Dopo avere scritto per Distorsioni sui gruppi proto-punk dei primi anni '70 negli USA, ho pensato di spostare il discorso dall’altra parte dell’oceano, e di puntare il mio obiettivo su fenomeni similari. La scena che ha preceduto la rivoluzione del punk in Inghilterra
è stata ancora più viva e vitale, e parte addirittura dagli anni '60, con una band come i (Social) Deviants di Mick Farren (cui sarà dedicato, tra l'altro, il mio prossimo special), veri e propri antesignani del punk, con il loro sound aggressivo, creativo, decisamente “contro” gli stilemi borghesi della “buona società” e con un approccio chiaramente anarchico rispetto al modo di intendere i rapporti sociali. ‘Let's Loot the Supermarket Again (Like We Did Last Summer)’, cantavano i Deviants, quando da noi in Italia gli espropri proletari erano ancora di là da venire, ma anche la London Riot dell’agosto 2011 era molto lontana. Ma cercando tra gli strati più antichi e oscuri dei territori rock britannici, cosa possiamo trovare oltre a questi padri putativi provenienti dalla comune londinese di Ladbroke Grove? Muniamoci di uno scalpello e di un pennello per rimuovere gli strati più polverosi e le incrostazioni più antiche formate dall’ineluttabile scorrere del tempo, e troveremo quello che ci interessa: STACK WADDY, THIRD WORLD WAR,"CREEPY" JOHN THOMAS, ZABU', PANAMA LIMITED (JUG BAND).
STACK WADDY
Suoni sporchi e grezzi per questi blues-punkers inglesi della prima ora. Provenienti da Salford, paese nei dintorni di Manchester, furono scoperti dal d.j. John Peel durante il Buxton Progressive Blues Festival del 1969, free festival che in quell’anno vide come headliner i Peter Green’s Fleetwood Mac e i Family e la partecipazione di band “alternative” come l’Edgar Broughton Band e i Glass Managerie. Gli Stackwaddy erano una delle band di contorno, ma si fecero notare con una performance feroce e con il loro R n’ B elettrico e drogato. John Peel li notò, li portò in studio e il 24 gennaio 72 in radio per una delle sue BBC Radio 1 session (fu trasmessa il 18 febbraio), per poi inquadrarli nella sua etichetta prog Dandelion. Leaders della band il cantante armonicista John Knail e il chitarrista Mick Stott, con loro la sezione ritmica formata da Stuart Banham e Steve Revell, rimpiazzato durante la registrazione del secondo disco da John Groom. Al loro attivo due 45 gg., Roadrunner nel 1970, You Really Got Me nel 1972 e due 33 gg.: “Stackwaddy” (Dandelion, 1972) e “Buggers Off” (Dandelion, 1972), pieni di rock blues covers suonate “più rozzo, che più rozzo non si può”: il micidiale Traintime Country Line Special, Roadrunner, Rolling Stone, Suzie Q e la beefhartiana Sure Nuff’s Yes I Do; tra i rauchi latrati della voce di Knail, la sua bluesharp stonata, la wha wha guitar di Stott e il duro pestare della sezione ritmica: il risultato un rock blues ubriaco e grezzo certo lontano dal raffinato blues dei F.Mac o dal jazz/r n’ b di Alexis Korner a loro contemporaneo. Nel secondo lp nuovi riferimenti a Captain Beefheart, con una loro versione di Willie the Pimp, ripresa dallo Zappa di “Hot Rats”, poi Hoochie Coochie Man, It’s All Over Now e il selvaggio Repossession Boogie. Nel 2007 questi quattro vecchi stonati si sono ritrovati per partecipare alla realizzazione di un DVD sulla Dandelion prodotto dalla OZ IT Records, "John Peel's Dandelion Records" che dura 6 ore e vede la partecipazione di Kevin Koyne/Siren, Tractor, Medicine Head e altri musicisti; guardando il dvd ci si può rendere conto di come questi fossero personaggi molto lontani dal ruolo di rockstar e dal professionismo musicale, e di come la vita in seguito non debba essere stata facile per loro. I loro due lavori discografici furono bootlegati in vinile negli anni ‘80 in Italia con i cosiddetti “tarocchi” e poi ufficialmente ristampati come cd-r Repertoire facilmente reperibili sul mercato. Sono imperdibili, puro underground.
