della rivoluzione, non comprese e compatite.
"Arthur" non andò oltre il 92esimo posto nelle chart americane e i tre singoli estratti dall'album fecero poco meglio.

Gli anni Sessanta di chiusero così in modo artisticamente eccellente ed integro per uno dei gruppi più creativi e originali del decennio, ma certamente la scarsa considerazione del pubblico verso il tentativo di emanciparsi dal mercato dei singoli, dovette essere piuttosto frustrante per la delicata sensibilità di Ray Davies, consapevole di essere in uno stato di grazia creativa non compreso.
Il decennio successivo avrebbe riservato ai Kinks altri problemi, altre tensioni, altre ispirazioni, altra grandissima musica e finalmente, la meritata conquista del mercato americano.
Andrea Angelini
UnOfficial Kinks Website
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