
Già: Musica Creativa, Jazz-Rock, Progressive, Progressive Jazz, Psichedelico-


Se si pensa anche che in quegli stessi anni sbocciavano gli estremismi ‘africaneggianti’ e militanti di Art Ensemble of Chicago (mentre incidevano ancora jazzisti fieramente outsider come Albert

Leonardo Pavkovic, figlio legittimo musicalmente e stilisticamente degli accadimenti e degli artisti suddetti, dando vita nel 2001 a MoonJune Records ha molto probabilmente voluto esprimere (a cominciare dalla ragione sociale mutuata dall’indimenticabile brano di Robert Wyatt immortalato dai S.M. in Third, 1970) la sua incommensurabile riconoscenza a questa scena ed ai suoi artisti gloriosi, di cui molti hanno continuato a ‘sperimentare’ nelle decadi successive, diventando pigmalione di alcuni di essi, raccogliendone il testimone ed assicurandogli continuità estetica e culturale attraverso una quarantina di lavori MoonJune Records realizzati dal 2001 ad oggi; solo un’altra etichetta può fregiarsi di tanto , la Cuneiform Records..
MoonJune Records
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Soft Machine Legacy: “Live Adventures” and others S.M. MoonJune records
Se si pensa che i Soft Machine si sono riformati nel 2002 proprio su ‘istigazione’ di Pavkovic , prima come Soft Works e poi con la sigla Soft Machine Legacy,

Di Soft Machine Legacy sono usciti per MoonJune cinque lavori più due live dei Soft Machine: uno del 1975, “Floating World” con il grande chitarrista Allan Holdsworth, Roy Babbington al basso, Karl Jenkins tastiere-sax, John Marshall drums ed il decano Mike Ratledge organ/electric piano/synth; l’altro, “Drop”, del 1971 con Elton Dean.
Dei cinque S.M.Legacy tre sono registrati prima della morte di Elton Dean nel 2006: “Live at the New Morning” (2 CD e DVD, Inakustick Records, 2006), “Live in Zaandam” (2005) e “Soft Machine Legacy” con una fantastica formazione a 4, che comprendeva oltre il già citato membro storico John Marshall, sopraffino strumentista , lo spettacolare John Etheridge alla chitarra (‘esorcista’ viene definito nelle

Dopo la morte di Dean i S.M.Legacy realizzano l’ottimo “Steam" “nel 2007, con la ripresa di Chloe

Theo Travis è chiamato da Steam in poi ad assolvere l’ingrato compito di rimpiazzare Elton Dean: il ‘suono’ e la liricità del sassofonista di Nottingham difficilmente saranno eguagliati da qualcuno, ma Travis ad ogni modo dispone di tantissime frecce al suo arco; è sax tenore e soprano dal linguaggio fluido e creativo, flautista evocativo ed armeggia anche ai loops.

Dopo la triste dipartita anche di Hugh Hopper nel giugno 2009, Legacy proseguono nel glorioso sentiero jazz-rock fusion tracciato quarant’anni fa dagli antesignani S.M con il bravo Roy Babbington al posto di Hopper (era già stato dal ‘73 al ’76 bassista dei Soft, in album come Seven) e lo fanno con spirito mai stanco o fiaccamente emulativo, guardando in avanti non verso colonne d’Ercole estetiche già abbondantemente varcate, ma con l’intento (ampiamente raggiunto) di dispiegare nel nuovo millennio un jazzismo fusion sempre avventuroso e ricco di sorprese.
Ne è cartina al tornasole il recentissimo “Live Adventures” (registrato magnificamente) uscito nel 2010, realizzato durante il tour europeo dell’ottobre2009 tra Austria e Germania, al Posthof di Linz e al The Village di Habach, disco dedicato a Hugh Hopper ed Elton Dean.
Che il dna S.M. sia sempre ben presente nei Legacy è dimostrato dalle


In conclusione dell’argomento Soft Machine va detto che per la Moon June Records sono anche usciti in una decade di vita anche due cd a nome Elton Dean: "Bar Torque" con il chitarrista Mark Hewins e "The Unbelievable Truth" con Wrong Object; e due di Hugh Hopper: "Numero D’Vol" e "Dune" con Yumi Hara.
SOFT MACHINE LEGACY Facelift London 2007
Soft Machine Legacy, The Nodder,Live Roma 2009
Soft Machine Legacy.(John Etheridge SOLO)-Two Down.~Kite Runner.
SoftMachineLegacyMySpace
Hulloder
AllAboutJazz
Dennis Rea: “Views From Chicheng Precipice”

