
La macchina ed il corpo: Godflesh
Justin Broadrick è un musicista inglese, polistrumentista, conosciuto per aver fondato nel 1988 i Godflesh e successivamente nel 2002 i Jesu. Ha dato vita e collaborato ad una infinità di progetti collaterali e paralleli tra cui Final, Blood Of Heroes, Council Estate Electronics, God, Grey Machine, Ice, Pale Sketcher, White Static Demon.

Justin visse una infanzia piuttosto deprimente nella Birmingham degli anni ’70 e ‘80, una città industriale piena di fabbriche e quartieri popolari. Nel 1985, all’età di 15 anni, prese parte alla creazione dei Napalm Death, una band grindcore seminale che mescolava post-punk e metal in una mistura estrema che segnò l’hardcore degli anni ‘90.
Profondamente influenzato dal post-punk dei Killing Joke e dalle sonorità industriali dei Throbbing Gristle, decise di abbandonare la monotonia dello speedmetal per dar vita nel 1988 (insieme all’amico G. Christian Green) ad un progetto denominato Godflesh che fece deviare prepotentemente il corso del rock più estremo ("heaviest band in existence" dirà qualcuno). Si parlò allora di industrial metal, una categoria che non coglie pienamente l’essenza di questa band che invece ha sempre avuto nell' aggressività e nella depressione del post-punk un riferimento costante.
Le sonorità industriali, caratterizzate dall’assenza di una batteria e dall’uso massiccio delle drum machine, saranno decisive nella definizione di quel rumore brutale, evocazione di un mondo totalmente meccanico ed inumano, che oltrepassa la naturalità dell’uomo. La religione, il continuo rimando agli elementi trascendenti, ma soprattutto l’ ossessione per la figura di Cristo, sono elementi che segnano costantemente la produzione di Justin Broadrick. Il Cristo rappresenta l’elemento di congiunzione tra l’uomo e dio, sostanza che è nello stesso momento umana e divina e come tale predisposta ad assorbire inesauribili sofferenze.

Se la musica da sola non bastasse a descrivere tanta brutalità, ci pensa l’immagine di copertina ripresa da una scena del film “Altered States” (“Stati di allucinazione”) di Ken Russel, che non fa altro che aumentare il senso di una sofferenza sconfinata (Christbait Rising) (1988)
Quella dei Godflesh è certamente una religione che intimorisce ed impaurisce. Il tema del corpo/carne/macchina è sempre stato centrale nella musica di Broadrick. Non è la mente, ma il corpo l’elemento con cui l’uomo entra in contatto con la trascendenza. Il corpo in quanto luogo di raccolta delle affezioni costituisce lo spazio d’incontro privilegiato con la divinità. Il martirio del Gesù ne è la rappresentazione più tragica ed autentica.
Ma quella dei Godflesh non è una violenza sonora fine a se stessa, è l’effetto di un vero e proprio manifesto nichilista, che

Il martirio della carne non porta ad alcuna salvezza, conduce direttamente al nulla, annienta. Il suono industriale, in quanto completamente estraneo a qualsiasi naturalità, amplifica l’effetto di disumanità ed alienazione di questo percorso che accompagna all’autodistruzione. Nihil (1991) è una sorta di parentesi nel cammino dei Godflesh, una apertura introspettiva, una finestra aperta sul mondo interiore, mondo che Broadrick non smetterà mai di esplorare. "Cold World" è il passaggio dall’anarchismo al nichilismo, il passaggio dalla rabbia/dolore alla paura/rassegnazione. Non vi è speranza alcuna.
'Il vostro dolore non ha alcuna credenziale qui / E' solo un ombra della mia ferita' (dirà in Mothra, 1992).
E’ una completa sconfitta Defeated (2001), l’atto finale di un processo di annullamento, un passaggio inevitabile, un percorso obbligato. Verso la fine degli anni ‘90, i Godflesh sono ormai riconosciuti come una band seminale nel panorama hardcore, avendo esercitato

Il sentiero che porta alla divinità: Jesu


Nel 2005 esce l’album "Jesu" (2005), che definisce le coordinate del nuovo progetto, con una forte accentuazione della ricerca spirituale. “Sono una persona totalmente spirituale”, dirà Broadrick in una recente intervista. C’è sempre un interesse ossessivo per la figura di Cristo, che tuttavia in questo caso appare nella sua umanità, nelle sue paure, nei suoi dubbi. Mentre nei Godflesh la corporeità di Cristo rappresentava l’unico modo con cui l’uomo poteva accedere alle forme trascendenti della divinità, in Jesu la ricerca di dio si sposta nel versante più immateriale del rapporto.

La ricerca nella trascendenza non è un problema di fede, ma è una ricerca interiore, uno sguardo profondo nel proprio inconscio. E’ un modo per esorcizzare e sconfiggere le ombre della propria coscienza, per allontanare i propri demoni, per proiettare se stesso verso regioni più luminose. Dopo una parentesi nebbiosa e nostalgica con la splendida "Silver" (2006), è tuttavia "Conqueror" (2006) che completa quel cambio di rotta iniziato cinque anni prima.

Felice Marotta


Alcuni progetti paralleli di Justin Broadrick:
Pale Sketcher - Can I Go Now (2010)
Final - My Body Is A Dying Machine (2010)
Pelican - Angel Tears (JK Broadrick Version, 2005)
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