sabato 14 maggio 2011

SAINT LIPS: "Charm" (2011, Dcave Records/No more fake labels)

Secondo lavoro per la band alternative rock romana, che dopo l’esordio del 2006 con il disco "Like Petals", apprezzato dalla critica, si tuffa con ancora più convinzione in questo album, nel quale i ragazzi sono cresciuti ancora  realizzando un lavoro che non mancherà di emozionare. Aiutati dal produttore americano Bobby MacIntyre, già collaboratore di Mark Lanegan e Greg Dulli, i Saint Lips maturano un sound che ha strutture  convincenti ed emozionali, che pescano nel rock alternativo americano e nella new wave di fine anni ’70. Ma non sono i soli ingredienti di questo meraviglioso melting pot: con Saviour la band confeziona uno stupendo brano, dove i saliscendi strumentali la fanno da padrone, sostenuto dalla voce carica di sentimento di Valentina, che BP Fallon, tour promoter di grandi artisti del rock tra i quali gli U2, ha definito, in un suo radio show, uguale a quella di Deborah Harry dei Blondie, tanto da far sospettare che in realtà sia lei a far parte dei Saint Lips. Le somiglianze con il sound della band newyorkese le si sentono bene in Little Sister, pop song fresca e solare, di facile presa e adatta alle programmazioni radio. Tra le song che mi hanno colpito di più c’è poi Summer Rain: altro saliscendi emozionale, tagliato improvvisamente da una sferzata di sintetizzatore e in cui fanno capolino i coretti in falsetto di alcuni membri degli Afterhours (anche Manuel Agnelli), prima che Marco e Antonio, i due chitarristi, si lancino negli assoli. Yourself, il brano dark che chiude il disco e viene visto dalla band come una liberazione psicologica, vede aggirarsi lo spettro di David Gilmour, nel doppio wah-wah che imita il rumore dei gabbiani e che qualcuno avrà sentito in Echoes. Non mancano le ballad, come Wake up, malinconica e trasognata. C’è tanto respiro internazionale in "Charm", molta personalità e maturità, soprattutto non ci sono momenti deboli: il segno che se una band indipendente lavora bene, ha le idee chiare, arrangia bene le canzoni (registrate in analogico, e da qui si sente il perché c’è un suono molto caldo) e struttura un disco come si deve, ha il diritto di arrivare lontano. Sognare, del resto, non è proibito.
Gianluca Merlin 
DCaveRecords

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