Stack Waddy
Willie The Pimp
Rosalyn
THIRD WORLD WAR
Provenienti dal sottobosco dell’underground inglese primi anni 70, quello dove gravitavano band legate al panorama rock più politicizzato e più legato ai movimenti giovanili e pacifisti dell’epoca, rappresentati in GB da riviste come OZ e I.T. (International Times), collegate al mondo dei free festival (Glastonbury, Phun City, Bickershaw ectc...) e che avevano come tipici protagonisti band che si chiamavano: Hawkwind, Edgar Broughton Band, Writing on the Wall e appunto i Third World War.
Nati intorno al duo Terry Stamp e Jim Avery (ex The Attack mod band), entrambi songwriters, chitarrista ritmico e vocalist il primo e bassista il secondo, si autodefinirono working class band e il loro ambito di provenienza sociale fu simile a quello di band proto punk e pub rock come i Dr. Feelgood e Count Bishops, quello delle periferie industriali e degli slums operai di Londra o Liverpool. Gli altri elementi della band erano in quella fase pionieristica; Mick Liber (chitarra poi con i Pyton Lee Jackson) e Fred Smith (drums). La loro musica fu di fondo un robusto rock blues, non originalissimo, ma tosto e cattivo, con testi incazzati, molto lontani dal pacifismo freak profumato di patchouli e hashish tipico dell’epoca. Il primo disco nel 1971: "Third World War" per la Fly Records, etichetta indipendente fondata da David Platz. Fu una produzione importante, con il management di John Fenton, la produzione di Phil Brown e con la partecipazione del pianista Tony Ashton (Remo Four, Ashton Gardner & Dike, Family, Chicken Shack) e dei fiati di Jim Price e Bobby Keyes, collaboratori abituali degli Stones. Un ottimo disco, musica aggressiva e testi impegnati, relazionati “senza se e senza ma”, con la loro appartenenza all’estrema sinistra inglese anni 70, quella vicina al quotidiano Morning Star. Non a caso in anni successivi, esponenti di punta del punk come Henry Rollins, Steve Albini e Joe Strummer citeranno i TWW come un importante punto di riferimento per i loro percorsi musicali. Dopo il primo lp, Stamp e Avery riconfigurarono la line up della band, con l’ingresso del pianista John Hawken (ex Renaissence), del chitarrista John Kinghtsbridge e del batterista Paul Olsen, questo cambiamento diede loro una maggiore credibilità dal vivo. Fecero una serie di tours europei, in Finlandia diedero 35 concerti in 30 giorni, parteciparono a numerosi free festivals in giro per l’Europa e si guadagnarono una ottima fama live. L’anno seguente diedero alle stampe il secondo disco: "Third World War II" (Track Records 72), per la label di cui il proprietario era Pete Townshend, il chitarrista degli Who. Il disco fu pensato sulle stesse corde del precedente e con i medesimi contenuti polemici e politicizzati, la band aveva un buon potenziale commerciale, ma non rinunciò mai ai contenuti dei testi delle loro songs: la Fly Records chiese loro di levare dall’album il brano Coshing Old Lady Blues, considerato osceno e al rifiuto del loro manager John Fenton, si ebbero gravi ripercussioni e inevitabili problemi contrattuali, i TWW ruppero il contratto e passarono alla Track Records, che non intervenne con alcuna censura sui testi delle loro canzoni. Ma nonostante l’ottima produzione e la qualità del loro rock, il successo commerciale non arrivò nemmeno questa volta, Fenton finiti i soldi non riuscì più a pagare i musicisti e arrivò l’inevitabile split della band. Certamente non dei puristi del blues, ma una band che suonava con “le palle” e schierata, per me, dalla parte giusta. Terry Stamp si è trasferito in California, dove continua a fare il musicista; Jim Avery dopo la fine dei TWW, ha lavorato più volte con la Track Records prima, con Leo Sayer e in seguito con molti musicisti punk come Siouxie and The Banshees, Billy Idol e persino Sid Vicious. I loro lp originali piuttosto rari, le cd-r, Repertoire, pubblicate già qualche anno fa.