Più sperimentale Views From Chicheng Precipice, lavoro dell’artista newyorkese Dennis Rea (già protagonista in MoonJune di dischi/progetti art-rock e free-jazz come Moraine e Iron Kim Style), nel quale traduce insieme ad un eccezionale collettivo di artisti il suo grande amore per la musica dell’Est Asiatico, Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Rea oltre a rendersi meritevole di aver ‘iniziato’ le platee cinesi al jazz moderno, al rock ed alla musica sperimentale ha anche scritto un libro, ‘Live at the forbidden City: Musical Encounters in China and Taiwan’ dopo averci vissuto dal 1989 al 1993.

Le dinamiche/coordinate musicali attraverso le quali ci si avventura in quella che è a tutti gli effetti una sorta di East-West fusion, matrimonio trasversale tra il patrimonio avanguardistico occidentale e l’incantevole tradizione etnica orientale sono davvero inusitate: anche negli episodi più minimali e sperimentali (Tangabata, 15:55; Aviariations on “A Hundred Birds Serenade the Phoenix”, 6:51) tonalità ed armonie degli antichi e delicati temi etnici cinesi, taiwanesi e vietnamiti sono ben

Da assaggiare e nutrirsene, decisamente: irrorerà di sangue fresco le vostre sinapsi e amplificherà enormemente le onde ricettive della vostra anima!
Three Views From Chicheng Precipice (after Bai Juyi)
Tangabata
DennisRea
Tohpati Ethnomission: “Save The Planet”
Thopati é un chitarrista indonesiano di fusion e jazz-rock non meno abile ed eclettico di Dennis Rea, e va davvero riconosciuto a Pavkovic e MoonJune l’avere avuto ottimo fiuto nell' averlo incluso nella sua scuderia. Thopati con "Save The Planet" gioca in casa, nel senso

Thopati Ethnomission (il collettivo che lo accompagna) con questo pregevolissimo “Save The Planet”, carico anche di positivi messaggi ‘ambientalisti’, conferma che quella delle commistioni jazz-etnica è una delle tendenze privilegiate della MoonJune Records.
Brani come Selamatkan Bumi, Ethno Funk, Perang Taning mettono molto in rilievo (Demas Narawangsa: drums, indonesian percussion, rebana, kempluk; Endang Ramdan , kendang, gong, kenang ) l'accentuata dimensione percussiva tipica della tradizione indonesiana ‘tagliata’ dai dinamici arrangiamenti jazz-rock di Tohpati.

Nei fraseggi eleganti e complessi della chitarra di Thopati ritroverete qualcosa di John McLaughlin, Terje Rypdal e tantissime altre influenze di jazz europeo/americano, ben piegate armonicamente all’urgenza di diffusione del patrimonio musicale indonesiano.
Save The Planet
TOHPATI - ETHNOMISSION
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Wally Boffoli
3 commenti:
Bellissimo articolo, e ottimo blog! Complimenti! Conosco Leonardo Pavkovic personalmente, e ho avuto il piacere di ascoltare tutti i dischi pubblicati da Moonjune Records - alcuni dei quali sono stati da me recensiti sul mio blog, dove ho anche inserito il link al vostro sito. Mi ha fatto particolarmente piacere leggere la recensione del disco di Dennis Rea, che è un mio caro amico.
A risentirci presto, e complimenti!
Raffaella Berry.
grazie 1000 Raffaella, sono Wally l'autore dell'articolo.
Grazie per il link al nostro blog.
Ricambierò!
Grazie del commento che hai lasciato sul mio blog, e grazie dei complimenti! Io sono italiana al 100%, anche se vivo da 2 anni negli USA. Per questo motivo scrivo in inglese, e anche perchè ho iniziato la mia 'carriera' come recensore (al femminile!) su siti anglofoni. In ogni caso, cerco di sostenere quanto più possibile anche i nuovi gruppi e artisti italiani, e dar loro rilievo in ambiente internazionale.
A presto e grazie ancora,
Raffaella.
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