
I
Mogwai possono certamente essere annoverati tra le band che più di altre hanno dato consistenza e corpo al rock strumentale post-moderno (comunemente noto anche come post-rock). Il loro suono, le cui influenze si possono ricercare nelle sonorità anticipatrici degli
Slint, si è trasformato nel tempo in un marchio di fabbrica contrassegnato da lunghi brani strumentali che tessono linee melodiche all’interno di una trama di
rumore e
distorsioni, in un alternarsi di quiete ed improvvisi crescendo. La loro è una musica istintiva ed anti-intellettuale, così come più volte confermato dal chitarrista
Stuart Braithwaite. Questa concezione colloca i
Mogwai in una posizione diametralmente opposta rispetto a quella dei
Godspeed you! Black Emperor, altra band che insieme ai
Mogwai sono da considerarsi tra i maggiori ispiratori della scena
post-rock del XXI secolo. La spontaneità e la naturalezza emerge in maniera chiara anche nell’ultimo lavoro dei Mogwai,
"Hardcore Will Never Die, But You Will", settimo album della loro quindicennale carriera.

Il disco è stato registrato e mixato nell’estate del 2010 e l’uscita ufficiale è prevista il 14 febbraio in Europa (
Rock Action) ed il 15 febbraio negli USA (
Sub Pop). Questo album non aggiunge nulla di nuovo rispetto a quanto sinora fatto di buono dalla band scozzese. E’ un lavoro maturo, ben suonato, che mette in mostra tutta l’esperienza della band, senza cali di tensione o segni di stanchezza, che conferma quell’approccio musicale basato sulla semplicità, senza eccessi o barocchismi. Un disco con un’anima pop. Dieci brani che si ascoltano con molto piacere e che scivolano via con leggerezza e vitalità, come nell’avvio
White Noise, nei suoi momenti di serenità
(Death Rays), di introspezione (
Letters to the Metro) , di tensione
(Rano Pano) , di malinconia (
Too Raging to Cheers).
Tra i brani più intriganti, va aggiunto l’accattivante e veloce
George Square Thatcher Death Party.

In definitiva un album decisamente post-moderno nei suoni, nei momenti, nei (non) luoghi, nelle smitizzazioni. Il senso dell’humour affiora costantemente nei titoli bizzarri e spesso spiritosi (
“è inutile cercarci significati reconditi”, ci avverte
Stuart Braithwaite). Questo vale anche per l’ultimo splendido brano intitolato (curiosamente)
You're Lionel Richie. L’album è un insieme di storie e situazioni diverse (probabilmente è anche lo specchio delle varie anime della band, sparse geograficamente tra la Scozia, Berlino e New York) miscelate tuttavia in un solido, ricercato e riuscito equilibrio.
E’ disponibile anche una edizione limitata che include una bonus track di 26 minuti dal titolo
The Singing Mountain The Singing Mountain (parte I) e
The Singing Mountain (parte II). Un buon album. Consigliato.
Felice Marotta
I Mogwai saranno in Italia a Bologna il 9 marzo e a Milano il 10 marzo 2011.gli altri brani dell'album:Mexican Grand Prix San Pedro How to Be a Werewolf
1 commento:
I think this is a very good review! (I'm not sure becasue I can't read Italian...lol).
Posta un commento