Third World War
A Little Bit Of Urban Rock
MI5's Alive - Third World War (1971)
Preaching Violence
Ascension Day
“CREEPY” JOHN THOMAS
John Thomas, australiano di Sidney, cantante dalla voce black, raunchy e chitarrista, nei primi anni sessanta suonò con la garage band The Flies, che apparve in vari tv broadcast anche a supporto dei Rolling Stones e di Roy Orbison e che ottenne buoni successi nelle Aussie charts dell’epoca. Trasferitosi in Inghilterra alla fine del 1967, formò i Creepy John Thomas, band di blues progressivo dai suoni originali e vagamente beefhartiani, con lui Andy Marx, Roy O’Temro, Helmut Phol e Dave Hutchins. Due gli lp da loro registrati: "Brother Bat Bone" (RCA 1968), dove i riferimenti a Captain Beefheart furono più decisi, è ancora oggi un disco entusiasmante per la creatività e per il pathos che seppe generare: brani come Down In The Bottom, il deragliato boogie Brother Bat Bone, il delta blues scheletrico Wath’s The Matter Will The Mill di Memphis Minnie e la lunga Standing In The Sunshine, fanno di questo disco un opera di difficile paragone con altri momenti rock del periodo, come nei casi precedenti (TWW e Stackwaddy) i margini di commercialità per un disco come questo, furono molto, molto limitati. Nel 1970 pubblicò "Creepy John Thomas" per l’etichetta Teldec, anch’esso molto interessante e destinato a diventare, come il precedente, un cult album molto raro. Una band caratterizzata dalla totale marginalità dallo star system, nonostante la qualità del sound che seppero esprimere. I due lp furono bootlegati alla fine degli anni 70 da una improbabile Fingerprints Record; John Thomas non beccò una sterlina di diritti (cosa che capita facilmente a danno di molti musicisti anni 60/70 anche oggi con le varie cd-r in commercio). Poi si trasferì in California e tornato in GB nel 1979 suonò con la Edgar Broughton Band nell’lp "Bandages", con Dave Stewart e Annie Lennox pre-Eurythmics e poi con una sua band chiamata Johnny & The Drivers, che fu attiva soprattutto in Germania, dove a Berlino Ovest conobbe una buona popolarità. Nel 1983 la Line tedesca pubblicò una compilation intitolata "Broken Dreams 63/69" con un brano inedito dei CJT: Moon And Eyes Song. I due lp sono stati ristampati in un unica cd-r in tempi relativamente recenti. Da risentire, grande progressive rock blues!
Creepy John Thomas
Down In The Bottom
One Way Track Blues
ZABU
Cantante francese con origini polacche, primo vocalist degli stravoltissimi Magma e predecessore di Klaus Blasquiz, ma sì i Magma, quelli del pianeta Kobaja, con il loro space/jazz/psich rock, cantato il lingua kobajana. Ma Luciène Zabusky (questo il suo vero nome), dopo l’esperienza con questa storica band, registrò due lp fortemente influenzati dal blues rock, da stravaganze beefhartiane e da attitudini proto punk. Nei primi anni 60 suonò con la garage band The Pives, ebbe un passato sessantottino di forte politicizzazione con la sua militanza nel gruppo trozkista AJS, che influenzò fortemente le sue dichiarate tendenze antisistema. Il suo primo disco, fu registrato nel gennaio del 1972, per la label Thèlème di Laurent Thibault e fu lugubremente intitolato "My Coffin’s Ready"; venne registrato al Chateaux D’Herouville, castello settecentesco vicino Parigi, che ospitava un noto studio di registrazione, utilizzato nei seventies da molti famosi musicisti europei, tra cui i Pink Floyd, David Bowie e dove i Gong registrarono nel 1971 il celeberrimo "Camembert Electrique". Lucien Zabusky si avvalse della collaborazione di molti componenti dei Magma, tra cui Christian Vander e di altri musicisti francesi. Il disco è un affascinante mix di rock blues, schizzi jazz e dissonanze tipiche del Capitano e della Magic Band, alcuni titoli: Doctor Moonshine, Subversion Blues, Ice-Pick Blues, Silent Angel, tutti i brani furono composti da Zabu stesso. Il secondo lp del 1975, fu: "Zabu & Co." (Sonopresse 1975) più virato verso sonorità rock tradizionali. Alla fine dei 70 Zabu si darà al reggae, con una band chiamata Immigration Act e il progetto di un album con il produttore/musicista giamaicano Lee Perry, poi abortito, per poi sparire dalle scene musicali. Cd-r del primo lp di Musea Records, del secondo non ho notizie, lp originali introvabili.
Zabu
My Coffin's Ready
Zabu - Silent Angel (My Coffin's Ready, 1972)
PANAMA LIMITED (JUG BAND)
Gruppo inglese folk blues autore di due dischi, il primo più tradizionalmente legato allo jug blues acustico anni '30, con un mix di brani propri e covers di brani di celebri jug band americane come la Memphis Jug Band e i Cannon’s Jug Stompers, il secondo con sonorità elettro-acustiche più rock e evidenti influenze beefhartiane. Dennis Parker (chitarra e voce), Ron Needs (mandolino), Gary Compton (armonica), Pete Hozell (chitarra e voce), Larry Acciaio (percussioni), Anne Mattews e Liz Hann (voce), questa la line-up della band. Il loro nome derivava dal titolo di un brano blues di Bukka White registrato nel 1930. Frequentemente on stage al Troubador di Londra, ebbero l’occasione di suonare con i maghi della chitarra blues acustica Stefan Grossman e Brian Strachan, che in seguito entrò a fare parte della band. Promossi dal solito John Peel, noto talent scout e d.j. incisero: "Panama Limited Jug Band" (Harvest 69) e "Indian Summer" (Harvest 70) con la nuova vocalist Anne Matthews; questo lavoro fu un altro capitolo della ricerca di nuove e futuribili sonorità, un disco dalle atmosfere strane e inquietanti, anche qui una tendenza beefhartiana è presente, seppure in maniera meno vistosa che nei casi precedenti.
Si apre con la fantastica Moonshine, per continuare con Set Me Free, Citadel Chapters, Indian Summer, Eastern Men, un viaggio metafisico l’ascolto di questo disco. Due lavori molto interessanti in particolare il secondo, psichedelico e ancestrale, con le voci bluesy di Parker e della Matthews e la fantastica armonica di Compton (ex Dharma Blues Band) protagoniste. Anche in questo caso libertà assoluta per i musicisti di esprimere quello che volevano, il business ignorò questo disco. Capolavoro, ci sono le cd-r di entrambi gli lp originali.
Guido Sfondrini
Set Me Free
Citadel Chapters
4 commenti:
c'è sempre da imparare
SDH
...assolutamente SDH!
gruppi veramente underground che personalmente ho ascoltato poco o niente...molto interessante, suoni sporchissimi. Groundhogs, Leafhound, Edgar Broughton Band sono nomi molto piú noti che mi vengono immediatamente alla mente...poi altri come i Deviants giustamente citati. In sto momento sto pensando anche ai Killing Floor, soprattutto il 2° LP, stupendo peró qui sono piú rozzi in generale!
Sembra che il vecchio Capitan Cuordi bue sia un denominatore comune ascoltando i vari pezzi presentati nell'articolo...
vai coi Killing Floor Aldo..ce ne parli?
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